Anna | Maria Katzarava |
Roberto | Vincenzo Costanzo |
Guglielmo Wulf | Mihai Damian |
Direttore | Felix Krieger |
Regia | Mascha Pörzgen |
Introduzione all'opera | Christian Reichart |
Maestro del coro | Steffen Schubert |
Coro e Orchestra del Berliner Operngruppe | |
in cooperazione con l'Apollo-Chor della Staatsoper di Berlino |
Il 2024 è anno pucciniano e anche il Berliner Operngruppe si è adeguato dedicando il suo appuntamento annuale al nostro compositore.
Ricordiamo che il gruppo berlinese fondato nel 2010 ogni anno fa rivivere un'opera italiana di rara esecuzione, o addirittura in prima rappresentazione in terra tedesca, come fu nel 2017 per la Betly di Donizetti e l'anno dopo con lo Stiffelio verdiano (mai eseguito prima a Berlino).
Punta di diamante l'anno scorso fu la prima assoluta di Dalinda, l'opera che Donizetti trasse dallo spartito della Lucrezia Borgia sperando senza successo di aggirare i divieti della censura napoletana.
Sulle pagine di Operaclick si possono trovare le recensioni di Stiffelio e Giovanna d'arco così come del CD della mascagnana Iris.
Dunque, quest'anno Le villi, in unica rappresentazione semiscenica nella Konzerthaus di Berlino sotto la guida di Felix Krieger, fondatore del Berliner Operngruppe che porta avanti con dedizione ed entusiasmo, entrambi contagiosi a giudicare dall'attenzione con cui i musicisti, in massima parte giovani, lo seguono a riprova di un'ottima intesa.
Krieger ha reso bene la varietà della scrittura pucciniana sia nell'accompagnamento alle voci che nelle fasi di scatenato sinfonismo, rendendo anche giustizia alle capacità di orchestratore del compositore già ai suoi inizi.
La lettura è stata incisiva, e se il lavoro ha una doippia natura, prima dai toni leggeri e poi cupa e tempestosa, Krieger ha preferito non operare una cesura netta fra i due umori, insinuando consapevolmente un’ombra cupa già sui colori più chiari del primo atto, con certi affondi e sottolineature che rendevano profetici i timori di Anna.
Attento all’equilibrio con le voci, poi, nei momenti più strettamente sinfonici il direttore ha esibito tutte le potenzialità dell’orchestra in termini di flessibilità nelle dinamiche e precisione del suono anche nei tempi più veloci, fino all'accelerazione della tremenda danza che imprigiona Roberto nel finale.
Una prova da vera protagonista per Maria Katzarava, voce di notevole peso drammatico e timbro autenticamente pucciniano in cui si percepiscono echi di una Butterfly o una Tosca. Una voce autorevole ben estesa sia in basso che negli acuti, dove mantiene la pienezza del timbro. Perciò non ha difficoltà ad esprimere la maturazione di Anna: accorata nella prima parte (commoventi i suoi “Non ti scordar di me”), implacabile verso il finale quando, tutta vestita di nero in contrasto col rosso iniziale, nega ogni perdono all’ex innamorato. Avevamo già visto l’artista sempre col Berliner Operngruppe vari anni fa nei già citati Stiffelio e Giovanna d’Arco e ne mantenevamo un buon ricordo che si è confermato.
Accanto a lei il Roberto di Vincenzo Costanzo, dalla voce consistente, all'italiana nella tecnica e negli atteggiamenti per il canto generoso. Anche lui dosa bene il cambio di stile del personaggio, che passa dalla passione giovanile alla disperazione tragica del finale. A breve il cantante tornerà al ruolo di Roberto a Torre del Lago per il Festival Pucciniano, ma ha dichiarato che lì verrà eseguita la prima versione dell’opera, Le Willis, senza la sua aria “Torna ai felici dì”. Tanto meglio averla sentita qui a Berlino, quindi, dove Costanzo l’ha interpretata senza risparmiarsi, magari forzando un po’ i toni ma con ottimo esito complessivo.
Terzo protagonista il baritono Mihai Damian, nonostante la giovane età un Guglielmo Wulf molto convincente. Figura bene iniziando con atteggiamenti leggeri, ma trova la dimensione migliore nei toni funesti della seconda parte, quando libera tutte le potenzialità di una voce solida e potente.
Al posto del narratore, come abbiamo accennato, c’era Christian Reichart, Dramaturg e vicepresidente del Berliner Operngruppe. Ha presentato l’opera e la sua vicenda (ricordiamo che non c’erano sopratitoli) e con un esempio musicale ha fatto notare come, secondo lui, Puccini più o meno consapevolmente abbia ripreso come motivo delle Villi il tema dell’Olandese wagneriano
Le Villi è un’opera che richiede un certo impegno per il Coro, e quello del Berliner Operngruppe, diretto da Steffen Schubert, ha dimostrato solida professionalità con efficaci impasti timbrici e la giusta flessibilità interpretativa nella varie situazioni che lo coinvolgono.
La realizzazione semiscenica era a cura di Mascha Pörzgen che ha scelto movimenti essenziali e ben gestiti molto contenuti senza eccessi melodrammatici. Nel finale con Roberto è perseguitato dalle invisibili Villi che lo spingono da un lato all'altro del palcoscenico. Realizzazione chiara e lineare ma studiata e non solo didascalica.
Konzerthaus gremita ma con troppi posti vuoti. Peccato per gli assenti, chi c’era ha tributato ovazioni calorose e prolungate per tutto il cast.
La recensione si riferisce alla rappresentazione del 2 giugno 2024.
Bruno Tredicine