Ludwig van Beethoven | Sinfonia n.1 in do maggiore op.21 |
Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 | |
Direttore | Juraj Valčuha |
Orchestra del Teatro di San Carlo |
C'era molta attesa per il primo concerto in streaming dal Teatro San Carlo. Juraj Valčuha a capo dell'orchestra del 'Massimo' napoletano nella Prima e Quarta Sinfonia di Ludwig van Beethoven (erroneamente indicato come Bethoven nella schermata di pausa della trasmissione). A suo modo un evento: non 'live' com'era stato promesso perchè era stato registrato poche ora prima di venire diffuso, ma tanto di richiamo da renderne difficoltosa la fruizione: iniziato con molto ritardo, ci sono stati problemi di continuità nel flusso dei dati sia con il video dalla pagina Facebook del teatro, che con il suo canale web CeTv. In più si sono unite complicazioni puramente tecniche: dall'audio assai deludente al fatto di avere trasmesso due volte di seguito la Prima Sinfonia costringendo ad attendere per passare alla Quarta.
Comunque sia, una volta che si è riusciti a seguirlo (lo si trova ancora sul canale YouTube del teatro, e con audio finalmente buono) il concerto ha accresciuto il desiderio di tornare presto a godere della musica dal vivo. La resa acustica casalinga, per quanto ottimo possa essere l'impianto di ascolto dà un'idea ma non può essere la stessa cosa.
Più di tutto ha colpito il silenzio nel quale Juraj Valčuha è entrato in scena ed è salito sul podio, accennando un inchino verso la platea vuota, forse rivolto idealmente al pubblico che seguiva da lontano, e ha dato inizio al concerto. Che è terminato in una uguale, quasi surreale assenza di suoni, a suo modo suggestiva, nella quale il direttore si è congedato allontanandosi verso le quinte.
Prima nota positiva, l'affiatamento sempre più evidente fra Valčuha e l'orchestra: la compagine era in ottima forma, concentrata e determinata a dare il massimo. Forse stimolata, addirittura, dall'ostinazione di volere fare musica nonostante tutto.
Il suono orchestrale così come lo si riceve (ci riferiamo all'ascolto del concerto una volta rimontato, con audio valido) è compatto, equilibrato, senza sbavature. La gestualità di Valčuha, che apprezziamo grazie a frequenti riprese frontali, è pacata ma decisa, quasi ad accompagnare per mano i suoi strumentisti fino all'evidente soddisfazione che gli si legge sul volto dopo l'ultima nota.
Si è rimasti catturati dai tempi spediti, con una continua varietà dinamica a rendere la lettura mai routiniére o monotona, senza momenti di stanca.
Il direttore ci ha consegnato una Prima Sinfonia di cui più dei residui umori viennesi o haydniani si sottolineava quanto ci sia in essa che già guarda al futuro, e che renda distinguibile la personalità beethoveniana.
Allo stesso modo, nel dinamismo della Quarta circola un'inquietudine che la rende un ponte fra Terza e Quinta, più che un sereno intervallo, una "pausa" fra le due gigantesche composizioni, come la si considera a volte.
Alla fine dall'ideale platea giungono applausi ideali per tutta la compagine sancarliana e il suo direttore stabile, con qualche dissenso per chi ha curato la parte tecnica.
La recensione si riferisce allo streaming del giorno 8 novembre 2020.
Bruno Tredicine