Superius | Alessandro Carmignani |
Contralto | Andrea Arrivabene |
Tenore | Gianluca Ferrarini |
Basso | Marcello Vargetto |
Organo | Ivana Valotti |
Direttore | Giovanni Acciai |
Nova Ars Cantandi |
La meditazione notturna della Pieterskerk che spesso chiude le intense giornate del Festival è oggi dedicata ai Responsoria di Leonardo Leo (1694-1744). Parte fondante degli uffici della settimana santa, i responsori non hanno mai cessato di essere messi in musica a partire dal Medioevo per non uscire più dal repertorio, benché si possa individuare nel periodo tra Cinquecento e Settecento l’epoca d’oro di questo caposaldo della musica sacra.
Leonardo Leo, esponente di primo piano della Scuola Napoletana, musicò i Responsoria negli ultimi mesi di vita. Giovanni Acciai, direttore e musicologo, li ha riportati alla luce curandone l’edizione critica. Li ha quindi incisi nel 2018 per Archiv in prima esecuzione mondiale e li ha presentati in diversi concerti prima di giungere anche qui a Utrecht con la Nova Ars Cantandi accompagnata da Ivana Vallotti all’organo, aggiungendo interesse al programma di un Festival che si apprezza soprattutto quando propone inediti, riscoperte e opere rare.
Si fa buio in chiesa, a parte qualche debole luce artificiale che illumina i leggii rafforzata da quindici candele che verranno spente man mano dal direttore, fuorché una, simbolo di Gesù Cristo. I responsori, scritti per quattro voci e continuo, scorrono sul testo latino fluidi e accattivanti. I quattro cantori si producono in una performance ammirevole sia dal punto di vista vocale che interpretativo. L’anima teatrale di Leonardo Leo, che è insita anche in questa musica religiosa, richiede una sensibilità attoriale da parte di chi canta, qui espressa con convinzione da tutti gli interpreti. L’ufficio della settimana di Passione diviene così luogo di tensioni drammatiche, di momenti patetici, di espressione degli affetti in un contesto quasi naturalista, se non fossimo in anticipo di almeno un secolo e mezzo. Giovanni Acciai amministra con sapienza tempi e pause, mantenendo sempre alta la tensione e desta l’attenzione.
Il pubblico, più che motivato data l’ora tarda, ha seguito con la consueta attenzione tributando applausi convinti e ripetuti.
La recensione si riferisce al concerto del 26 agosto 2019
Daniela Goldoni