Soprano | Laura Aikin |
Mezzosoprano | Anke Vondung |
Tenore | Michael Schade |
Basso | Thomas Johannes Mayer |
Direttore | Myung-Whun Chung |
Maestro del Coro | Claudio Marino Moretti |
Coro e Orchestra del Teatro La Fenice |
Sfumato il progetto di inaugurare la nuova stagione lirica con Fidelio, nel 250° anniversario della nascita il Teatro La Fenice non manca di rendere omaggio a Ludwig Van Beethoven con un’esecuzione in streaming della Nona Sinfonia, originariamente prevista a febbraio e marzo ma rimandata a causa dell’epidemia. Seppure fisicamente assente in sala, il pubblico partecipa numeroso all’iniziativa, arrivando quasi a toccare punte di 5000 spettatori online durante la durata del concerto. Per l’occasione, a causa del numeroso organico richiesto dall’esecuzione, la platea viene sgomberata e occupata dall’Orchestra, mente il Coro viene schierato nei palchetti, con i quattro solisti ospitati nel palco reale.
Assoluto protagonista e trionfatore della serata è Myung-Whun Chung, in totale sintonia con l’Orchestra del Teatro La Fenice in forma smagliante. Le riprese video, ad opera di Daniele Conti, tendono non solo ad esaltare la disposizione “scenica” di Coro e Orchestra, ma si soffermano spesso sull’intensa partecipazione (e commozione) del maestro, il quale dirige le masse con gesto asciutto e sicuro a memoria, senza ricorrere allo spartito. I primi tre movimenti della Sinfonia sono da manuale: benissimo la tinta fortemente drammatica ed espressiva del Primo, l’aggraziato e elegante brio del Secondo, l’ispirazione religiosa e esaltata del Terzo, mentre il Quarto racchiude tutte le caratteristiche esecutive già brillantemente evidenziate nei primi tre.
È proprio con quest’ultimo, tuttavia, che si fanno evidenti alcune delle pecche sia della registrazione audio (ad iniziare dal fortissimo che apre l’ultimo movimento, in cui il comparto dei fiati sembra in ritardo rispetto alla sezione degli archi), sia della disposizione delle masse corali: per quanto scenografica sia la collocazione del Coro nei palchetti del teatro, il suono giunge disperso e non spesso a fuoco, come si avverte durante l’intervento del tenore «Froh, wie seine Sonnen fliegen», in cui il Coro maschile sembra intervenire in sordina. Un discorso simile si può fare per quanto riguarda la sezione dei fiati e delle percussioni, in posizione più arretrata rispetto agli archi (in ottemperanza alle norme di distanziamento sociale): il suono di questi ultimi appare più chiaro e preciso rispetto agli strumenti collocati più lontani.
Nonostante le citate difficoltà dovute a questa nuova disposizione, la prestazione del Coro, preparato dal maestro Claudio Marino Moretti, si mantiene a un ottimo livello, mentre il quartetto vocale schierato nell’occasione non appare ben amalgamato: se il tenore Michael Schade e il mezzosoprano Anke Vondung sono protagonisti di un’esecuzione nel complesso soddisfacente, il basso Thomas Johannes Meyer e il soprano Laura Aikin esibiscono degli strumenti vocali appesantiti e sfocati, sopratutto nel registro acuto.
È sconcertante il silenzio che accoglie la chiusura del concerto, sciolto pochi secondi dopo dall’applauso di tutte le maestranze artistiche coinvolte, all’indirizzo del maestro Chung sorridente e visibilmente grato: lo streaming, per quanto utile, mostra quanto sia profonda (e, purtroppo, potenzialmente fatale) la ferita inferta dal Covid al fragile sistema culturale italiano.
La recensione si riferisce alla diretta streaming del 27 novembre 2020
Martino Pinali