Soprano | Maria Cristina Kiehr |
Tenore | John Potter |
vihuelas de mano | Ariel Abramovich |
vihuelas de mano | Jacob Heringman |
Armonia Concertata | |
1CD | |
Arcana | |
A460 | |
Distr. SELF |
La vihuela è uno strumento a corde simile a una chitarra. Ha sei corde di cui cinque doppie, con accordatura identica a quella del liuto. A partire dal Quattrocento iniziò a diffondersi in Spagna, impiegata soprattutto per composizioni ricercate e colte destinate alle classi sociali aristocratiche e, come conseguenza della dominazione, passò anche ai Paesi assoggettati come l’Italia meridionale e l'America Latina.
Il repertorio destinato a questo strumento fu raccolto in sette libri pubblicati nel Cinquecento in un grande compendio dei maggiori compositori spagnoli dell’epoca, giunta fino a noi in forma di tablature manoscritte, la cui trascrizione in notazione musicale ha richiesto diversi anni di studi e di ricerche.
Il CD De un Libro de Musica de Vihuela Imaginario della casa discografica ARCANA, reinventa un canzoniere inedito, come fosse un eventuale ottavo Libro de Música de Vihuela, ispirato a queste sette raccolte pubblicate tra il 1536 e il 1576.
Lo stile corrisponde alla rinascita musicale del siglo de oro spagnolo, con tutte le sue varianti strumentali e vocali. In questa antologia ipotetica compaiono sei brani di Juan Vasquez (1500-1560) autore di circa un centinaio di composizioni tra villancicos, canzoni e sonetti, molti basati su testi dei maggiori poeti spagnoli del tempo che godettero di grande popolarità nella Spagna del Cinquecento. Assieme a questi vi sono brani strumentali e reducciones per la voce solista e l'accompagnamento di sola vihuela di sonetti, madrigali e altre opere di polifonia profana e sacra, in lingua italiana e latina, di Jacques Arcadelt (1504-1568), Josquin Des Prez (1450-1521), Cristóbal de Morales (1500-1553), Cipriano de Rore (1515-1565), Giulio Segni (1498–1561), e Adrian Willaert (1490-1562).
Autore di queste trascrizioni è Il vihuelista Ariel Abramovich, che trasferisce le voci dalla polifonia vocale alle corde della vihuela con la stessa tecnica con la quale furono scritti i sette libri originali ricostruendo una sua antologia ideale così come avrebbe potuto essere concepita più di quattrocento anni fa. L’idea è accattivante perché traduce un repertorio basato su organici complessi ad una dimensione intima e “da camera”, come poteva essere la stanza della musica di un aristocratico dell’epoca. Il risultato è alquanto esoterico, un po’ oltre la nicchia, per un ascolto rarefatto e sospeso in un’aura ambient rinascimentale. È bello però ascoltare i versi di Francesco Petrarca, Chiare, fresche et dolci acque e il sonetto La vita fugge messi in musica rispettivamente da Jacques Arcadelt (1504-1568) e da Cipriano de Rore (1515-1565). Ancora più suggestivo è il lamento di Didone Dulces exuviae, dal quarto libro dell’Eneide, accompagnato dalle note di Adrian Willaert (1490-1562).
Se canto e vihuela sembrano particolarmente adatti al linguaggio poetico, anche gli adattamenti di opere polifoniche, staccate dalla loro solennità, assumono un calore umano, intimo e tranquillizzante. María Cristina Kiehr, padrona di una tecnica e di uno stile perfetti per l’epoca, si esprime con voce naturale, senza artifici ed equilibrata in tutti i registri, mostrando pronuncia e dizione invidiabili in tutte le lingue richieste dai testi (spagnolo, italiano e latino).
Ariel Abramovich la accompagna con eleganti tappeti sonori sortendo l’effetto di una musica fuori da qualsiasi moda, quasi spoglia, remota e pensosa. Se María Cristina Kier porta con sé un’invidiabile esperienza nel repertorio cinquecentesco maturata in seno ad ensemble camerali e orchestrali diretti da maestri quali René Jacobs, Jordi Savall, Philippe Herreweghe, Gustav Leonhardt, Jean Tubéry e Roberto Festa, Ariel Abramovich, argentino come la Kier, nasce come chitarrista rock/jazz attratto in origine da mitici chitarristi rock come Jimmy Page e Jimi Hendrix, e da jazzisti come Ralph Towner. Ha poi condotto studi regolari di liuto e vihuela con Hopkinson Smith. Anche Jacob Heringman, americano è un virtuoso della vihuela che collabora da tempo con Abramovich.
In questo compact fa una apparizione il tenore inglese John Potter, ex membro dell'Hilliard Ensemble, interprete di Tu solus qui facis mirabilia di Josquin Des Prez. Un esempio di come partendo da paesi e background diversi si possa collaborare ad un progetto di non facile realizzazione miscelando creatività e ricerca musicologica.
Daniela Goldoni