Herodes | Chris Merritt |
Herodias | Hanna Schwarz |
Salome | Janice Baird |
Jochanaan | Peter Weber |
Narraboth | Endrik Wottrich |
Un Paggio | Monica Minarelli |
Direttore | Stefan Anton Reck |
Regia | Giancarlo Cobelli |
Orchestra e Coro Del Teatro Carlo Felice |
La mia prima Salome. L'attendevo con grande impazienza, mi ero preparata all'ascolto, pensavo che mi sarebbe piaciuta. Mi sentivo pronta, non mi aspettavo delusioni e neppure colpi al cuore. Non mi aspettavo neppure l'enorme cazzotto nello stomaco che è il vedere dal vivo una rappresentazione di Salome. Un film giallo ci avrebbe tenuti avvinti allo stesso modo.
Salome, la storia in cui Strauss fece quello che nessuno fino ad allora aveva mai fatto: rappresentare impulsi innominabili, rappresentare l'incesto, l'attrazione morbosa di un patrigno verso una figliastra ancora bambina, il voler profanare la "santità" per soddisfare delle voglie sessuali, la necrofilia.
Siamo all'inizio del 1900, il nuovo secolo è già vivo e pulsante, gli ideali del romanticismo sono caduti, il decadentismo è qui, e vive. Strauss è una delle facce del decadentismo, Strauss scrive Salome mentre Puccini scrive Madama Butterfly, passerano quasi 21 anni prima che Turandot esca in teatro. Una vita, eppure le similitudini sono tante; guardi Salome e vedi tutta l'arte che c'è e quella che verrà. Dico "vedi" perchè mentre la musica mi entrava nel cuore, nella testa, nel corpo, "vedevo" con gli occhi della mente i Preraffaelliti, vedevo le stilizzate immagini dell'Art Noveau, vedevo Il grido di Munch. Un grande caleidoscopio di emozioni e di sensazioni fisiche vere e proprie mi ha attraversato. La musica di Salome è aspra e dissonante, è una musica angolosa e spigolosa, che sbocca in momenti sinuosi e decadenti, lirici al massimo. Spesso il canto cozza contro la musica,le voci sono querule, urlate. La musica pare non accompagnare il canto, la musica è una storia a sé dentro la struttura dell'opera. Così l'ho "capita" e sentita io.
Salome è atipica, è un opera in cui il tenore non ha il ruolo di protagonista amoroso o eroico. Il Tenore è Erode, un uomo isterico, prototipo dell'uomo moderno pieno di dubbi, di contraddizioni, di fobie e di paure. Erode che aveva il volto e la voce di Chris Merritt. Mi inchino di fronte alla professionalità, alla presenza scenica, al carisma di questo cantante. Ha dipinto un uomo lacerato dalle insicurezze, lagnoso e isterico nel rapporto con la moglie, pieno di fobie. Cerca conforto alle sue paure nella figliastra, la vuole vedere danzare perchè solo così crede di allontanare i presagi di morte che lo attanagliano. Non vuole uccidere Giovanni: ha paura,vede ombre dappertutto; sa che Giovanni è un santo, un profeta e questo lo spaventa ancora di più.
In una scena dominata dalla luna, dalla notte, da una Reggia incombente e solo intuita, piena di ombre e di mezze luci, Erode sente battiti di gigantesche ali che lo sfiorano, non si cura del corpo di Narraboth che giace ai suoi piedi: si cura solo del sangue su cui scivola e che gli pare di cattivo auspicio. Freneticamente Merritt percorre il palcoscenico avanti e indietro, recita con la voce, con le mani, con il corpo senza mai cadere nel caricaturale. Ricorda certi personaggi del "cabaret" tedesco degli anni 20 e le atmosfere notturne e inquietanti della Reggia del Tatrarca potrebbero essere le stesse, così come sono comunemente rappresentate da film, foto,spezzoni di filmati di quegli anni. Erodiade è una donna che cerca di distrarre il marito dalle attenzioni più che morbose verso la figlia. Non vuole che Salome danzi per lui. Hanna Schwarz è la brava interprete di questo difficile e complesso personaggio; avvolta in un costume di mille colori, tutti declinanti dal viola all'oro, un manto che sembra fatto di mille piume di uccello, il volto dipinto d'oro; il davanti dell'abito è fatto come il corpetto di una corrazza d'oro, ma modellato come se fosse il seno nudo; è altera e inquietante.
Salome e Giovanni Battista. Il cazzotto nello stomaco arriva subito, quando dalla cisterna si leva alta la voce del profet; il cazzotto arriva quando Salome lo fa uscire dalla prigione e lo vuole suo, a tutti i costi, quando in preda a un delirio erotico vuole il corpo di quest'uomo. Janice Baird è una credibile Salome. L'aspetto fisico conta molto in un'opera in cui la protagonista è un'adolescente che prova pulsioni sessuali fortissime e che per perseguire il suo scopo ammalia con una danza lasciva il patrigno (che la desidera). La Baird è giovane,carina e non ha paura a mostrare il corpo, coperto solo da un'invisibile calzamaglia, nella "danza dei sette veli" senza mai diventare volgare. Questa pagina famosa e intensa è risolta con Salome praticamente immobile in mezzo alla scena buia, illuminata da una luce fortissima che cade dall'alto, bianca come la luna che è in cielo. Nel buio intravedi solo la figura di Erode semisdraiato e quella di Giovanni seduto nella sua prigione. Salome si toglie, con pochi, essenziali gesti, i veli a uno a uno e li porge ad alcuni schiavi. Non accenna a danzare, la sensualità della scena è data dalle luci, dalla presenza dei due uomini (Erode e Giovanni) che si intravedono nel buio e dall'incredibile musica, un crescendo di desiderio represso. Ho lasciato Giovanni per ultimo, un personaggio difficilissimo, secondo me: un Santo tentato da una lasciva ragazzina. Peter Weber ha una bella voce baritonale, un'ottima presenza scenica, alto, con i lunghi capelli e bianco "come la luna, come una statua d'avorio".
L'orchestra ha suonato benissimo, ben diretta da Stefan Anton Reck. Molto belli i costumi, con l'oro,il verde smeraldo e il viola colori preponderanti, così come l'allestimento scenografico: la storia si svolge nel corso di una notte con la Luna protagonista in cielo; alla Luna si rivolge Salome; alla Luna si rivolgono il Tetrarca e il giovane Narraboth...e la Luna cambia colore, forma, si sdoppia, ha nel mezzo la silouette di una giovane fanciulla. La Luna diventa un astro luminosissimo nel finale, dopo il bacio di Salome alla testa di Giovanni, e in uno sfondo che diventa sempre più nero, appaiono tutti i pianeti e sembra che vengano avanti, per schizzare via dal cielo, verso la platea, sui terribili accordi finali.
In un teatro non pienissimo ( peccato...) ma caloroso e attento, ho visto la mia prima Salome. Non sarà l'ultima!
Marilisa Lazzari