Lunedì 14 ottobre 2019 |
18° Festival Pianistico "Giovani Interpreti e Grandi Maestri" |
Nathalia Milstein - pianoforte |
Franz Joseph Haydn |
Andante con variazioni in fa minore Hob.XVII/6 |
Robert Schumann |
Fantasiestücke op.12 |
Fryderyk Chopin |
24 Préludes op.28 |
L’attività dell’Associazione Chamber Music Trieste è sempre più varia e articolata, specialmente in questo periodo.
Si stanno infatti concentrando in pochi giorni numerosi appuntamenti di particolare interesse, nel corso dei quali è possibile apprezzare accanto alle situazioni più usuali, cornici architettoniche nelle quali è stato ridato, con originalità e attenzione, spazio alla musica interpretata da ensemble di provata esperienza ma anche da giovani talenti ed è davvero meritoria tale attenzione volta a far entrare il repertorio cameristico in ogni luogo riportandolo così nei luoghi per cui era originariamente stato creato.
Così, mentre a Gorizia, nel settecentesco Palazzo de Grazia, restaurato di recente e attuale sede della “Casa dell’Arte”, si avvicendano i concerti della breve stagione degli Aperitivi al Tramonto offerti nelle domeniche di ottobre (lo Slowind di Lubiana domenica 6 ottobre, il Trio Hegel il 13, Erica Piccotti il 20 e il Duo Veles assieme al Duo Perišič), a Trieste venerdì scorso il Duo Petelin-Cyargeenka (soprano e chitarra) e il giorno dopo il Duo Obersnel - Gregoric (flauto e arpa celtica), si sono avvicendatii nella sala circolare di Palazzo Carciotti nell’ambito dell’iniziativa I concerti col caschetto, prima tappa di una serie di iniziative nate da una sinergia con diversi enti e istituzioni pubbliche e private, volte a far conoscere alcuni degli edifici più significativi della città, attualmente inagibili, bisognosi di radicali ristrutturazioni e, nel caso di Palazzo Carciotti, messi in vendita per poter essere nuovamente valorizzati.
In tutto questo fermento, già di per sé degno di nota a dimostrazione della poliedrica sensibilità estetica di Fedra Florit, direttore artistico della Chamber Music Trieste nel coniugare momenti musicali di livello con la conoscenza del territorio e la valorizzazione di giovani talenti, ecco apparire un’interprete davvero luminosa.
È infatti in pieno svolgimento a Trieste il 18° Festival pianistico “Giovani interpreti & grandi Maestri”; nel corso del terzo concerto in programma la ventiquattrenne Nathalia Milstein ha letteralmente incantato il pubblico grazie a una tecnica sopraffina combinata in modo mirabile con una grazia rara e un’abilità interpretativa che si potrebbe dire demiurgica.
La fisicità di un tocco preciso e naturale è stata infatti trasformata in un suono multiforme che si faceva di volta in volta aereo, tellurico, dolce o inquieto, grazie a un controllo totale e al contempo naturale, sorprendentemente spontaneo.
Nathalia Milstein è riuscita a dar tridimensionalità alle armonie giocando con sapiente padronanza delle luci e delle ombre, celate tra le pieghe dei discorsi sonori e offrendo sinestesie in grado di evocare astratti bassorilievi dotati di un potente dinamismo interno, in un costante equilibrio sempre rinnovato: un insieme di piccolissimi scorci, miniature preziose uniche e incantevoli.
Dall’Andante con variazioni in fa minore di Franz Joseph Haydn sono emerse suggestioni intime ed essenziali in un ambiente apollineo, garbato e pacato, mentre lei, agile e leggera sulla tastiera, vi traeva un suono limpido e gentile con un’energia calibrata alla perfezione, conseguenza di un investimento emozionale e virtuosistico dalle sfumature ricchissime.
Nei Fantasiestücke op.12 di Robert Schumann si è evidenziata una netta separazione tra i caratteri dei diversi movimenti col passare da uno all’altro in modo ben distinto, senza mai trascurare la presenza di espressività contrastanti, coesistenti con grazia.
Il pubblico ha fatto così, in breve tempo, esperienza di momenti dolci e brillanti, meditativi e decisi, corse a perdifiato in un susseguirsi di luci e ombre; attraverso lievi e nette modulazioni ritmiche si è giunti alla fine, nella ricomposizione del tutto con un commiato grandioso, ampio e ponderato.
La seconda parte della serata è stata dominata da Chopin con un’emozionante lettura dei 24 Préludes op.28.
L’ordine stabilito dal compositore, una successione architettonicamente perfetta tra modi maggiore e minore in una sequenza che procede seguendo il “circolo delle quinte”, è stato esaltato da Nathalia Milstein dando letteralmente vita a due correnti che si sono alternate rincorrendosi e dialogando in una contaminazione reciproca.
Di grandissimo impatto emozionale il Largo in mi maggiore. maestoso e intenso, il Sostenuto in re bemolle maggiore, lieve, dolce, teso e complesso, ma anche magico e trasognato e il Largo in do minore dal ritmo ieratico e struggente.
La generosità di questa giovane pianista, già ben evidente fino a questo punto, è stata confermata da ben tre bis.
Skrjabin, mirabile completamento di quanto era stato preceduto, ha aperto la via a echi di altri autori contemporanei e posteriori a lui; è stato seguito da un fiabesco Prokof’ev e da un più leggero Chopin.
Il pubblico, entusiasta e grato, a conclusione di una magica serata in cui si sono percepiti chiaramente momenti di silenzio perfetto e di comune fiato sospeso, è stato testimone della grazia solare e serena di un’artista capace di far scoprire nuovi aspetti di opere note.
Nathalia Milstein ha saputo scivolare con naturalezza nella drammaticità, rivelandone senza timore i lati più belli.
La recensione si riferisce al concerto del 14 ottobre 2019.
Paola Pini