Reggio Emilia - Teatro Valli |
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Léila | Doina Dimitriu |
Nadir | Stefano Secco |
Zurga | Alessandro Corbelli |
Nourabad | Enrico Iori |
Direttore | Reynald Giovaninetti |
Regia | Pier Francesco Maestrini |
Scene e Costumi | Alfredo Troisi |
Coro Merulo di Reggio Emilia |
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Orchestra della Fondazione A. Toscanini |
Si deve a una coproduzione tra i teatri di Reggio Emilia, Piacenza e Ferrara, uno degli spettacoli più riusciti di questo scorcio del 2003 e che, tra pochi, valorizza il bene inestimabile dei teatri della provincia italiana. I Pescatori di Perle di George Bizet è uno di quei titoli che disertano per anni i cartelloni delle stagioni liriche, trovando però ad ogni sua quasi decennale apparizione un consenso di pubblico che genera aspettative ed entusiasmi puntualmente poi evasi dai direttori artistici dei nostri teatri. La prima di venerdì sera al Valli di Reggio Emilia documenta di un serio impegno organizzativo. Le scene e i costumi (Alfredo Tosi) e le luci (Fiammetta Baldiserri) hanno disegnato tradizionalmente i luoghi esotici dell'isola di Ceylon dove la vicenda è ambientata, in modo più onirico e fiabesco che non geografico. La regia di Pierfrancesco Maestrini, pur indugiando eccessivamente sui balletti (coreografie di Fredy Franzuti) che hanno lasciato un po' statici i movimenti degli altri in palcoscenico, ha avuto rispetto del testo e dei protagonisti, finalmente non impiegati in posizioni innaturali al canto. Alessandro Corbelli ha interpretato Zurga, il capo dei pescatori, con sicurezza vocale e scenica, costituendo punto di riferimento per l'intero cast. Stefano Secco ha prestato una voce piccola, ma ben impostata e corredata da rara scuola e intelligenza, a Nadir, l'amico fraterno di Zurga che ne tradisce la fiducia. Doina Dimitriu ha impersonato, solo formalmente, Leila, la vergine giurata che cede all'amore per Nadir. Una voce, la sua, dal colore bellissimo ma maldestramente attrezzata nella tecnica e, per altro, completamente fuori ruolo. Enrico Iori è un giovane basso, ormai promessa svelata e pienamente convincente. Il suo Nourabad, dopo un inizio appena stentato, è risultato perfetto. Reynald Giovaninetti ha diretto l'orchestra della Fondazione Toscanini con begli spunti e con una lettura coerente anche se non sempre condivisibile. La dilatazione di certi tempi ha messo a dura prova le prestazioni dei cantanti anche nelle loro arie principali, una maggiore attenzione agli attacchi del coro avrebbe forse determinato una migliore prestazione del gruppo ben preparato da Franco Sebastiani, che è risultato comunque sempre all'altezza. Il pubblico ha preventivamente premiato la scelta dei Pescatori di Perle assicurando un tutto esaurito per le due recite reggiane e premiato con applausi convinti tutti i protagonisti dopo lo spettacolo. Si replica il 4 e 6 aprile a Piacenza, 11 e 13 a Ferrara.
David Toschi