Don José | Luciano Ganci |
Escamillo | Fabrizio Beggi |
Le Dancaïre | Min Kim |
Le Remendado | Antonio Garés |
Moralès | Francesco Samuele Venuti |
Zuniga | Shuxin Li |
Carmen | Marina Comparato |
Micaëla | Lavinia Bini |
Frasquita | Costanza Fontana |
Mercédès | Giada Frasconi |
Une marchande d'oranges | Teodolinda De Giovanni |
Un bohémien | Giovanni Mazzei |
Lillas Pastia | Leonardo Cirri |
Direttore | Sesto Quatrini |
Regia | Leo Muscato |
Ripresa da | Alessandra De Angelis |
Scene | Andrea Belli |
Costumi | Margherita Baldoni |
Luci | Alessandro Verazzi |
Maestro del coro e del coro delle voci bianche | Lorenzo Fratini |
Orchestra, Coro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino |
La Carmen con la regia Leo Muscato costituisce uno dei cardini del cartellone denominato “Repertorio” al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, che prevede la frequente riproposizione di titoli noti. Sulla produzione con il finale modificato in cui Carmen uccide Don José - scelto come messaggio di riscatto femminile contro la violenza - si è scritto su queste pagine in più occasioni e per un'analisi dettagliata dello spettacolo si rinvia alle recensioni della prima a firma di Silvano Capecchi e alle successive recensioni del cast alternativo e della ripresa del 2018 a firma del sottoscritto.
L'ulteriore visione dell'allestimento, anche in questa occasione ben ripreso da Alessandra De Angelis, aumenta le buone impressioni già espresse in passato su quanto creato da Muscato: stilisticamente compatto, con idee di base ben sviluppate, alcuni bei tableaux vivants, minuzioso lavoro sugli interpreti, sulle masse e sui figuranti.
A maggior ragione stride con tanta unità stilistica la “trovata” della Carmen assassina di Don José, che sa tanto di “politicamente corretto” a buon mercato, tanto più nell'impianto drammaturgico tutt'altro che “corretto” concepito dal regista, con il campo rom in cui i rom appaiono pittoreschi quanto piuttosto cenciosi, ma soprattutto ladri. E pure assassini.
Non vorrei esagerare nel suggerire un ripensamento della produzione, che tutto somato potrebbe far bella figura dichiarando di accantonare l'idea - pur a suo tempo inserita con buoni propositi - ripristinando il vero finale. Tanto più che c'è ancora qualche spettatore che protesta all'ultimo chiudersi del sipario.
Sul podio Sesto Quatrini inizia l'esecuzione con un'Ouverture brillante e ricca di colori, che lascia sperare in un seguito di pari livello. Il primo atto è però interlocutorio e manifesta qualche incertezza tipica di una “prima”, con qualche momento in buona evidenza, altri meno a fuoco e almeno uno scollamento evidente tra buca e palcoscenico. Meglio dal secondo atto in poi, quando le buone intenzioni interpretative del primo atto acquistano concretezza, la direzione assume precisione e sicurezza e la recita prende definitivamente quota anche dal punto di vista orchestrale, con tempi coerenti, bel suono levigato dei complessi del Maggio e adeguato accompagnamento ai momenti drammatici. Direzione ancora in evidenza al secondo episodio solo orchestrale, con un poetico (e applaudito) accompagnamento del sublime Intermezzo tra terzo e quart'atto.
Di nuovo Marina Comparato a rivestire il ruolo di Carmen - per la terza volta a Firenze con questo allestimento, probabilmente un record - e per la sua convincente lettura del personaggio si rinvia a quanto scritto nelle precedenti recensioni sopra richiamate. Come già noto, la protagonista si inserisce nel filone delle Carmen che partono dall'eleganza del canto per poi sottolineare la complessità del personaggio e la sua evoluzione psicologica con un lavoro di cesello su ogni frase eseguita. Rispetto alle prove precedenti si nota una progressiva e ulteriore maturazione vocale, con l'omogeneità tra i registri e la sicurezza di quello acuto ancora più evidenti.
L'unica “perplessità” indiretta sulla Comparato non riguarda la cantante, ma la mancanza di fantasia del teatro che la ospita nel continuare a riproporla solo in un ruolo, data la vastità del repertorio che ha ricoperto e potrebbe ricoprire, da Monteverdi al Novecento.
Sulla stessa lunghezza d'onda della titolare del ruolo eponimo si pone Lavinia Bini, anch'essa dotata di strumento delicato e gradevole, che delinea una Micaela fraseggiata e accentata con una finezza e una sensibilità non comuni, tanto nel duetto con Don José del primo atto, tanto nella sua grande aria, i cui sentimenti contrastanti del personaggio vengono interiorizzati e proprio per questo sortiscono un effetto drammatico maggiore rispetto a certe tradizionali esecuzioni a voce spiegata.
Accenti più veementi e più ampie espansioni vocali sono riservate dal soprano alla successiva scena dell'incontro sulle montagne con il protagonista maschile. Il quale è Luciano Ganci, che propone un personaggio forse meno sfaccettato rispetto alle due colleghe, ma che, nel suo delineare un (peraltro plausibile) Don José ragazzone ingenuo e sopraffatto dagli eventi, forma un contrasto - non si sa quanto voluto ma comunque efficace - con Carmen e Micaela. Sul piano vocale l'esecuzione di Ganci è corretta e sicura, il suono è sempre avanti e lo strumento è molto squillante, ma soprattutto è di timbro tra i più preziosi del panorama tenorile italiano (e non solo), di bellezza quasi sfacciata.
Complessivamente adeguato l'Escamillo di Fabrizio Beggi, brillante ed estroverso come si conviene al personaggio anche se non sempre inappuntabile vocalmente.
La buona prestazione del Coro e del Coro delle voci bianche (entrambi diretti da Lorenzo Fratini) e l'efficace distribuzione delle numerose ed essenziali parti di fianco contribuiscono alla riuscita della serata. Brava e svettante Costanza Fontana come Frasquita, ben caratterizzata la Mercédès di Giada Frasconi dal timbro peculiare. Di buona presenza scenica e vocale, da rifinire nell'ottava superiore, il Moralès di Francesco Samuele Venuti, funzionale lo Zuniga di Shuxin Li, precisi il Dancaire di Min Kim e il Remendado di Antonio Garés.
Pubblico non numerosissimo in rapporto alla popolarità dell'opera, ma c'è da tenere conto di quante volte la produzione è stata già vista a Firenze. Bel successo per tutti, in particolare per la Comparato, Ganci e la Bini.
La recensione si riferisce alla recita del 13 ottobre 2019.
Fabrizio Moschini