Angelina | Mara Gaudenzi |
Don Ramiro | Chuan Wang |
Don Magnifico | Simone Alberghini |
Dandini | Emmanuel Franco |
Alidoro | Francesco Leone |
Tisbe | Caterina Dellaere |
Clorinda | Maria Eleonora Caminada |
Direttore | Antonino Fogliani |
Regia | Teresa Gargano |
Scene | Sormani - Cardaropoli S.r.l. |
Costumi | Arrigo Costumi |
Maestro del coro | Francesca Tosi |
Orchestra Filarmonica Italiana | |
Coro Colsper | |
Nuova produzione del Teatro Coccia di Novara |
L’anno da poco iniziato si è avviato sotto i migliori auspici per il Coccia di Novara. Dopo spettacoli andati in scena con una sala purtroppo semivuota, con le due rappresentazioni della Cenerentola di Rossini pare infatti che il teatro abbia ritrovato un’intesa con il pubblico. Pandemia a parte, nelle ultime stagioni artistiche, l’intraprendenza di Corinne Baroni, direttore della fondazione, la linea d’azione da lei perseguita nella sperimentazione e nel formulare modalità innovative di fare teatro hanno dovuto fare i conti con l’attesa per una programmazione capace di conciliare tradizione e prospettive future. C’è da notare che forse anche la ricerca di innovazione, quando diventa routine, rischia di perdere la propria attrattiva non riuscendo più – se non sapientemente stimolata - ad intercettare la curiosità del pubblico.
La nuova produzione di Cenerentola alla quale abbiamo assistito, presentata in un allestimento classico e con una sala gremita anche nei palchi, pare dunque abbia sancito una ritrovata fiducia dei melomani novaresi con il proprio teatro. Il merito della riuscita dello spettacolo è da ascrivere in gran parte alla trascinante direzione di Antonino Fogliani da un decennio responsabile musicale del festival “Rossini in Wildbad” e, grazie anche a fortunate incisioni discografiche, ormai riconosciuto autorevole interprete del pesarese. La scelta di tempi sempre piuttosto serrati, la sottolineatura della vivacità ritmica della partitura, la perfetta simbiosi con il palcoscenico e la felice intesa con l’Orchestra Filarmonica Italiana, sono stati alcuni caratteri che hanno reso particolarmente piacevole e coinvolgente la lettura di Fogliani. Il maestro ha saputo correttamente evocare toni soffusi per le pagine elegiache ("Una volta c’era un re"), o estatici ("Un soave non so che") senza per questo trascurare la dinamicità e l’estroversione timbrica nei grandi concertati (“Questo è un nodo avviluppato” o “Noi voleremo, domanderemo”).
Passando alla compagnia di canto, autentico mattatore del palcoscenico è stato un cantante di solida esperienza qual’è Simone Alberghini al debutto nel ruolo di Don Magnifico. Riuscendo mirabilmente a mettere in secondo piano le difficoltà di tessitura della parte per la sua voce, il baritono ha tratteggiato un personaggio burbero e scontroso senza calcare eccessivamente la mano sui tratti buffi. In particolare, Alberghini ha evidenziato sensibilmente la durezza di Don Magnifico nei rapporti con Angelina sottraendo così al proprio personaggio quel carattere di macchietta che solitamente limita l’interpretazione del “nobile” genitore.
Spigliata e coerente nel delineare un percorso di autoconsapevolezza della protagonista - da ragazza sempliciotta a donna determinata nel rivendicare la propria personalità - Mara Gaudenzi ha messo in luce le qualità di una voce fresca (ancora un po’ da rifinire nel registro più grave) e un’apprezzabile sicurezza nelle agilità. Oltre alla scioltezza musicale – prorompente nel Rondò finale - la giovane cantante ha dato prova di buona espressività nel colorare le frasi e nella rifinitura delle dinamiche. Chuan Wang (Don Ramiro) è senza dubbio un giovane da tenere d’occhio. Dopo gli studi presso i Conservatori di Guangzhou e di Milano e l’Accademia di perfezionamento per Artisti Lirici della Scala, il tenore di origini cinesi ha avviato una carriera artistica che promette bene. All’ascolto, la voce di Wang si fa apprezzare per avvenenza di smalto e omogeneità anche nelle note più acute. Ce ne siamo resi conto nella serie dei Do dell’estesa e perigliosa cavatina “Si, ritrovarla io giuro” che il cantante il cantante ha sciorinato con assoluta naturalezza.
Complice e alter ego sotto mentite spoglie di Don Ramiro, Emmanuel Franco è stato un Dandini divertente e notevole per musicalità e fraseggio, ben rifinito nel canto spianato e disinvolto nelle agilità. Sufficiente Francesco Leone il quale, nel ruolo di Alidoro, ha mostrato ancora alcune durezze nell’emissione. Completavano più che degnamente la compagnia la coppia delle sorellastre, Clorinda e Tisbe, impersonate rispettivamente da Caterina Dellaere e Maria Eleonora Caminada, entrambe appropriate e vitali sia per quanto riguarda l’interpretazione drammaturgica sia per quella vocale. Nonostante le difficoltà derivanti dall’uso delle mascherine, ampiamente positiva – per pienezza di suono e precisione - la prova del Coro Colsper, preparato da Francesca Tosi.
Si è accennato all’inizio delle nostre riflessioni del carattere tradizionale della messinscena curata da Teresa Gargano. Alle prese con la vicenda raccontata dal libretto di Jacopo Ferretti - adattamento della celebre fiaba di Charles Perrault – e senza perdersi in intellettualismi registici sovente fine a se stessi, la Gergano ha impostato la propria lettura concentrandosi sulla figura della protagonista evidenziandone l’attualità nel rivendicare i propri diritti e la propria personalità. Complici gli opulenti costumi di metà Ottocento di gusto mitteleuropeo prodotti dalla sartoria teatrale Arrigo Costumi e i variopinti scenari dal sapore antico realizzati dal laboratorio Sormani – Cardaropoli, i caratteri tipici della fiaba a lieto fine sono stati calati in un’atmosfera che richiamava chiaramente – secondo le indicazioni della stessa regista – i celebri film dedicati alla principessa Sissi con Romy Schneider nel ruolo della protagonista. Al termine dello spettacolo, convinti e calorosi applausi da parte del pubblico. Concludendo le note positive, rimane il rammarico che quest’anno il cartellone operistico del Coccia, oltre alla Cenerentola, preveda unicamente una Tosca a maggio.
La recensione si riferisce alla prima del 20 Gennaio 2022
Lodovico Buscatti