Maestro concertatore al cembalo | Antonio Greco |
Soprano | Francesca Cassinari |
Mezzosoprano | Anna Bessi |
Cremona Antiqua |
Tra i numerosi miti tramandati dall’antica Grecia, quello di Arianna può essere certamente annoverato fra i più intriganti. La giovane cretese Arianna, figlia di Minosse, giunta a tradire genitori e fratello pur di aiutare Teseo in cambio della promessa di poter fuggire in nave, una volta ucciso il Minotauro, in compagnia di questo straniero di cui ella si era innamorata al primo sguardo, fu tristemente abbandonata dormiente proprio dall’amato sull’isola di Nasso senza che potesse mai giungere ad Atene.
Da Omero ad Apollodoro, a Igino, a Pausania, a Catullo (solo per citarne alcuni), moltissimi sono gli autori e le occorrenze letterarie antiche che ci tramandano questa vicenda, dandone letture per molti aspetti differenti e presentandoci di volta in volta un’Arianna dolente, una furiosa, una clemente, tutte sfaccettature della stessa donna che influenzano ancora oggi il nostro immaginario e che ancor più hanno sollecitato quello di epoca barocca. È proprio in questo periodo, infatti, che la figura di Arianna e la sua triste vicenda divengono protagoniste di opere straordinarie afferenti i più diversi campi artistici: una suggestione che il Monteverdi off, con la sua tre giorni dedicata alla musica barocca, non ha voluto trascurare, dedicando a questa eroina del mito la serata conclusiva.
Dopo la Sonata a 4 per archi e basso continuo di Scarlatti che funge quasi da introduzione al concerto, si passa ad Arianna, Cantata per soprano, due violini e basso continuo dello stesso Scarlatti in cui si alternano recitativi e arie, ognuna delle quali può essere considerata un vero e proprio trionfo del barocco. Si parte dalla gioia quasi sognante della dichiarazione d’amore iniziale di "Pur ti stringo o mio diletto", fino all’estrema tribolazione di "Struggiti o core in pianto" in cui violino e soprano dialogano, palesando tutto quel dolore dell’abbandono che si risolverà nell’ultimo recitativo che contiene l’allusione all’ascesa in cielo di Arianna stessa.
L’Arianna abbandonata per mezzosoprano, archi e basso continuo di Benedetto Marcello è chiara testimonianza dell’amore che il compositore veneziano ebbe sempre per la cantata solististica basata su soggetti della mitologia greca. In questa in particolare si nota come ormai la base strumentale non funga più da rinforzo, ma collabori fattivamente a mettere in rilievo i singoli passaggi del testo in un tutt’uno di notevole complessità che riesce quasi a travolgere emotivamente lo spettatore.
Il concerto si chiude col Duetto per soprano, mezzosoprano, archi e basso continuo da Arianna in Creta di Händel, "Mira adesso questo seno più sereno", in cui i due protagonisti si dichiarano il loro amore.
Cremona Antiqua, sotto la sapiente direzione di Antonio Greco, si conferma un’ottima compagine strumentale, sempre attenta al dettaglio, alla ricchezza e morbidezza del suono, che sa dialogare col basso continuo in un perfetto equilibrio e senza sbavature. Splendida la lettura dei vari brani proposti che fa della misura la propria cifra distintiva, pur mostrandosi al contempo ricchissima di colori e dinamiche, nel rispetto assoluto di tempi e ritmi.
Di altissimo livello anche il cast vocale. Francesca Cassinari brilla per nitore e purezza del timbro: il canto corre leggero, senza forzature, l’emissione è sempre ben controllata, priva di enfasi, ma al contempo ricca di intensità.
Anna Bessi spicca per capacità interpretativa e coinvolgimento emotivo. La voce ha un bellissimo colore brunito e la tecnica è impeccabile, ma a fare la differenza in lei è soprattutto il dettaglio: l’intensità empatica con cui interpreta ogni singola nota, il controllo assoluto del mezzo vocale, il fraseggio curassimo e il canto di agilità, che certo non la spaventa, ne fanno un’interprete del repertorio barocco su cui sarebbe molto interessante focalizzare maggiormente l’attenzione.
Grande il successo di pubblico che, al termine del concerto, ha abbondantemente fatto risuonare di applausi le volte tardo manieriste della Chiesa di Sant’Abbondio ed è riuscito ad ottenere come bis l’esecuzione del Duetto Welcome as the dawn of day tratto dal Solomon di Händel.
La recensione si riferisce all'evento del 24 settembre 2020.
Simone Manfredini