Fiordiligi | Elisabetta Farris |
Dorabella | Marta Leung Kwing Chung |
Despina | Anna Delfino |
Ferrando | Francisco Brito |
Guglielmo | Gabriele Nani |
Don Alfonso | Enrico Maria Marabelli |
Regia | Bruno Pestarino |
Maestro al Pianoforte e Concertatore | Emanuele Delucchi |
Scenografie | Mario Rocca |
Assistente alla regia | Anna Delfino |
Maestro al palcoscenico | Andrea Vulpani |
Light Desiner | Jackson Service di Michele Ravera |
Costumi | Claudia Cesarano |
I "vezzosi arboscelli" sono rosa confetto, un intreccio di foglie e motivi floreali che hanno il tocco dell'artista. Anche le aiuole, i cespugli, pure i muretti e i davanzali. Persino la barchetta a remi dei prodi soldati è teneramente tinteggiata in tono. Un acquerello delizioso, incorniciato dal cielo stellato (quello vero) e dalle casette "mignon" del pittoresco borgo rotondo di Varese Ligure; che pare già lui, da solo, un dipinto.
L'opera è andata in scena così, con le scenografie delicate dello “storico” Mario Rocca e con la semplicità che bene si confà a Mozart: senza troppo mostrare, senza strafare, che tanto - si sa - già dice tutto la musica, calzando a pennello il perfetto libretto del Da Ponte.
Tanta ironia, energia da vendere, affiatamento in scena per questa ventinovesima stagione varesina: i fili delle "marionette" di Mozart sono gestiti dal regista Bruno Pestarino (nuovo direttore artistico della manifestazione insieme ad Emanuele Delucchi) con estrema abilità, assecondando il canto, il testo (con qualche licenza poetica) e sfruttando al meglio lo spazio scenico naturale del piccolo, incantevole, borgo ligure. I personaggi salgono e scendono le scale, spuntano da sotto il porticato, saltellano in platea, si nascondono dietro un albero, corrono a destra e a manca, inghiottiti dal vortice impazzito degli eventi e illuminati da un vivace gioco luci. Agghindati, travestiti, camuffati - i costumi bizzarri e variopinti (Claudia Cesarano) sono un ottimo contrasto cromatico con il rosa della scena - indossano improbabili medaglioni, ingombranti pegni d'amore, copricapo sgargianti, veli di tulle, nasi finti e chi più ne ha più ne metta: in tutto e per tutto il gran bailamme mozartiano, insomma, fatto di giochi, capricci, inghippi di ogni sorta. Ottima poi l'acustica "in sala", ottima anche la dizione dei protagonisti, che hanno snocciolato le arguzie in rima del Da Ponte con estrema chiarezza: nulla è caduto nel vuoto e l'azione è scivolata via come se niente fosse.
Ma allora veniamo proprio a loro, i protagonisti. Giovani, gli artisti sono perfettamente adeguati al tipo di spettacolo proposto, spigliati, brillanti in scena, in felice sintonia di gruppo; non c'è stato un attimo di cedimento nell’azione drammatica, mai un momento di stanchezza o di incertezza. Ottimo l'aplomb di Enrico Maria Marabelli nei panni di Don Alfonso come la frivola spigliatezza di Anna Delfino (Despina) - buoni interpreti a tutto tondo - che si trascinano dietro, a ruota, gli altri personaggi. Vocalmente ben preparati, hanno mostrato tutti una bella padronanza tecnica e apprezzabili spunti interpretativi: segnaliamo una convincente esecuzione di Come scoglio da parte di Elisabetta Farris (Fiordiligi), il bel timbro di Marta Leung Kwing Chung (Dorabella), quello di Gabriele Nani (Guglielmo), che ha sfoggiato un ottimo controllo dell'emissione, morbida ed omogenea, e le gradevoli sfumature, delicate e musicali, di Francisco Brito (Ferrando) . Davvero soddisfacente, infine, il controllo dei concertati e dei pezzi d'assieme, gestiti dalla mano attenta di Emanuele Delucchi, maestro concertatore al pianoforte, eccellente sostegno strumentale dell'intera esecuzione.
Successo vivissimo nella platea circolare, applausi scroscianti anche dai "palchi" improvvisati - i balconi e le finestre affacciate sul borgo - ed entusiasmo per il nuovo corso dell'estate varesina. “Fortunato l'uom che prende ogni cosa pel buon verso”. Il verso, si direbbe, è quello giusto: in bocca al lupo, di cuore, alla nuova direzione artistica.
Barbara Catellani