Fiordiligi | Tamar Iveri |
Dorabella | Maite Beaumon |
Despina | Helen Donath |
Ferrando | Christoph Strehl |
Guglielmo | Russell Braun |
Don Alfonso | Thomas Allen |
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Direttore | Adam Fischer |
Regia | Ursel Herrmann, Karl-ernst Herrmann |
Scene e Costumi | Karl-ernst Herrmann |
Maestro del Coro | Rupert Huber |
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Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor |
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Wiener Philharmoniker |
La più spietata ed insieme la più realistica tra le opere di Mozart. “Cosí fan tutte” non è un’opera sull’amore o sulla sua celebrazione; il capolavoro che Mozart e Da Ponte ci consegnano è un inno alla seduzione, alla sperimentazione dei sentimenti, alla gioia dei sensi, una summa del pensiero illuministico e della libertà totale che lo anima. L’Illuminismo è ricerca, voglia di capire attraverso qualsivoglia esperienza, ivi compresa quella della sensualità talvolta portata all’eccesso: da Goethe a de Sade, passando per Marivaux. Nel bellissimo spettacolo dei fratelli Hermann, che già vedemmo l’anno passato, il gioco degli amanti è smaccatamente palese sin dall’inizio: Guglielmo e Ferrando, Dorabella e Fiordiligi si spiano fin dalle prime note dell’ouverture; le due scaltre ragazze non credono per un momento alla partenza degli amanti e, dal canto loro, i due maschietti approfittano della situazione per sperimentare le arti amatorie della fidanzata dell’altro. Il gioco così scoperto offre spunti registici divertentissimi: in scena c’è sempre qualcuno che spia, nascosto, le mosse degli altri, fingendo poi sorpresa, rabbia, dolore a secondo delle situazioni. Nella ripresa di quest’anno, curata personalmente dagli Hermann, l’azione scenica è risultata ancor più ammiccante, a testimonianza del fatto che anche un allestimento “collaudato” può trovare nuovi spunti ad ogni suo apparire. Bellissime, come già avemmo a dire l’anno passato, le scene, che forse avrebbero trovato maggior valore in uno spazio teatrale di dimensioni più ridotte, firmate dal solo Karl-Ernst Hermann. Ci ha ancora una volta stupito favorevolmente la cura, quasi maniacale, dei recitativi e dei tempi teatrali che essi richiedono. Rispetto al 2004 il cast ha subíto delle variazioni che hanno portato ad un’esecuzione decisamente meno interessante. Adam Fischer concerta con braccio assai pesante, allentando sistematicamente i tempi sino, talora, a stremarli e privando la musica di tutta l’elegante ironia che ne è cifra costitutiva e determinante. Ci è davvero mancato l’impeto giovanile di Philippe Jordan. Tamar Iveri, ha acquisito una maggior corposità nei centri, unita alla già notevole sicurezza in acuto, che ha conferito alla sua sempre splendida Fiordiligi un’ulteriore dose di sensualità. Per lei ovazioni, meritate, al termine di ciascuna delle sue arie. Maite Beaumont, al suo debutto Salisburghese, è stata tutto sommato una Dorabella più che convincente, sia vocalmente che scenicamente. Beaumont è dotata di un timbro di mezzosoprano acuto di notevole fascino che ben si integra con le rotondità della Iveri. Un po’ spento il Ferrando di Cristoph Strehl; la sua voce, sempre un tantino sfocata e sforzata in acuto, non contribuisce a togliere al personaggio quell’aria un po’ lamentosa che ne è segno distintivo. Meglio il gioviale e guasconissimo Guglielmo del canadese Russel Braun, il quale si fa notare per presenza scenica e indubbie qualità vocali; la sua linea di canto è impeccabilmente sostenuta e l’emissione dei suoni è facilissima. Un plauso incondizionato ai due “mostri sacri” presenti sulla scena. Sir Thomas Allen, a dispetto dell’età che avanza e di una voce non più verdissima, incarna un Don Alfonso luciferino, spietato, irridente, che ci convince pienamente. Helen Donath, Despina un po’ “agé” ma irresitibile nel suo essere arbitra delle vicende delle due coppie, è una lezione di canto e di recitazione vivente. In forma smagliante i Wiener, cosí come il coro, ottimamente istruito da Rupert Huber. Una menzione alla bravissima Rachel Andrist, la fortepianista sempre in scena nei recitativi, sempre interagente con i cantanti. Alla fine applausi convinti per tutti.
Alessandro Cammarano