Sonia Bergamasco | Cantante-attrice |
Fabrizio Gifuni | Attore |
The Swingle Singers Ottetto Vocale a Cappella |
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Ensemble Strumentale Dell'accademia Chigiana |
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Vittorio Parisi Direttore |
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Valter Malosti | Regia |
Compagnia Teatro di Dioniso | Allestimento Scenico |
Francesco Scagliola | Coordinatore Tecnologico e Regia del Suono |
SIENA – Dal 1962 Azio Corghi, compositore e musicologo, confonde la musica col canto. Dal 1996, invece, Aldo Bennici guida l’Accademia chigiana di Siena che dal 1944 trasforma ogni estate, per una “Settimana musicale” all’anno, la città del Palio in una spiaggia di note. Vi sia o meno rilevanza geografica Bennici, siciliano, chiama Corghi, piemontese, e gli raccomanda un’opera «scritta intorno a una storia senese». La commessa è accettata e in prima assoluta ¿Pia? s’è rappresentata al Teatro dei Rozzi lo scorso giovedì, otto luglio del duemilaquattro. Il Dialogo drammatico-musicale in un atto, tratto dal Dialogo nella Palude di Marguerite Yourcenar, è capolavoro del teatro musicale del secolo appena avviato. Le scelte concretizzate da Corghi in un libretto dalle straordinarie capacità evocative e descrittive e in una partitura di raro equilibrio timbrico e armonico parlano i linguaggi universali di musica e poesia consentendo anche al regista Valter Malosti un contributo gradevole e pertinente, pur in qualche momento un po’ troppo caricato. «Sette madrigali drammatici, collocati fra 7 scene incorniciate fra Introduzione e Finale» riassumono freddamente una forma che è già, di per sé, superamento delle convenzioni. Corghi presenta il suo mondo affollato dai due soli personaggi di Pia, magistralmente restituita in canto e in recitazione da Sonia Bergamasco e dal marito-carceriere Sire Lorenzo, Fabrizio Gifuni precisissimo ed efficace nella declamazione sempre a cavallo fra il fraseggio musicale e le accentazioni metriche. Tutta sospesa fra sogno e realtà la narrazione, in cui si dà conto della lucidità e della follia, della moralità e del desiderio corporale, della possibilità di redenzione e dell’incancrenirsi della cattiveria. Pia è prigioniera di un marito ormai senza età, in un maniero dell’insana Maremma cinquecentesca. Lorenzo cerca vanamente il suo perdono cercando di restituirle una libertà che forse Pia ha già ottenuta, proiettandola nei suoi sogni più carnali, lasciandola vagare nei luoghi indefiniti della narrazione polifonica, esemplare nell’esecuzione dell’ottetto vocale dei Swingle Singers. Se il libretto è così efficace è anche per la costante affinità con la scrittura musicale. Corghi fa dimenticare che vi sia un solco tra il linguaggio scritto, cantato e suonato. Mette su un’orchestra (nell’occasione quella dell’Ensemble strumentale dell’Accademia chigiana diretta da Vittorio Parisi) e affida all’oboe il principale compito dialogico, alle percussioni il discorso delle passioni, alle corde, gravi e acute, lo sfondo “brulicante” che accompagna e definisce ritmicamente il parlato degli attori. Le melodie infantili, le armonie semplici, la costruzione raffinata e intelligibile fanno di ¿Pia? una rosa tra i tanti fiori di campo che spuntano, occasionalmente, qua e là per i teatri del mondo.
David Toschi