Direttore | Kristjan Järvi |
Mezzosoprano | Daniela Pini |
Tenore | Alexander Sprague |
Basso | Luca Dall'Amico |
Filarmonica Arturo Toscanini | |
Jgor Stravinskij | "Pulcinella" balletto per piccola orchestra e tre voci |
Franz Schubert | Sinfonia n. 3 in re maggiore D.200 |
Il secondo appuntamento della stagione concertistica de La Toscanini che si svolge presso l'Auditorium Paganini di Parma a porte chiuse causa la pandemia, è una effervescente accoppiata musicale perfetta per bucare il video e coinvolgere il pubblico, che assiste in diretta streaming gratuita, quasi come si trovasse in sala.
Il direttore estone Kristjan Järvi propone infatti un inconsueto dittico composto dal balletto in un atto per piccola orchestra e tre voci soliste “Pulcinella” di Stravinskij e dalla Sinfonia n. 3 in re maggiore D. 200 di Schubert.
Due composizioni lontane tra loro nel tempo ma che hanno in comune i colori e la ritmica vivace che induce alla danza.
L'impresario teatrale russo Sergej Diaghilev, durante uno dei sui viaggi in Italia, scoprì a Napoli parecchi manoscritti incompiuti attribuiti a Pergolesi e propose a Stravinskij di arrangiarli in un balletto incentrato su Pulcinella nella tradizione della Commedia dell'Arte italiana.
In realtà più recenti studi filologici hanno permesso di accertare che non tutti i brani di Pulcinella sono originali ma che alcuni, opera di altri musicisti (Domenico Gallo, Unico Wihelm van Wassenaer, Alessandro Parisotti), furono fatti passare per autentici dopo la morte del compositore di Jesi.
Stravinskij lavorò alla composizione tra il 1919 e il 1920 e chiese espressamente che scene e costumi della prima rappresentazione fossero creati da Pablo Picasso.
Musica settecentesca, quindi, di cui Stravinskij mantenne immutati il basso e le melodie serene cambiandone, secondo il suo inconfondibile stile, la forma armonica, i ritmi e la sonorità.
Il suo lavoro fu pesantemente criticato da chi gli contestava il mancato rispetto dei classici, osservazioni a cui il compositore rispose con fermezza: “...voi li rispettate, ma io li amo”.
L'affascinante doppio linguaggio di questa composizione è sviluppato con brillantezza e sorridenti notazioni ironiche da Kristjan Järvi alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini.
Non c'è trama: gli interventi dei tre solisti non sono legati a specifici episodi scenici che sono probabilmente delegati all'azione coreografica assente in questa occasione.
Solo il terzetto conclusivo racconta il lieto fine della commedia, il cui canovaccio è contenuto in un breve riassunto che accompagna la partitura.
Le voci sono quelle del mezzosoprano Daniela Pini, timbro corposo e salda intonazione, del tenore Alexander Sprague, specialista nel repertorio barocco che si distingue per la precisione del fraseggio reso a volte arduo dalla ritmica incalzante, e del basso Luca Dall'Amico che canta con eleganza e grande proprietà stilistica.
Il programma prosegue poi con la Sinfonia n.3 in re maggiore scritta da Schubert nel 1815 ad appena 18 anni.
Una composizione breve e concisa che, dopo un'introduzione maestosa, affida i suoi temi alle voci argute ed evocative del clarinetto e dell'oboe e, passando per un minuetto giovane, impertinente e un po' spettinato, termina a passo di danza con una giocosa e scintillante tarantella.
La recensione si riferisce alla diretta streaming del 7 novembre 2020.
Patrizia Monteverdi