Floria Tosca |
Chiara Isotton |
Mario Cavaradossi |
Fabio Sartori |
Il barone Scarpia | Claudio Sgura |
Il sagrestano | Alex Martini |
Cesare Angelotti | Andrea Pellegrini |
Spoletta | Francesco Tuppo |
Sciarrone | Hazar Mürsitpinar |
Un carceriere | Luca Scapin |
Maestro concertatore e direttore | Francesco Lanzillotta |
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta |
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Insieme Corale Ecclesia Nova e Coro di Voci Bianche dell'Associazione Musicale F. Manzato |
Doveva essere una grande festa la messa in scena di Tosca a Treviso. Infatti dovevano essere celebrati i 120 anni esatti dalla sua prima esecuzione presso l’allora Teatro Sociale (con Enrico Caruso e Ada Giachetti, zia di Mario Del Monaco), coincidenti con l’inaugurazione della stagione lirica del Teatro Mario Del Monaco e dell’Autunno Musicale cittadino e, se vogliamo proprio dirla tutta, doveva costituire anche una timida ripartenza del mondo della cultura italiano dopo il lockdown.
Purtroppo il teatro trevigiano è stato uno dei primi a subire gli effetti del recente decreto del governo e pertanto la recita che doveva tenersi proprio il 26 ottobre si è potuta svolgere esclusivamente senza pubblico. Tuttavia grazie alla collaborazione con l‘amministrazione comunale locale, quasi 2000 spettatori virtuali hanno potuto prendere parte alla serata seguendo la diretta streaming sul sito del Teatro Stabile del Veneto superando così di gran lunga i 266 previsti in sala: decisamente un bel successo per gli organizzatori che hanno dovuto reinventarsi all’ultimo minuto.
È stata quindi proposta una Tosca in forma semi-scenica con orchestra schierata sul palco, cantanti che recitavano in proscenio e i due cori schierati ai lati durante i loro interventi. Qui di seguito qualche impressione sulla serata, ovviamente al netto dei limiti di una ripresa streaming di emergenza con possibilità di visione e ascolto ben differenti da quelli di uno spettacolo dal vivo, per non parlare dell’aspetto emotivo.
Chiara Isotton disegna una Tosca sul solco della tradizione, passionale e fiera. La presenza in scena è elegante e la recitazione è coinvolgente. La voce del soprano è corposa e penetrante soprattutto nell’ottava superiore, anche se si nota qualche tensione nel registro acuto quando viene sollecitato ripetutamente. Discreto il Vissi d’arte, in cui si evidenzia una certa mancanza di legato.
Il Cavaradossi di Fabio Sartori non convince del tutto: il cantante è generoso e baldanzoso fin dalla sua apparizione in scena, ma l’interprete risulta poco incline alle sfumature. Caratteristica che unita a un fraseggio generico e un canto improntato sul forte, ha come risultato un cavaliere un po’ monocorde.
Colpisce positivamente lo Scarpia di Claudio Sgura che si smarca dalla classica interpretazione volgare basata su suoni digrignanti, ma è reso con nobiltà non solo nella figura e nei gesti, ma anche nel canto. Purtroppo questo eccesso di buonismo non paga in toto poiché sembrano mancare quella cattiveria di fondo o quelle frasi giustamente insinuanti che ci si aspetta da Scarpia.
Si disimpegnano bene tutti i comprimari selezionati, in particolar modo il centratissimo Spoletta di Francesco Tuppo e il sagrestano di Alex Martini.
L’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta risponde sempre in modo positivo alle sollecitazioni di Francesco Lanzillotta, che dirige con mano sicura e coordina senza incidenti cantanti, l’Insieme Corale Ecclesia Nova e il Coro di Voci Bianche dell'Associazione Musicale F. Manzato.
Assordante il silenzio a fine spettacolo, rotto da un “Grazie professori “ da parte di Lanzillotta, che scioglie l’atmosfera e ci fa veramente dire grazie a tutti i lavoratori che hanno reso possibile questa Tosca.
La recensione si riferisce allo streaming di lunedì 26 ottobre 2020.
Andrea Bomben