Ludwig Van Beethoven - Sinfonia n. 9 |
Soprano | Marta Mari |
Mezzosoprano | Irene Molinari |
Tenore | Leonardo Caimi |
Basso | Alessandro Abis |
Direttore | Fabrizio Maria Carminati |
Maestro del coro | Giovanni Andreoli |
Wolfgang Amadeus Mozart - Requiem |
Soprano | Sara Rossini |
Mezzosoprano | Natalia Gavrilan |
Tenore | Leonardo Caimi |
Basso | Dario Russo |
Direttore | Diego Matheuz |
Maestro del coro | Giovanni Andreoli |
Quali primi titoli della rassegna “Inverno in musica” (destinata a svolgersi integralmente in streaming e in diretta TV, nella speranza, sempre meno concreta, di poter riaprire al pubblico platea e loggione), il Teatro Lirico di Cagliari propone due capisaldi della musica classica come la Nona Sinfonia di Beethoven e la Messa da Requiem di Mozart. Scelta, quella del Teatro cagliaritano, apprezzabile dal punto di vista culturale, in quanto volta a rappresentare plasticamente la tensione tra opposti sentimenti che domina questa stagione disperata: l’oscura immensità della morte e l’esaltazione irriducibile della fratellanza, la piaga del dolore e la sete di gioia, il Lacrimosa e l’Ode di Schiller. L’inferno di Mozart, il paradiso di Beethoven: e in mezzo il purgatorio del Teatro vuoto.
Scelta nondimeno criticabile dal punto di vista strettamente artistico: sia per il livello buono ma non eccelso dei solisti scritturati, sia per la tendenza a privilegiare, attraverso queste rassegne, il repertorio sinfonico-corale rispetto a quello operistico in senso stretto, che pure, anche nelle difficoltà del momento, nel cartellone di un teatro lirico dovrebbe mantenere un rilievo centrale.
In entrambi gli spettacoli recensiti, a fare la parte del leone sono i direttori d’orchestra. Al suo debutto nella Nona sinfonia, Fabrizio Maria Carminati sfodera un’altra direzione sicura ed equilibrata: grandiosa nel primo movimento; morbidissima nel terzo; entusiasmante nell’Inno alla gioia. Del pari, la talentuosa bacchetta del venezuelano Diego Matheuz riesce con facilità a trovare il giusto punto di equilibrio tra la furia del Dies irae e la struggente mestizia del Lacrimosa.
Sempre apprezzabile il coro guidato da Giovanni Andreoli, alterno, come già accennato, risulta il giudizio sui cantanti. Nell’esecuzione della Nona, un’incertezza nell’attacco di “O Freunde, nicht diese Töne” non condiziona più di tanto la resa, per il resto abbastanza convincente, del basso Alessandro Abis. Corretto il mezzosoprano Irene Molinari, il soprano Marta Mari conferma le sue qualità di esecutrice diligente dal timbro molto chiaro già evidenziate in occasione delle precedenti esibizioni cagliaritane.
Unico componente del cast impegnato in entrambe le serate, il tenore Leonardo Caimi si rende protagonista di una prova nel complesso migliore di quella offerta nella Traviata dello scorso novembre: la generosità dell’interprete non si discute, e i centri ampi e ricchi di armonici compensano in parte i limiti palesati in acuto.
Nel Requiem, il timbro molto chiaro (a tratti quasi sopranile) di Natalia Gavrilan si sposa bene con gli accenti angelicati del soprano leggero Sara Rossini. La scena è dominata da Dario Russo, basso dai grandi mezzi e dalla tecnica di ferro: le prime note del Tuba mirum sono forse il momento più alto di questo spettacolo che riempie il vuoto del Teatro cagliaritano, sospeso nel purgatorio tra l’inferno di Mozart e il paradiso di Beethoven.
La recensione si riferisce alle dirette streaming rispettivamente del 16 e del 23 gennaio 2021
Carlo Dore jr.