Soprani | Anna Simboli, Rui Hoshina, Elena Bertuzzi, Maria Clara Maiztegui |
Contralto | Chiara Brunello |
Tenore | Alessio Tosi |
Direttore | Federico Maria Sardelli |
Maestro del Coro | Romano Adami |
Orchestra Modo Antiquo | |
Coro da Camera Ricercare Ensemble | |
Programma | |
Antonio Vivaldi | Concerto in sol minore RV 157 per archi e basso continuo |
Magnificat RV 610 per soli, coro e orchestra | |
Lauda Jerusalem RV 609 per 4 soprani, doppio coro e doppia orchestra | |
Concerto n. 4 in fa minore opera 8 RV 297 L'Inverno dal Cimento dell'Armonia e dell'Invenzione | |
In Exitu Israel RV 604 per coro, archi e basso continuo | |
Beatus Vir RV 795 per soprano, 3 contralti, coro, 2 oboi, archi e basso continuo |
Se è vero che i luoghi hanno un’anima, la basilica Palatina di Santa Barbara a Mantova ne ha di più. Fa parte del Palazzo Ducale, di cui occupa un piccolo cortile più basso del livello stradale. Nicchia delle nicchie, è stata chiusa per anni, un miraggio anche per chi abitava in città. Poi un po’ alla volta i cancelli hanno cominciato ad aprirsi e la musica è tornata a popolare i suoi spazi luminosi anche di notte, capaci di suonare come un favoloso strumento aggiunto. Favoloso innanzitutto per la sua bellezza fuori dai canoni e poi perché raccontare il miracolo dei suoni che si creano lì dentro attiene al campo dell’irrealtà. Ogni concerto è una sorpresa anche perché questo spazio sonoro camaleontico sembra adattarsi ad ogni stile ed epoca. Avevamo ascoltato, sempre con Federico Maria Sardelli, opere di Jean-Baptiste Lully e Marc-Antoine Charpentier e Santa Barbara parlava francese. Con Vivaldi l’intesa è esplosa, un feeling immediato e travolgente. Naturalmente i miracoli vanno costruiti, e Sardelli sa far suonare gli spazi come pochi altri. Sa anche comunicare con il pubblico, in poche parole di presentazione ci ha spiegato la sua scelta legata alla produzione sacra vivaldiana, proponendo un Magnificat e tre salmi dei sei composti per Venezia, tra cui gli ultimi due prima di lasciare per sempre la sua città. In aggiunta due concerti, in apertura quello in Sol minore, RV 157 per archi e basso continuo, e a metà il numero 4 in fa minore, opera 8, RV 297 ovvero L’inverno dalle Quattro Stagioni. Se il concerto per archi e continuo, in apertura, ha reso immediatamente il polso della qualità interpretativa, della ricchezza del suono, dell’identità delle varie sezioni orchestrali preservata ed evidenziata, nonché di una qualità eccellente del continuo, L’Inverno ha aperto tutte le pagine dell’immaginazione con il primo violino che scivolava sul ghiaccio sottile fino a sparire in un orizzonte bianco.
I numeri corali sono stati indimenticabili, ciascuno con una identità precisa, esempi della fantasia compositiva di Viivaldi che si conferma inesauribile. Il Magnificat RV 610 onora il coro con due interventi spettacolari su Fecit potentiam in brachio suo, un’esplosione, e Suscepit Israel, puerum suum, glorioso. Da lasciare senza fiato, il salmo 113 In Exitu Israel RV 604 è una corsa a rotta di collo del coro sostenuta da uno swing che riveste di leggerezza quello che è un tour de force formidabile, una creazione musicale inaudita che si vorrebbe riascoltare immediatamente per farla decantare e cercare di trattenerla il più possibile. Per il Lauda Jerusalem RV 609 l’orchestra ed il coro si sono divisi tra le due grandi cappelle laterali per ricreare il celebre effetto dei cori battenti. Santa Barbara ha risposto in modo eccellente mettendo in moto tutti i prodigi dell’acustica e dimostrando numerosi leggi fisiche sulla propagazione del suono. Infine il Beatus Vir RV 795 ha messo in risalto i solisti, come nel terzetto indimenticabile sul verso Ab auditione mala non timebat.
Federico Maria Sardelli con l’Orchestra Modo Antiquo è interprete vivaldiano di riferimento, nonché curatore del catalogo delle opere, studioso e divulgatore con il talento della comunicazione. A questo proposito segnaliamo lo stile esemplare con cui ha redatto le note di accompagnamento al concerto con un linguaggio chiaro e alto, ma anche il garbo con cui si rivolge al pubblico. Ha diretto con rigore e leggerezza, soprattutto è riuscito a trasmettere in tutte le sue sfaccettature la complessità del pensiero musicale vivaldiano e la sua inesauribile capacità di inventare.
Il Coro da Camera Ricercare Ensemble diretto da Romano Adami ha portato energia, entusiasmo e una gioia di cantare invidiabile. Ben equilibrato in tutte le sezioni, ha un corpo sonoro importante ed espressivo.
Il pubblico non proprio numeroso ma molto attento ha applaudito a lungo un ottenendo un bis per prolungare l’incanto.
La recensione si riferisce al concerto del 22 novembre 2022.
Daniela Goldoni