Soprano | Giulia Bolcato |
Remer Ensemble | |
Programma | |
Barbara Strozzi | op. 8 – Serenata Hor che Apollo |
Francesco Cavalli | Ciro – Sinfonia III |
Barbara Strozzi | op. 8 – Cantata L’astratto «Voglio, sì, vò cantar» |
Francesco Cavalli | Canzon à 3 |
Barbara Strozzi | op. 8 – Aria È pazzo il mio core |
Francesco Cavalli | Ciro – Sinfonia I |
Barbara Strozzi | op. 8 – Aria Donne belle |
op. 8 – Cantata Che si può fare |
La stagione 2022/2023 del Teatro Comunale di Lonigo si apre con una scelta più coraggiosa di molte altre e senz’altro non comune: un concerto consacrato al barocco cameristico di Barbara Strozzi. Il programma, essenzialmente monografico e legato alle Arie a voce sola op. 8, è una generosa anticipazione di un progetto discografico in prossima uscita che vede protagonisti i medesimi interpreti, vale a dire il soprano Giulia Bolcato e il Remer ensemble.
L’operazione è meritoria, dato che mira alla valorizzazione di una compositrice di alto profilo assai poco eseguita, ma anche molto interessante: in questo concerto si incontrano tutti i tasselli del grandioso rinascimento barocco che negli ultimi anni ha rappresentato uno degli investimenti più importanti – sebbene con ritardo rispetto ai paesi d’oltralpe – nel panorama concertistico italiano, con uno scavo forte nella materia, il tentativo non limitarsi a della saggistica pentagrammata ma il recupero dell’antica energia, dotata di un linguaggio sorprendentemente vicino a noi. In questo è fondamentale il ruolo giocato dal Remer ensemble che non si limita a portare sulle tavole del teatro leoniceno musica in due parti di violino e basso, ma anche una ricca realizzazione del basso continuo; così i violini di Federico Guglielmo ed Elisa Imbalzano e il violoncello di Ludovico Armellini vengono affiancati da Roberto Loreggian all’organo, Gianluca Geremia alla tiorba ed Elena Spotti all’arpa, una preziosità che si incontrava con poca frequenza pure all’epoca della stessa Strozzi.
L’esecuzione dei Remer si segnala per una luminosa pulizia sonora, l’attenzione al dettaglio, l’eccellente amalgama degli strumenti e il grande rispetto della prassi esecutiva, ma tutto questo non grava minimamente sull’esecuzione che non risulta per nulla pedante o appesantita dal pensiero “storicamente informato”, anzi, come già detto brilla per impatto emotivo e per l’apparente riuscita naturale di soluzioni e realizzazioni. L’ensemble dimostra anche una buona duttilità, proponendosi come valido interprete sia delle situazioni dal forte sapore drammaturgico (benché cameristiche) della compositrice veneta sia dei passi strumentali di Francesco Cavalli, di cui vengono eseguite due Sinfonie tolte dal Ciro e una Canzone a 3. In quest’ultimo brano si fa apprezzare la nitida resa del bel disegno contrappuntistico di stampo squisitamente veneziano; peraltro molto apprezzabile l’uso di questi incisi di Cavalli come effettive introduzioni ai brani cantati. Da sottolineare gli interventi dotti ma al tempo stesso accattivanti dello storico della musica Mauro Masiero, che forse avrebbero potuto essere più contenuti.
Il giovane soprano Giulia Bolcato si inserisce con grazia in questo raffinato contesto, dimostrando sin dal primo brano una solida tecnica che le consente passaggi quasi invisibili tra i registri, uno splendido legato (anche con filati di durata considerevole) e un’intonazione impeccabile. La qualità tecnica non è seconda a quella interpretativa: nessuna inutile affettazione, gli atteggiamenti teatrali sono distribuiti solo quel tanto richiesto dalla partitura, in special modo nella cantata L’astratto: la semplicità con cui Bolcato riesce a veicolare la propria espressività è una nota di pregio, dagli accenti più marcatamente patetici di Che si può fare, alle tinte più leggere di Donne belle, fino a quel finissimo divertissement di Damigella tutta bella di Claudio Monteverdi presentato come bis. In questa occasione Bolcato si è presentata come interprete di sicuro valore, un nome che in futuro potrà darci grandi soddisfazioni.
La recensione si riferisce allo spettacolo dell' 8 ottobre 2022.
Luca Fialdini