LA RESPIRAZIONE NEL CANTO LIRICO
Un approccio biomeccanico per la consapevolezza della gestione muscolare del fiato durante il canto
di Laura Brioli
SOMMARIO
La respirazione nel canto lirico
Intervista a Roger Fiammetti
a cura di Laura Brioli
L'apparato fonatorio è un vero strumento a fiato, composto da ancia vibrante, cassa di risonanza e consonanza, mantice respiratorio; dunque, è fondamentale conoscere i meccanismi biomeccanici dell’inspirazione e dell’espirazione, atti fondamentali nella gestione del fiato nel canto lirico, per meglio gestire volontariamente un’azione, quella dell'inspirazione, che nella respirazione fisiologica avviene a causa di un processo automatico controllato in maniera inconscia dal tronco encefalico.
La presa del fiato nel canto lirico, dunque, è un'azione volontaria che permette la preparazione dello strumento voce, poiché dal modo in cui si inspira dipenderà la creazione dello spazio risonante e la forma del vocal tract determinando il colore, il volume, la risonanza e la proiezione del suono conseguente.
I muscoli del vocal tract non hanno solo funzione fonatoria, ma anche sfinterica, specialmente i costrittori laringei, che durante la deglutizione si contraggono e spingono il cibo nell'esofago in sinergia con la lingua, l'epiglottide e il palato molle. La loro azione contrattile è in contrasto con la necessità, nel canto lirico, di mantenere rilassati questi muscoli che fungono da principali strutture della cassa risonanza laringea.
È fondamentale dunque durante l'inspirazione attivare i muscoli antagonisti dei costrittori laringei per creare l’ampiezza della cassa di risonanza (abbassare la laringe, sollevare il palato molle, espandere i costrittori) e, nell'emissione vocale, mantenere le strutture espanse e gestire l’equilibrio pneumofonico (la pressione dell’aria sotto le corde vocali) per il controllo del fiato e della vibrazione del suono.
Per mantenere la cassa di risonanza in apertura non si può dunque agire sulla muscolatura della faringe poiché questa azione creerebbe una contrazione, bensì creando un ancoraggio con altre fasce muscolari. Questo argomento sarà affrontato nel prossimo articolo che tratterà dell'emissione vocale. É importante che ad ogni respiro all’interno del brano eseguito, ad ogni frase musicale si ripeta il meccanismo inspiratorio corretto per permettere al vocal tract di restare in posizione di espansione, poiché istintivamente le strutture toraciche e laringee e il diaframma tenderanno a tornare in posizione di riposo.
I muscoli del corpo umano si dividono in due categorie, striati rossi volontari e bianchi e lisci involontari. Il diaframma e il cuore nonostante siano muscoli striati rossi, sono muscoli involontari.
Nella respirazione fisiologica e inconscia il diaframma toracico (fig.1), il principale muscolo atto alla respirazione, si contrae abbassandosi nell’atto inspiratorio e si rilassa nell’atto espiratorio. Le coste si sollevano nelle diverse modalità a seconda dell'attaccatura della costa alla spina dorsale: a manico di secchio lateralmente le ultime 5 coste e in avanti le prime 5. Le coste fluttuanti, non collegate allo sterno dalla cartilagine, si muovono posteriormente collegate al diaframma. Di norma la persona adulta compie tra i 16 e i 20 atti respiratori al minuto.
fig. 1 - Diaframma toracico
I muscoli della inspirazione si dividono in primari (involontari) e secondari o accessori (volontari).
I muscoli primari sono il diaframma toracico e gli intercostali.
I secondari si dividono in primo e secondo ordine:
L’espirazione avviene in modo passivo con il rilassamento della muscolatura inspiratoria, ma è possibile gestire la fuoriuscita del fiato attraverso la contrazione dei muscoli dell’espirazione che si dividono in accessori e facilitatori.
I muscoli accessori sono: il retto addominale che favorisce la risalita del diaframma abbassando il torace, i muscoli obliqui interno ed esterno che abbassano le coste, il muscolo trasverso dell’addome che aumenta la pressione intra-addominale.
I muscoli facilitatori sono gli intercostali interni, che spingono le coste verso il basso.
L’inspirazione fisiologica avviene normalmente dal naso, poiché l’aria incanalata nelle fosse nasali viene depurata e riscaldata prima di arrivare nella gola e nei polmoni.
Durante la respirazione nasale non avviene dunque il meccanismo dell’abbassamento della laringe, fondamentale nel canto lirico per creare il suono portante e ricco di armonici.
fig. 2 - muscolatura addominale
LA RESPIRAZIONE NEL CANTO LIRICO
Il suono nel canto lirico deve rispondere alle tre regole dell’eufonia: suono Portante (potente), Penetrante (squillante, aumento delle frequenze tra i 2500 e i 4000 Hz) e con Vibrazione costante (dai 4 ai 7 cicli vibratori al secondo).
La portanza del suono si effettua con un ampliamento del vocal tract e della cassa di risonanza e consonanza e un aumento della pressione sottoglottica. Si parla di risonanza nel tratto che va dalle corde vocali alle labbra mentre si parla di consonanza di petto l'effetto della vibrazione del torace espanso. Nel canto lirico, per agevolare l’apertura dei risonatori e la possibilità di emettere un suono eufonico, è possibile attuare la cosiddetta respirazione totale, azione volontaria che permette il completo abbassamento del diaframma attraverso la sinergia con l'azione dello Psoas (anteroversione del bacino), il sollevamento del torace dovuto alla muscolatura inspiratoria accessoria, l'abbassamento della laringe e l'espansione del vestibolo laringeo per riempire anche le parti medie e gli apici del polmone: questo atto non è da confondere con la respirazione alta o clavicolare. La anteroversione del bacino deve avvenire senza azionare il retto dell’addome per non impedire il sollevamento delle coste.
È consigliabile la fonazione nel canto lirico una respirazione dalla bocca accompagnata dal suono in aspirazione della vocale U (simulando uno sbadiglio) in quanto questo suono in entrata attiverà il muscolo sovraioideo permettendo un completo rilassamento dei muscoli masseteri, temporali e pterigoidei coadiuvando l’abbassamento laringeo.
Il suono della vocale U aumenta lo spazio nel vestibolo laringeo come è stato analizzato in maniera scientifica nel testo “Die Stimme” Ed. Verlag a cura del Dott. Bernhard Richter presso il Freiburger Institut für Musikermedizin.
Le motivazioni di tale inspirazione sono molteplici e legate sia al bisogno di un maggiore volume di aria per la gestione delle frasi musicali, sia alle implicazioni biomeccaniche sul vocal tract (la cassa di risonanza) dovute all’elevazione del torace in tutto il suo volume e relativo abbassamento della laringe e del diaframma. È
Il diaframma discende di circa un centimetro nella respirazione naturale, ma fino a sette centimetri nella respirazione totale. La discesa del diaframma è direttamente proporzionale all’espansione delle coste toraciche e permetterà l’allungamento in alto della colonna vertebrale.
Inoltre il diaframma è legato attraverso muscoli e strutture alla laringe: diaframma e laringe dunque si muovono in parallelo e restano sempre a eguale distanza. Se il diaframma scende al massimo della sua corsa grazie all’innalzamento delle coste, anche la laringe scenderà con conseguente allungamento del vocal tract. L’allungamento del vocal tract crea una sonorità più scura grazie anche al consequenziale allargamento dei muscoli costrittori laringei, tre muscoli che si trovano davanti al rachide cervicale e che si innervano nella mandibola, nell’osso ioide e nella laringe e che nella loro contrazione permettono la deglutizione.
Per allenare la muscolatura respiratoria accessoria può essere d’aiuto conoscere quale sia e come si attiva la muscolatura nella respirazione forzata, tipica della pratica sportive in quanto il volume di aria necessaria è maggiore del volume inalato nella respirazione fisiologica.
Nella respirazione forzata si attivano tutti i muscoli dell’inspirazione fisiologica più gli scaleni, lo sternocleidomastoideo, il pettorale maggiore e minore, il gran dorsale, il serrato superiore e inferiore, l’erettore spinale, l’elevatore delle coste. L’azione sinergica di tutti questi muscoli permette il totale sollevamento della casa toracica ed il suo ampliamento in tutte le direzioni; questo atto non è da confondere con la respirazione alta o clavicolare.
fig. 3 - Spinali
L’inspirazione forzata è un atto volontario e dispendioso per la muscolatura, e poiché ogni corpo ricerca la situazione di riposo (omeostasi). Se non si attiveranno i muscoli del controllo dell’espirazione (gli addominali e gli intercostali), l’apertura della gola e del torace torneranno in posizione di rilassatezza con conseguente perdita della gestione sottocordale del fiato e dell’ampiezza delle cavità di risonanza, argomento del prossimo articolo.
Un celebre studio del celebre osteopata belga Roger Fiammetti, “La respiration totale pour tous” Ed Médicins, l’autore descrive il movimento dei principali quattro diaframmi del corpo umano: il diaframma craniale (falce cerebrale e tentorio del cervelletto, non sono muscoli ma espansioni della dura madre), il diaframma cervicale (lingua, sottoioidei e osso ioide), il diaframma toracico e il diaframma pelvico (perineo). Nella respirazione i quattro diaframmi devono lavorare in sinergia per mobilizzare in armonia le strutture del corpo umano e risolvere le tensioni muscolari.
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fig. 4 - Diaframma craniale |
fig. 5 - diaframma cervicale |
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fig. 6 - Diaframma toracico |
fig. 7 - Diaframma pelvico |
La propriocezione del proprio corpo nella respirazione aiuta il cantante ad aprire le cavità orofaringee, laringee, costali per creare lo strumento (cavità di risonanza del vocal tract e di consonanza del petto), abbassare il diaframma e riempire i polmoni, preparare la muscolatura del sostegno attraverso la anteroversione del bacino e la tensione del muscolo psoas. Studi di biomeccanica descrivono l’interazione di questo muscolo con il diaframma respiratorio attraverso il tessuto connettivo.
La contrazione dello psoas, attraverso l’anteroversione del bacino, mobilizza le strutture, mette la colonna lombare in tensione offrendo un supporto stabile ai pilastri del diaframma (Fiammetti), agevola la contrazione del diaframma toracico specialmente nella sua parte posteriore (slow fibra), permette la discesa del sacco viscerale in verticalità nel bacino frenato dalla tensione del perineo.
fig. 8 - Psoas
Il sacco viscerale (mobile ma non comprimibile) contenuto in basso dalla muscolatura perineale si comporta da punto di appoggio del diaframma stesso. La percezione dell'appoggio del diaframma contro il sacco viscerale è importante per percepire l'espansione del diaframma in tutta la sua circonferenza (immagine del salvagente pieno d'aria usato nella didattica), soprattutto nella parte posteriore della schiena (slow fibra). C'è un momento in cui il diaframma arriva alla fine della sua contrazione a questo punto è importante continuare a inspirare sollevando lo sterno e le prime coste. Questo permetterà dunque di continuare a incamerare aria attraverso l’espansione polmonare verso l’alto stimolando la verticalizzazione della spina dorsale.
fig. 9 - Sacco viscerale
Per agevolare la completa apertura del torace è importante liberare la cassa toracica dal peso del cinto scapolare. Per questo motivo si può effettuare l’abduzione della scapola (movimento laterale), azione che permetterà di aumentare il volume toracico nella parte alta e posteriore della schiena agevolando l’apertura del vestibolo laringeo. La sinergia di tutti questi movimenti muscolari dunque aiuterà il cantante a espandere le strutture, incamerare grande quantità di aria per la gestione della frase musicale, creare la cavità di risonanza e consonanza, liberare la gola dà tensione attraverso laspirazione dell'aria a mo' di sbadiglio.
Concludendo citando Aureliano Pertile, “Chi ben respira ben canta”, per una perfetta gestione dello strumento voce è fondamentale dunque conoscere e gestire i meccanismi biomeccanici del corpo per fare in modo che l’inspirazione non avvenga per processo inconscio come nella respirazione fisiologica, ma per volontaria azione muscolare. Ciò permetterà che tutte le strutture lavorino in sinergia al fine di creare un movimento fluido nella inspirazione artistica ed evitare contrazioni che potrebbero inficiare la creazione della cavità di risonanza e la gestione del fiato.
INTERVISTA A ROGER FIAMMETTI
a cura di Laura Brioli
Come può un professionista della riabilitazione aiutare il cantante lirico nella gestione dello strumento voce?
Il professionista della riabilitazione può aiutare il cantante lirico permettendogli di trovare un ancoraggio al suolo durante il canto. Più l’ancoraggio è forte e più sarà efficace la capacità di gestire la colonna vertebrale e le coste. Il punto d'appoggio per il fiato è il Ki a livello dell'ombelico, ma ha bisogno del sostegno degli arti inferiori e dell’ancoraggio del corpo al suolo. La respirazione totale permetterà di diffondere il fiato verso l’alto, ma soprattutto verso il basso. Si installa l’ancoraggio che permetterà la gestione dei differenti diametri nella gola, nella laringe…Il cranio partecipa alla qualità del suono.
Il professionista del canto deve essere imperativamente aperto alla conoscenza della biomeccanica della respirazione e del suono. Un artista dalla voce modesta che respira nel modo corretto può essere migliore di un cantante con una buona voce ma avente una cattiva respirazione.
La respirazione è essenziale anche per la voce parlata
Quali sono le differenze nella respirazione costo-diaframmatica rispetto a quella diaframmatico-addominale nella creazione dello strumento voce e nella gestione del vocal tract?
La respirazione diaframmatico-costale prepara la voce di testa, più verso i seni con una costrizione più marcata della laringe, dei sottoioidei, dei masseteri, con una contrazione dei muscoli sotto le clavicole, per un suono più acuto, meno largo, meno caldo.
La respirazione diaframmatico-addominale prepara il corpo verso una migliore capacità della lunghezza della frase e una migliore apertura e gestione della cavità laringea, più larga, più flessibile, con un suono più largo, più ricco, più gestibile.
Nel suo libro “La respiration totale pour tous” lei dichiara che il muscolo ileo psoas è lo starter del diaframma, secondo quali evidenze scientifiche?
Le prove sono meccaniche, bisogna solo osservare l’anatomia. Intanto si può dire che il muscolo romboide fissa la scapola alla colonna vertebrale e dona l'appoggio necessario all’omero per tirare, sostenere un carico. Allo stesso modo è facile constatare che le inserzioni dello PSOAS sulle 4 prime vertebre lombari e sulla dodicesima vertebra dorsale permette, se si ha un buon ancoraggio di stimolare diaframmatici in L2 e L3 (seconda e terza vertebra lombare).
Lo PSOAS è nella stessa catena muscolare degli scaleni e lavorano in sinergia.
Gli scaleni si inseriscono sulle coste superiori attivando ugualmente l'atto respiratorio. Bisogna veramente integrare l’idea che tutto funziona simultaneamente nella respirazione, ma che in funzione delle diverse attività, per esempio nel canto lirico, si dirige l'azione in funzione del suono o della lunghezza della frase musicale da produrre.
Lei è stato docente presso il teatro dell’Opera di Liegi. Quale è l’aspetto più affascinante del lavoro con il cantante?
La presa di coscienza delle loro capacità fisiche. Alcuni cantanti professionisti hanno potuto guadagnare una ottava di suono e hanno potuto interpretare delle opere alle quali non avevano potuto approcciarsi prima.
I cantanti professionisti devono osservare uno stile di vita uguale a quello degli sportivi di alto livello. Qualche volta hanno la tendenza a gestire il corpo per mancanza di informazioni, considerano la loro capacità vocale, la loro tessitura come se fossero solamente un dono della natura e non approfittano a volte dei progressi che potrebbero realizzare attraverso una buona gestione del corpo e un migliore approccio alla loro respirazione.
Nel canto lirico è importante creare le cavità di risonanza laringee e di consonanza di petto durante una particolare respirazione. La contrazione del trasverso dell'addome aiutare al mantenimento dell’abbassamento della laringe in maniera non forzata?
Il muscolo trasverso dell'addome possiede un ruolo capitale. Per prima cosa, durante l’inspirazione, contiene le viscere nel sacco addominale che non si disperde troppo in avanti assicurando così la compressione del diaframma pelvico, attraverso la discesa delle viscere spinte dal diaframma toracico.
Secondariamente all’inizio dell’espirazione contribuisce al ritorno alla normale tensione elastica e aiuta la normale espirazione.
Inoltre alla fine della normale espirazione attraverso una contrazione isotonica, rallenta il ritorno delle coste e permette di allungare la frase musicale.
Dunque, effettivamente, il muscolo trasverso dell’addome contribuisce alla creazione della cassa di risonanza e attraverso una contrazione isotonica fluida e serena, permette di mantenere la laringe in posizione bassa in maniera non forzata.
Laura Brioli
La respirazione forzata
La respirazione totale
di Roger Fiammetti