Aperitivo Classico |
Al DoubleTree by Hilton Trieste |
Duo Vinci - Delle Donne |
Federica Vinci - soprano |
Luca Delle Donne - pianoforte |
Gabriel Fauré |
Clair de lune |
Le papillon et la fleur |
En sourdine |
Claude Debussy |
En sourdine |
Romance |
Clair de lune |
Henri Duparc |
Au pays où se fait la guerre |
Romance de Mignon |
Chanson triste |
Erik Satie |
Je te veux |
Tendrement |
La diva de l'Empire |
L’Aperitivo Classico al DoubleTree by Hilton Trieste è una deliziosa e molto gradevole iniziativa della Chamber Music Trieste proposta per cinque domeniche, sempre alle 11, dal 13 settembre al 18 ottobre.
Lo splendido e centralissimo palazzo edificato a inizio Novecento per divenire la Sede principale della RAS - Riunione Adriatica di Sicurtà fondata a Trieste nel 1838, ristrutturato recentemente con gusto e attenzione, è ora un prestigioso hotel della catena Hilton.
La bella sala del Berlam Coffee Tea & Cocktail (dal nome degli architetti, Ruggero e Arduino, autori del progetto originario), di pregio estetico e dall’ottima acustica, è stata scelta per ospitare queste nuove matinée musicali, di cui quella odierna è la prima.
Il soprano Federica Vinci e il pianista Luca Delle Donne, due giovani interpreti triestini, sono stati i protagonisti con uno squisito programma, tutto dedicato alle Chansons francesi di quattro autori e composte tra il 1861 e il 1904.
La voce calda e avvolgente di Federica Vinci e l’accompagnamento magistrale di Luca Delle Donne sono stati molto apprezzati dal numeroso pubblico presente in sala, che ha potuto spaziare nel mondo musicale della Belle Epoque e divertirsi nell’ascoltare le diverse versioni scritte da Gabriel Fauré e Claude Debussy a partire dalle stesse due poesie di Paul Verlaine (Clair de lune e En sourdine), Le papillon et la fleur di Fauré sul testo di Victor Hugo, Romance di Debussy con i versi di Paul Bourget.
In questa prima parte ha dominato un’atmosfera lieve, evocante ambientazioni notturne, dai toni intimisti ed eterei in cui la voce, soprattutto in Debussy, pareva quasi galleggiare sulle onde create dal pianoforte, in un dialogo leggero ma denso, sorta di contrappunto sublimato in un susseguirsi sognante di arabeschi sonori.
Ben diversa la seconda parte, più corporea e legata alla realtà, fin dall’ Au pays où se fait la guerre, primo brano proposto tra quelli scritti da Henri Duparc, canzone antimilitarista sulle parole di Théophile Gautier, seguito dalla limpida Romance de Mignon d’ispirazione goethiana e dalla romantica Chanson triste, tutte caratterizzate da un diverso modo, rispetto alla prima parte del concerto, nel calibrare la tensione interna a ogni singolo brano, con una dominanza dei toni drammatici e a volte tragici, fatta ben presto evaporare dalla successiva esuberanza tipica di Erik Satie con tre brani scritti, nei primi anni del Novecento, per il mondo del Cabaret e interpretati con un sobrio crescendo teatrale: il celeberrimo Je te veux, i guizzi sornioni, più dolci, ma sempre ironici di Tendrement, fino al brillante e caricaturale La diva de l’Empire.
Il bis conclusivo, Le chemin de l’amour di Francis Poulenc, ha riportato gli ascoltatori a una dolcezza ferma e assertiva, ideale sintesi di quanto finora ascoltato. Com’è ormai tradizione di questa bella iniziativa dell’Associazione Chamber Music di Trieste, alla fine del concerto il pubblico è stato invitato a un brindisi con i giovani artisti che ben si è sposato con l’atmosfera leggera della mattinata.
La recensione si riferisce al concerto del 13 settembre 2020
Paola Pini