È andata in scena sabato 16 aprile presso il Teatro De Andrè di Casalgrande - da noi già ridefinito Teatro delle Meraviglie - “L'Amico Fritz”, opera realizzata con i cantanti selezionati dalla VI edizione del Concorso “Lirico Claudio Barbieri”.
Onore al coraggio di Ugo Bedeschi (Presidente della cooperativa sociale che gestisce il Teatro De André e regista delle opere che vi vengono allestite) e del celebre tenore Paolo Barbacini (Direttore artistico del concorso) per aver deciso di puntare su di un titolo che da qualche anno viene rappresentato piuttosto raramente. Un'opera mascagnana di minor richiamo rispetto alla più celebre “Cavalleria rusticana” o alla Bohème pucciniana portata in scena lo scorso anno; questo aspetto ha indubbiamente costituito un freno alla partecipazione di molti giovani cantanti che hanno disertato il concorso ritenendo troppo oneroso studiare un'opera che difficilmente avrebbero avuto occasione di riprendere. Ci vien da dire: peggio per loro! Perché l'ottimo livello ottenuto da questa produzione, nel suo complesso, ha palesato un lavoro di preparazione meticoloso di cui beneficeranno certamente i bagagli artistici e professionali dei ragazzi che hanno fatto parte del cast.
Anche in questa occasione, al pari de la Bohème della scorsa edizione, abbiamo apprezzato le semplici ed al contempo gradevoli scene pensate da Mariella Simonazzi, che firma anche i costumi. In evidente comunione d'intenti con la parte scenografica sono risultate le idee registiche di Ugo Bedeschi che hanno portato i cantanti a muoversi e a relazionarsi con molta naturalezza.
Come previsto dal bando del concorso, i cantanti selezionati hanno partecipato ad una impegnativa masterclass con Paolo Barbacini il quale li ha preparati con grande scrupolo e rigore. Durante la recita lo stesso Barbacini ha diretto con mano sicura le compagini artistiche impegnate, continuando a porre grande attenzione alle esigenze dei cantanti, ben coadiuvato da un'Orchestra Giuseppe Verdi di Parma che ha dato prova di grande professionalità. Un plauso particolare a Francesco Bonacini, commovente nello splendido assolo con cui il violino accompagna l'ingresso di Beppe del primo atto. Ottima anche la prova del Coro Estense di Montecchio.
Dal punto di vista vocale complessivamente buono è risultato il livello del cast.
Giada Bruni dopo aver cantato l'aria di sortita “Son pochi fiori” con un controllo del fiato un po' compromesso dall'emozione e quindi con un appoggio non sempre ottimale, si è ben ripresa e ha saputo dare a Suzel la freschezza richiesta dal ruolo, donando la giusta passione ed il necessario calore al duetto delle ciliege.
Juan Pablo Duprè vestiva i panni di Fritz. Il tenore cileno nonostante un'emissione un po' disomogenea fra i vari registri ha saputo piegare bene una voce di natura piuttosto robusta alle esigenze di un ruolo in cui nuance e mezzevoci sono requisito fondamentale, mostrando tra l'altro di poter contare su di un registro acuto sonoro e squillante.
Il baritono cinese Zhao Denghui nel ruolo di David è stato sicuramente l'elemento più convincente di tutta la compagnia, muovendosi con eleganza e sfoggiando una voce sonora e ben emessa che gli ha consentito di risolvere con sicurezza la sua parte.
Molto bravo il mezzosoprano Giada Frasconi nel ruolo en tranvesti di Beppe.
Spigliato Matteo Corati nei panni di Federico e convincente sia dal punto di vista vocale che scenico l'Hanezeò di Lorenzo Malagola Barbieri.
Corretta anche Elisa Esposito nel breve ruolo di Caterina.
A costo di risultare ripetitivi, ribadiamo che sarebbe bello che queste piccole produzioni realizzate con grande dispendio di energie da parte di persone che lavorano esclusivamente per passione ed amore dell'opera lirica, potessero venire riprese in altri contesti; del resto l'Italia è ricca di teatri (alcuni meravigliosi) di dimensioni medio piccole in cui questi allestimenti calzerebbero a meraviglia.
Danilo Boaretto