Ettore Majorana | Lucas Moreira Cardoso |
Insieme di personaggi α, detto delle "interazioni deboli" | |
Il Barbone | Roberto Capaldo |
La Cantante/Una Madre | Alessandra Masini |
Insieme dei personaggi β, detto delle "interazioni forti" | |
Dio/il Generale/un Frate | Pietro Toscano |
La Fisica/la Studentessa/la Matriarca | Federica Livi |
Insieme dei personaggi γ, detto delle "interazioni oscure" | |
L'Antimajorana/il Comandante/il Fisico, il Fratello | Ugo Tarquini |
La particella ombra | Davide Paciolla |
Regia | Stefano Simone Pintor |
Scene e Costumi | Gregorio Zurla |
Light designer | Fiammetta Baldisseri |
Video | Studio Antimateria |
Direttore | Jacopo Rivani |
Maestro del Coro | Diego Maccagnola |
Orchestra Pomeriggi Musicali | |
Coro OperaLombardia | |
Opera in prima esecuzione assoluta. Ed. Ricordi, Milano |
La stagione d'opera del Teatro Sociale di Como - che ha dato il via anche al tour di OperaLombardia - si è aperta giovedì sera dando coraggiosamente spazio all'opera contemporanea. La coproduzione tra i Teatri di OperaLombardia, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, Theater Magdeburg e Palau de les Arts Reina Sofia Valencia ha consentito all'opera vincitrice del Concorso Internazionale Opera Oggi di essere realizzata con tutti i crismi necessari ad una prima assoluta. “Ettore Majorana. Cronaca di infinite scomparse”, questo il titolo della nuova opera musicata da Roberto Vetrano su libretto di Stefano Simone Pintor e premiata dalla commissione internazionale presieduta da Giorgio Battistelli. Va detto che al concorso potevano partecipare team artistici - librettista, compositore, regista, scenografo e costumista - costituiti esclusivamente da under 35.
Ettore Majorana fu certamente una delle più importanti figure del panorama scientifico, non solo del Novecento ma dell'intera storia dell'umanità. E non siamo ovviamente noi, nella nostra ignoranza in tema di fisica quantistica, a sostenerlo ma lo disse in varie occasioni Enrico Fermi il quale non esitò a definirlo “genio come Galilei e Newton”. Questo basterebbe a ricordare Majorana in tutti modi possibili, ma alla rilevanza dello scienziato si è aggiunta la sua scomparsa avvenuta in circostanze misteriose e che da circa settant'anni stimola la fantasia di vari ricercatori, tanto da romanzarne abbondantemente la figura e a creare molti spunti utili alla composizione di un'opera lirica. Di Majorana si persero ufficialmente le tracce il 26 marzo 1938 dopo il suo presunto imbarco su un traghetto che salpò da Palermo alla volta di Napoli. Da quel momento non si seppe più nulla e nonostante le ricerche avviate in varie direzioni, si montarono solo delle ipotesi, tutte fondate ma nessuna delle quali divenne mai certezza. Majorana si suicidò gettandosi in mare? Venne ucciso? Rimase in Sicilia trasformandosi in clochard? Si ritirò in convento? Oppure si rifugiò in Argentina dopo aver condotto studi segreti per i nazisti? Probabilmente la verità non la conosceremo mai.
Ma perché due giovani artisti hanno deciso di dedicarsi a questo non semplice argomento? Ne dà spiegazione sulle pagine dell'esauriente programma di sala il librettista Stefano Simone Pintor:
“Cosa vuol dire fare opera lirica oggi? Se è vero che il '900 ci ha portati verso il concetto di frammentazione, dove ci sta portando il XXI secolo? Sono queste le domande che ci siamo posti quando abbiamo deciso di aderire al bando di concorso Opera Oggi per la composizione e la realizzazione di un'opera lirica contemporanea. Il progetto […] era a tema libero, ma lo stesso titolo del concorso richiedeva già implicitamente una profonda indagine sull'oggi. Fondamentale era dunque domandarsi se l'opera lirica potesse ancora costituire un linguaggio in grado di parlare al pubblico odierno e, se si, in che modo, e quali potessero essere degli argomenti validi a rappresentare il nostro mondo. Una personale risposta a queste questioni l'abbiamo ottenuta indagando sopra alle nozioni di 'serialità' e 'realtà aumentata', due concetti oggi pressochè onnipresenti in ogni ambito della nostra vita. Con 'serialità' intendiamo si la tendenza narrativa odierna della produzione di episodi in successione, ma anche e soprattutto lo sviluppo (in qualsiasi campo) di diverse strutture o modelli posti uno in seguito all'altro e collegati fra loro da una certa circolarità. Questi modelli che esistono da sempre in natura, sono stati largamente riprodotti anche dalle tecnologie umane: basti pensare ai circuiti elettrici o delle telecomunicazioni. Il concetto di 'realtà aumentata' è legato, invece, si all'arricchimento della percezione sensoriale umana tramite informazioni convogliate elettronicamente, sia a tutte quelle realtà abitate oggi dall'uomo e che vanno al di là di quella fisica: parliamo della realtà del pensiero o del sogno e di quella, appunto, virtuale. […] Se volevamo restare fedeli a queste nostre riflessioni, il soggetto da scegliere doveva allora racchiudere in modo unitario tutti questi concetti.”
Metodo quantomeno inusuale ma indubbiamente interessante quello descritto da Pintor spiegando come siano partiti dalla riflessione sul linguaggio espressivo che avrebbero utilizzato, per giungere solo in un secondo step alla scelta dell'argomento: Ettore Majorana.
Di forte impatto l'incipit nel quale l'ottima Orchestra I Pomeriggi Musicali - composta dagli archi divisi in otto parti, svariate percussioni, ottavino, flauto, flauto basso, oboe, clarinetto basso, sax baritono, fagotto, corno, tromba, trombone, tuba, fisarmonica, pianoforte, tastiera midi, arpa oltre ad altri strumenti, insolitamente utilizzatati per fare musica – crea un'atmosfera costituita da suoni che nel nostro immaginario provengono dallo spazio infinito o da un non ben definito limbo. Suoni ovattati e insistenti alla cui costruzione partecipa l'efficace Coro OperaLombardia formano la base sui cui vengono spolverati effetti acustici lievi e brillanti come stelle in una notte senza luna.
La scena è semplice, elegante e sfrutta molto bene il palcoscenico a cui è stata collegata una passerella che circonda il golfo mistico, contribuendo anch'essa a rendere il concetto di circolarità della vita, tema fondamentale di quest'opera. Viene ricostruito il momento dell'imbarco sul traghetto in partenza dal porto di Palermo con uno spaesato e riflessivo Majorana, evidenziando la balaustra da cui in mare aperto potrebbe essersi lanciato e quindi suicidato il celebre fisico. Poco dopo, ritorna la scena dell'imbarco a significare un'intuizione che Majorana avrebbe avuto proprio in quel momento, ossia che l'universo è circolare. Da questo punto Majorana vivrà le altre sue possibili ipotesi di scomparsa: il suicidio, il ritiro in un laboratorio di ricerca gestito dai nazisti, la trasformazione in un clochard, il ritiro in convento. Durante questi momenti incontra alcune delle persone che hanno avuto un ruolo particolarmente importante nella sua breve esistenza: la madre, il fratello, alcuni suoi colleghi, una studentessa e pochi altri. In questi momenti lo scienziato immagina di soffermarsi in bilico tra la vita e la morte ed introduce una figura che si rivela l'Antimajorana. Al termine di questa sorta di premonizioni sul suo futuro Majorana auspica solamente l'oblio per sè ma l'Antimajorana lo mette di fronte alla dura realtà facendogli comprendere che non sarà lui a scegliere la sua fine bensì chi in futuro lo cercherà e farà ipotesi sulla sua scomparsa; infine lo spinge ad imbarcarsi. A quel punto sul molo di Palermo ai lati di Majorana si evidenziano Dio e la Fisica. Dopo averli ascoltati Majorana vede di fronte a sé l'irresistibile luce dell'infinito e la attraversa. La struttura melodica, sino a quel punto, decisamente atonale, si ammorbidisce e si trasforma in un'orecchiabile nenia che fa da sfondo al canto di una madre che passeggiando sul molo culla il suo bambino. Un voce diffusa da un altoparlante posto sul porto ci dice che siamo tornati al 5 agosto 1906, giorno in cui nacque Ettore Majorana. Del resto la vita è circolare.
Un lavoro interessante e complessivamente convincente questo di Vetrano e Pintor. Il tema della circolarità ha dato originalità allo sviluppo dell'opera ma forse ha un po' limitato l'approfondimento della vita del grande fisico. Dal punto di vista prettamente musicale, trattando esclusivamente i temi legati alle ipotesi di scomparsa, le atmosfere ricreate – per altro efficacemente – sono risultate un tantino ripetitive nella loro espressione di angoscia, solitudine e tensione drammatica.
Notevolissimo il lavoro di regia curato da Stefano Simone Pintor che ha portato tutti gli artisti in scena, così come il coro e le comparse a muoversi con grande verità scenica e cura dei dettagli.
Ben curati i costumi in stile primi novecento firmati da Gregorio Zurla autore anche delle scene essenziali ma efficaci ed intelligenti, perfettamente evidenziate dall'ottimo lavoro del light designer Fiammetta Baldiserri e dai riusciti video ideati da Studio Antimateria.
Dobbiamo segnalare note esclusivamente positive per i protagonisti dell'esecuzione musicale a partire dalla direzione di Jacopo Rivani anche in questa occasione precisa, efficace e puntuale, sia nel sostegno del palcoscenico, sia nella resa dei quanto mai vari effetti musicali.
Omogeneo ed affiatato il cast che vedeva il giovane Lucas Moreira Cardoso nel ruolo protagonista di Ettore Majorana. Il giovane baritono brasiliano naturalizzato italiano ha evidenziato voce di bel colore emessa con morbidezza, a cui ha affiancato buone dote attoriali che gli hanno consentito di rendere la necessaria credibilità al complesso ruolo.
Mostra ottima sicurezza il tenore Ugo Tarquini nonostante l'impegnativa scrittura vocale dei suoi ruoli (il Comandante, il Fisico, il fratello e infine l'Antimajorana) insista molto sul registro acuto affrontato sempre con apparente tranquillità.
Ottima impressione ha destato Federica Livi nelle parti della studentessa, della matriarca e della studentessa di fisica; un soprano leggero che ha saputo destreggiarsi sull'impervia tessitura riservata ai suoi ruoli, mostrando un'emissione sempre sul fiato, esente da forzature ed in grado di smorzare e rinforzare giocando adeguatamente con le dinamiche.
Bene dal punto di vista scenico e vocale anche il mezzosoprano Alessandra Masini (nel doppio ruolo della cantante e di una madre) che ha evidenziato voce morbida, rotonda e particolarmente interessante soprattutto nel registro grave.
Bravo anche il basso Pietro Toscano nei ruoli di un Generale, un frate e Dio; dotato di voce sonora ed emissione sicura, si è distinto anche per la bella presenza scenica.
Efficace anche Roberto Capalbo nella parte del barbone. Ricordiamo inoltre Davide Paciolla nel ruolo della particella ombra nelle vesti di Ettore Majorana.
Al termine caloroso successo di pubblico per un'ora e mezza di spettacolo, certamente non di semplice fruizione, che ha avuto il non trascurabile merito di aver tenuto desta l'attenzione dei presenti sino al termine.
La recensione si riferisce alla "prima" del 28 settembre 2017.
Danilo Boaretto