Soprano | Rebeka Lokar |
Mezzosoprano | Alessia Nadin |
Tenore | Gregory Kunde |
Baritono | Sergio Bologna |
G. Rossini IL BARBIERE DI SIVIGLIA | Ma bravi!... Dunque io son! (Bologna - Nadin) |
G. Verdi UN BALLO IN MASCHERA | Teco io sto! (Kunde - Lokar) |
G. Verdi IL TROVATORE | Tace la notte... Deserto sulla terra (Bologna - Kunde - Lokar) |
V. Bellini I CAPULETI E I MONTECCHI | Se Romeo t'uccise un figlio (Nadin) |
G. Verdi IL TROVATORE | Udiste? Come albeggi... Mira di acerbe lagrime (Bologna - Lokar) |
V. Bellini NORMA | Eccola! Va' mi lascia... Va' crudele (Kunde - Nadin) |
G. Puccini MADAMA BUTTERFLY | Un bel dì vedremo (Lokar) |
G. Verdi UN BALLO IN MASCHERA | Alzati!... Eri tu (Bologna) |
G. Rossini IL BARBIERE DI SIVIGLIA | Una voce poco fa (Nadin) |
G. Rossini GUILLAUME TELL | Ne m'abandonne pas... Asil héréditaire... Amis, amis, secondez ma vengeance (Kunde) |
G. Verdi IL TROVATORE | Vanne, lasciami... D'amor sull'ali rosee (Lokar) |
G. Verdi OTELLO | Tu! Indietro! Fuggi!... Sì pel ciel marmoreo giuro (Kunde - Bologna) |
Bis: | |
G. Rossini L'ITALIANA IN ALGERI | Cruda sorte! (Nadin) |
G. Verdi UN BALLO IN MASCHERA | Morrò, ma prima in grazia (Lokar) |
A. Lara | Granada (Bologna) |
G. Puccini TURANDOT | Nessun dorma (Kunde) |
Il Circolo Carrarese Amici della Lirica costituisce un unicum, credo, tra le associazioni musicali italiane. Gestito esclusivamente grazie al volontariato del consiglio direttivo, al tesseramente dei soci e con minimi e saltuari aiuti da parte del Comune, ormai da vari anni sta donando alla comunità una vera e propria stagione di concerti a prezzi accessibilissimi, quando non gratuitamente. Sono state anche eseguite opere complete in forma scenica (Otello, Rigoletto, La Bohème, Don Giovanni e Don Pasquale) e in forma di concerto (Turandot, Nabucco, Il trovatore e Attila). L’iniziativa prese il via nel 1973, per merito di un diciassettenne, melomane e studente di canto, Pierpaolo Stahnke, cheper molto tempo assunse la carica di presidente. Nel 1999, alla morte di Angelo Mercuriali, il Circolo prese il nome del cantante, famoso tenore caratterista che proprio nel locale Politeama Verdi, in prossimità del suo novantesimo compleanno, si era esibìto per l’ultima volta in pubblico nel ruolo di Altoum della pucciniana Turandot.
La galleria delle personalità della lirica che si sono esibite nel corso degli anni è impressionante; ne cito solo alcune alla rinfusa senza nessuna pretesa di essere esaustivo: Elena Mosuc, Dimitra Theodossiou, Maria Billeri, Iván Ayón Rivas, Rebeka Lokar, Chiara Amarù, Elisabetta Fiorillo, Gregory Kunde, Donata D’Annunzio Lombardi, Aureliana Florian, Stefano Secco, Giovanna Casolla, Fiorenza Cossotto, Piero Giuliacci, Giuseppe Taddei, Bruno Praticò, Teresa Iervolino, Sergio Bologna, Alberto Gazale, Luciano Ganci, Enrico Giuseppe Iori, Valentina Boi, Aprile Millo, Alessandro Luongo, Valeria Sepe, Sonia Ganassi, Bianca Tognocchi, Giulio Pelligra, Walter Fraccaro, Maria Aleida, Leonardo Caimi, Aquiles Machado, Filippo Adami, Carlo Bergonzi, Raina Kabaivanska, Angelo Romero, Paolo Pecchioli, Carlo Colombara, Ghena Dimitrova, Lando Bartolini, Roberto Tagliavini, Giuseppe Altomare, Anna Maria Chiuri, Roberto Servile, Cecilia Gasdia, Celso Albelo, Linda Campanella, Rubens Pelizzari, Rudy Park, Desirée Rancatore, Giorgio Casciarri, Jessica Pratt, Vincenzo Costanzo, Alida Berti, Marzio Giossi, Stefano Lacolla, Irina Lungu, Simone Alberghini, Annunziata Vestri, Giorgio Giuseppini, Maria Pia Jonata, Rachele Stanisci, Agostina Smimmero, Alida Berti, Luca Canonici, Riccardo Zanellato, Vincenzo La Scola, Michele Pertusi. Per l’operetta sono stati ospiti Daniela Mazzuccato, Max René Cosotti, Elio Pandolfi, Giuseppina Piunti e, di nuovo, Donata D’Annunzio Lombardi e Annunziata Vestri. Si sono esibiti inoltre i pianisti Vincenzo Scalera, Giulio Zappa, Simone Savina, Roberto Moretti e i direttori Andrea Battistoni e Valerio Galli. Ma le attività del Circolo includono anche serate a tema (ad esempio, un incontro con Renata Tebaldi in occasione del cinquantesimo anniversario del suo debutto, alla presenza di Giangiacomo Guelfi e Rolando Panerai, o il primo Tucker day europeo, con ospiti Barry Tucker, Magda Olivero, Elena Souliotis, Angelo Mercuriali e Giuseppe Taddei), dibattiti, conferenze e gite sociali per partecipare a spettacoli di particolare rilevanza in Italia e all’estero.
Un ulteriore merito della gestione degli anni più recenti è la risoluzione di non secondari problemi logistici. Carrara avrebbe al suo attivo due teatri, il Politeama Giuseppe Verdi, da anni inagibile e senza previsioni di risoluzione delle problematiche che ne impediscono l’utilizzo, e il Teatro degli Animosi, riaperto il 22 gennaio 2017, posto sotto sequestro il 14 aprile dello stesso anno dopo un'ispezione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Massa e Carrara e a tutt’oggi chiuso senza che ci siano certezze per il suo futuro. In questa situazione l’associazione si è inventata nuovi spazi per i concerti, l’ultimo dei quali la sala della Cooperativa Scultori di Carrara, dove si sta svolgendo il festival Marmo all’Opera!. Si tratta di un ambiente abbastanza ampio, chiaramente non nato per la musica, ma la cui resa acustica, stando al concerto del 22 agosto scorso, si è rivelata migliore di quanto fosse lecito sperare.
Tutto esaurito con pubblico locale e anche con arrivi da altre zone della Toscana, ma ho incontrato pure persone venute appositamente da Parma e Milano; segno inequivocabile del buon lavoro di contatti e del rapporto fiduciario con una vasta fetta di utenti e della stima conquistata. Principale motivo di richiamo, senza nulla togliere agli altri artisti, era la presenza (la quarta al Circolo Carrarese Amici della Lirica “Angelo Mercuriali” per la cronaca) di Gregory Kunde, alle prese con un programma a dir poco vario e particolarmente oneroso. E non solo per un artista di sessantaquattro anni, con alle spalle una carriera più che quarantennale, tra le più eclettiche della storia dell’opera, avendo frequentato i repertori più disparati passando da ruoli di tenore lirico leggero e di tenore contraltino ai più spericolati cimenti rossiniani per approdare poi (talvolta mischiando pure le carte) ai più pesanti cimenti del repertorio italiano e francese, con sporadiche puntate a titoli dell’est europeo, a Britten, a Busoni e a Richard Strauss. Solo per fare qualche esempio sparso ma illuminante, Paolino del Matrimonio segreto, Don Ottavio nel Don Giovanni mozartiano, Ferrando in Così fan tutte, Nemorino nell’Elisir d’amore. Tonio nella Fille du Régiment, Fernando in Bianca e Fernando, Nadir nei Pêcheurs de perles. Georges Brown nella Dame blanche, Elvino nella Sonnambula, Don Ramiro in Cenerentola, Il Conte d’Almaviva nel rossiniano Barbiere di Siviglia, Pirro e Oreste in Ermione, Idreno in Semiramide, Rodrigo nella Donna del lago, Arnold nel Guillaume Tell, Raoul in Les Huguenots, Jean nel Prophète, Vasco de Gama nell’Africaine, Manrico nel Trovatore, Radamès in Aida, Don Alvaro nella Forza del destino, Samson in Samson et Dalila, Énée nei Troyens, il protagonista in Andrea Chénier, Turiddu in Cavalleria Rusticana, Canio in Pagliacci, Calaf in Turandot, Peter in Peter Grimes. Credo sia stato l’unico tenore ad aver interpretato Otello di Rossini e di Verdi, per di più tenendo in repertorio le due opere nello stesso periodo di tempo.
Gregory Kunde esordiva, l’altra sera, con Il duetto del secondo atto dal Ballo in maschera verdiano e proseguiva col terzetto finale del primo atto dal Trovatore. Erano i soli due brani in cui l’artista statunitense, comunque vincente per proiezione, impeto e slancio, mostrava una voce non ancora del tutto “riscaldata”, con qualche passaggio non completamente oliato. Ma già nel successivo duetto con Adalgisa da Norma di Vincenzo Bellini i rilievi cadevano, con un’interpretazione impeccabile stilisticamente, appassionata e ricca di nuances. Niente tuttavia in confronto al vero e proprio miracolo della resa della grande scena di Arnold da Guillaume Tell di Rossini, cioè una delle pagine più ostiche del repertorio tenorile, non solo per i do4 profusi a piene mani dal compositore nella cadenza di Asil héréditaire e nella cabaletta, ma soprattutto perché l’esecutore è chiamato a sostenere la tessitura proibitiva dell’aria mantenendo a quelle altezze una linea di canto morbida, in cui debbono prevalere, la malinconia e il rimpianto; poi Amis, amis, secondez ma vengeance Arnold deve slanciarsi in una scrittura quasi impossibile con acuti che possono diventare pesanti come macigni se non si dispone della vocalità adeguata oltre che di una tecnica scaltritissima che permetta di unire slancio eroico (ma senza troppa enfasi e dunque senza appesantimenti vocali ed espressivi) e brillantezza delle note alte. Parlavo poco sopra di un miracolo; e non mi viene altro termine per definire l’esecuzione di un tenore dell’età e del passato di Kunde, capace di alternare abbandono, squillo, ardore. E in più traspariva nell’interprete un entusiasmo nel cantare simile a quello di un ragazzo che si avvicina per la prima volta a scoprire una cosa bella. Si passava poi con un cambio di atmosfera (e di tessitura) confondente agli spasimi, ai deliri, ai rovelli dell’Otello verdiano, di cui veniva reso il finale secondo con la necessaria espansione vocale, ma anche con una verità espressiva in cui si manifestava una inedita fragilità quasi adolescenziale del personaggio. Per bis veniva regalato al pubblico osannante un travolgente Nessun dorma daTurandot, acquisto abbastanza recente nel repertorio di Kunde, che ha già cantato il ruolo di Calaf anche in Italia, ma per una sola recita, a Verona. Lo riprenderà nella prossima stagione a Bologna.
Dicevo del pubblico osannante che meriterebbe un capitolo a parte. Il 22 agosto a Carrara sembrava un po’ di essersi trasferiti con la macchina del tempo in un’altra epoca, con un pubblico entusiasta che conosceva i brani a menadito e magari li canticchiava tra i denti provocando ai “puristi” come me travasi di bile. Però in questo caso il “purista” non riusciva a innervosirsi, come gli avviene di solito in casi simili, un po’ toccato da quella passione forse ingenua, ma sentita, vera, che sembra essersi smarrita nella maggior parte del nostro paese, soprattutto nei grandi centri; impensabile da ritrovare per esempio nella mia Firenze che si distingue spesso più per la puzza sotto il naso che per la capacità di riuscire a stupirsi nella rivelazione di nuove prospettive o per l’inclinazione a rinverdire l’entusiasmo di vecchie scoperte.
Successo, e grande, anche per gli altri partecipanti al concerto. La festa è stata tale che non mi sento di fare le pulci a questo o quel brano. Rileverò che Rebeka Lokar, già presente a Carrara in altra occasione, ha un registro acuto sonoro, fragrante e freschissimo (meno ricco quello grave), un bel legato e modo di porgere raffinato; e se all’inizio qualche nota non pareva del tutto a fuoco come intonazione, la cantante slovena si imponeva poi con una bella esecuzione di Un bel dì vedremo, delicata, priva di smancerie, eppure di grande sincerità espressiva, e con una magistrale interpretazione di D’amor sull’ali rosee, in cui rivelava una grande facilità nello smorzare i suoni, anche in zona acuta e un fraseggio adeguatamente malinconico e “lunare”. Dello stesso livello anche il bis concesso (Morrò ma prima in grazia).
Di casa poi (in tutti i sensi, si può dire, essendo nato a Carrara) Sergio Bologna, un baritono che sembrava ricordare esempi lontani di cantanti della sua corda, soprattutto per il tipo di comunicativa; infiammava la platea in particolare con Granada, cantata come bis, spingendo un congruo numero di ascoltatori a cantare il ritornello della canzone quando il solista taceva lasciando spazio alla sola musica.
Completava il quadro Alessia Nadin, una giovane cantante già elemento di buon rilievo in ruoli di mezzosoprano lirico. Particolarmente convincente nei brani belliniani, eseguiva inusuali ma sfiziose variazioni della seconda parte della prima aria di Rosina dal Barbiere rossiniano, resa con gusto e accento giocosamente piccante. Altrettanto convincente il bis, Cruda sorte dall’Italiana in Algeri, sempre di Rossini.
Accompagnava i cantanti con competenza e buon mestiere il pianista Simone Savina. Presentava e introduceva i brani Carlo Menconi, attuale presidente e vera e propria anima dell’associazione.
La recensione si riferisce alla serata del 22 agosto 2018.
Silvano Capecchi