Madama Butterfly (Cio Cio San) | Alessandra Di Giorgio |
F.B. Pinkerton | Ragaa Eldin |
Kate Pinkerton | Vittoria Lai |
Suzuki | Gosha Kowalinska |
Sharpless | Pierluigi Dilengite |
Goro | Enrico Zara |
Il Principe Yamadori | Nicola Ebau |
Lo zio Bonzo | Renzo Ran |
Il commissario imperiale | Francesco Musinu |
L'ufficiale del registro | Luciano Leoni |
Dolore | Francesco Piras |
Direttore | Stefano Ranzani |
Maestro del coro | Giovanni Andreoli |
Regia | Daniela Zedda da un'idea di Keita Asari |
Scene | Ichino Takada |
Luci | Marco Filibeck riprese da Andrea Ledda |
Costumi | Hanae Mori |
Movimenti scenici | Luigia Frattaroli |
Orchestra e Coro del teatro Lirico di Cagliari |
Attesa come il grande ritorno a Cagliari dell’opera in forma scenica a un anno esatto dalla serrata imposta dal legislatore dell’emergenza, l’allestimento di Madama Butterfly proposto ieri in streaming dal Teatro cagliaritano assume alla lunga il sapore agro della falsa ripartenza, appena mitigato dalla speranza che il futuro riservi tempi migliori per gli appassionati del melodramma.
Una falsa ripartenza, dunque: addebitabile – oltre che alle consuete difficoltà collegate all’ascolto di un’opera in streaming – alle tante incertezze che hanno condizionato la prova del cast. Un vero peccato, se si considera che la particolare congiuntura socio-sanitaria obbliga all’inattività cantanti di primo livello, la cui presenza avrebbe assicurato ben altro impatto a questa esecuzione del capolavoro del genio di Lucca.
Le note più liete della serata sono rinvenibili nell’elegantissima direzione di Stefano Ranzani – bacchetta molto collaudata nel repertorio pucciniano, capace di trovare i giusti colori orchestrali per ricreare le atmosfere dolcemente sognanti, mestamente speranzose e disperatamente spezzate da cui è permeata la tragedia giapponese – e nella regìa di Keita Asari ripresa da Daniela Zedda (con scene di Ichino Takada, costumi di Hanae Mori, luci di Marco Filibeck riprese da Andrea Ledda e i movimenti scenici di Luigia Frattaroli). Uno spettacolo asciutto ed essenziale, quello firmato da Asari, che, a distanza di oltre trent’anni dalla sua prima messa in scena, conserva intatto il suo fascino: con la casetta e il giardino di Cio-Cio-San a dominare il palco, ed un sapiente gioco di luci a scandire l’evolversi della struggente attesa della protagonista verso il suo tragico epilogo. Di grande effetto si rivela proprio la scena del jigai: il ventaglio rosso e il pannello vermiglio sembrano avvolgere la piccola geisha in un vero e proprio lago di sangue, tra le vane invocazioni di Pinkerton e il buio che protegge i giochi del bambino.
Più di una perplessità, si diceva, ha caratterizzato la prova dei cantanti. Al suo debutto nel ruolo eponimo, la resa di Alessandra Di Giorgio – soprano drammatico poco noto al pubblico italiano, con un importante trascorso da mezzosoprano ed una carriera spesa soprattutto tra Austria e Germania – è stata quantomeno alterna: apprezzabili e struggenti gli accenti tragici di “Tu! Tu! Piccolo Iddio!”, specie nel primo atto sono però mancati all’artista serba la freschezza vocale, l’innocenza, il candore, la finezza del fraseggio che del personaggio di Butterfly rappresentano i connotati essenziali.
Al netto di un’incertezza nei passaggi più acuti di “Addio fiorito asil”, una sufficienza piena merita il tenore egiziano Ragaa Eldin: voce ben timbrata, ricca di volume al centro, svettante in acuto, e dunque particolarmente adatta a descrivere la scanzonata fatuità e la superficiale vigliaccheria di F.B. Pinkerton. Poco centrato lo Sharpless di Pierluigi Dilengite (risolto con un canto percepito a tratti come falsettante), positivo risulta invece il giudizio sulla Suzuki di Gosha Kowalinska, la quale ha affrontato il duetto dei fiori con un timbro chiaro più da soprano che da autentico mezzo.
Il classico “bene gli altri” rivolto a Enrico Zara (Goro), Vittoria Lai (Kate Pinkerton), Nicola Ebau (Il Principe Yamadori), Renzo Ran (Lo zio Bonzo), Francesco Musinu (L’ufficiale del registro), Luciano Leoni (Il commissario imperiale), Francesco Piras (Dolore) e al coro guidato da Giovanni Andreoli, non sposta più di tanto il giudizio su questa Butterfly: archiviabile come una falsa ripartenza, confidando in tempi migliori.
La recensione si riferisce allo spettacolo trasmesso in streaming il 20 marzo 2021.
Carlo Dore jr.