Direttore | Matteo Beltrami |
Mezzosoprano | Anna Maria Chiuri |
I Virtuosi Italiani | |
PROGRAMMA |
R.Wagner: Idillio di Sigfrido
G.Puccini: I crisantemi
G.Mahler: Sinfonia n.4 (nella trascrizione di Klaus Simon)
È un periodo particolarmente radioso per la musica a Novara. La recente nomina di Matteo Beltrami alla guida Teatro Coccia sta iniziando a dare i suoi frutti riportando all’onor del mondo l’importante tradizione musicale cittadina: oltre al Coccia – inaugurato da Toscanini nel 1888 con “Gli Ugonotti”, citiamo la Cappella Musicale del Duomo presso la quale prestarono servizio Pietro Generali, Carlo Coccia e Saverio Mercadante. Originalità di idee, audacia e voglia di novità sono alcuni elementi caratterizzanti il lavoro intrapreso da Beltrami a partire dalla passata stagione. Produzioni come “Il viaggio a Reims” e “Aida” hanno valicato gli stretti ambiti provinciali e regionali riscuotendo unanimi apprezzamenti. Intelligente e proficuo anche l’impegno per la produzione contemporanea con la commissione di opere brevi e di immediata comunicativa (è stato così lo scorso Dicembre con “La rivale” del duo Taralli - Mattioli).
Archiviata la stagione operistica ufficiale – è stato da poche settimane annunciato un “Elisir d’amore” fuori stagione, Beltrami ha pensato bene di dare spazio anche alla musica sinfonica. Genere poco battuto negli ultimi anni a Novara. E dire che ci troviamo nella patria di Guido Cantelli la cui casa natale si trova proprio a poche centinaia di metri dal Coccia. Con soddisfazione e curiosità abbiamo dunque appreso del concerto diretto da Matteo Beltrami con i Virtuosi Italiani. Curiosità non solo per la risposta da parte del pubblico, ma anche per l’esecuzione di un programma estremamente raffinato e ambizioso: “Crisantemi” di Puccini, “Iddilio di Sigfrido” di Wagner, e la Quarta Sinfonia di Mahler nella trascrizione cameristica di Klaus Simon. Lavori certamente di non facile richiamo per una piazza nuova ma chiaramente indicativi della lungimiranza artistica di Beltrami.
L’altra sera di fronte ad un pubblico attentissimo, il direttore in apertura del concerto ha scherzosamente raccontato di sentirsi come Caronte nell’arduo compito di traghettare una platea come quella novarese, avvezza al melodramma, verso gli ameni lidi del genere sinfonico. A tale impresa Puccini e Wagner sono autori che si prestano bene: entrambe le composizioni risentono, infatti, del palcoscenico. In “Crisantemi”, originariamente composto per quartetto d’archi in memoria di Amedeo di Savoia, sono percepibili numerose ispirazioni musicali che troveremo, pochi anni dopo, in “Manon Lescaut”. Le risonanze del dolente tema principali sono chiaramente avvertibili con il desolato epilogo del quarto atto. Assonanze che in quegli anni – siamo nell’ultimo decennio dell’Ottocento – risentivano della folgorazione del compositore di Lucca per la musica di Wagner scoperta durante un viaggio a Bayreuth.
Nato come cadeaux di compleanno per la moglie Cosima, anche l’“Iddilio” tradisce un rimando diretto al melodramma e in particolare al Ring: il materiale tematico deriva dal duetto finale del terzo atto di Sigfrido nel momento in cui Brunilde cede all’amore dell’eroe. Si tratta di idee musicali già nella mente di Wagner nell’estate del 1864 quando con Cosima, ancora legata a Hans von Bülow, trascorse una vacanza sul lago di Starnberg vicino a Monaco. Un’atmosfera di sovrumana pacificazione pervade l’elaborazione tematica e l’intreccio contrappuntistico rendendo la composizione una delle pagine più rifinite del compositore. Entrambi i lavori richiedono agli esecutori l’attenzione per ogni minimo dettaglio e la delicatezza che dovremmo avere se ci trovassimo in una cristalleria. Tutte qualità che a Novara abbiamo ritrovato nella magnifica esecuzione di Beltrami e dei ottimi Virtuosi Italiani.
Costituitosi nel 1989, l’ensemble è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale internazionale e negli ultimi anni si sta sempre più distinguendo per il livello artistico raggiunto e per la versatilità in diversi generi e periodi musicali. Oltre alle numerose presenze al di fuori del nostro Paese, da pochi anni I Virtuosi sono residenti, con una propria stagione concertistica, presso la Chiesa dell’Ospedale della Pietà di Venezia, dove il Vivaldi svolse la maggior parte della propria attività di musicista ed istruttore.
La profonda mestizia dell’elegia di Puccini e la trascendente quiete di Wagner sono state rese con una magnifica varietà sfumature da Beltrami. E’ un vero peccato che il fine lavoro di cesello sia stato in parte penalizzato dalla secchezza del palcoscenico del Coccia per il quale sarebbe veramente auspicabile la realizzazione di una camera acustica. La direzione di Beltrami dinamica e sempre incisiva ha garantito una amabile tensione nei due brevi capolavori preparando idealmente gli ascoltatori alla mondo infantile e trasognato della Quarta Sinfonia di Mahler. Klaus Simon, fondatore e direttore della “Holst Sinfonietta”, è un musicista e arrangiatore specializzato nel repertorio del Novecento e, in questa veste, collabora anche con la Universal Edition di Vienna. Negli ultimi anni è stato autore di arrangiamenti per gruppi da camera di lavori arditi come alcune sinfonie di Mahler: la Prima, la Quarta, la Quinta e la Nona.
Sospettosi di fronte a tanto ardire, ascoltando la sua Quarta ci siamo subito ricreduti. La composizione di Mahler, che chiude il ciclo delle prime sinfonie, pare infatti adattarsi bene ad una certa leggerezza anche strumentale – in questo caso con soli diciotto esecutori - che salvaguardi l’equilibrio tra le sezioni. D’altronde non si tratta di una novità se pensiamo che già nel 1921 Erwin Stein ne aveva curato un adattamento cameristico. La delicata e musicale direzione di Beltrami ha restituito pienamente, senza nulla togliere alla versione a piena orchestra, la freschezza espressiva con la quale Mahler ci parla dell’infanzia. Un’esecuzione coinvolgente e capace di trasmettere lo spirito della partitura: la leggerezza del tocco e la vivacità ritmica dei musicisti ci hanno riportato ad un certo clima viennese di inizio Novecento. L’eccellente mezzosoprano Anna Maria Chiuri ha eseguito con una dolcezza velata da un sottile umorismo il canto “La vita celeste” che chiude la Sinfonia. Al termine del concerto, tra il pubblico entusiasta che lasciava la sala, numerosi commenti auspicavano ulteriori appuntamenti sinfonici a Novara. La seconda città del Piemonte merita anche una degna stagione sinfonica e con Matteo Beltrami è sotto un’ottima bacchetta.
la recensione si riferisce al concerto del 22 marzo 2017
Lodovico Buscatti