La neonata associazione Coin du Roi, producendo e portando in scena Serse di G. F. Händel si è resa protagonista di un evento che, senza esagerazioni, definiremmo storico per la città di Milano; vediamone le ragioni: l'ultima volta che Serse, opera della maturità händeliana, venne rappresentato a Milano fu alla Scala nel lontano 1962. Tuttavia, la durata della registrazione (circa 2 ore) e il cast che annoverava i nomi di Rolando Panerai, Fiorenza Cossotto, Franco Calabrese, Mirella Freni, Luis Alva, non ci consentono certamente di pensare ad un'esecuzione filologica. In effetti, per trovare un'esecuzione più o meno originale di Serse a Milano, bisognerebbe andare ancora più a ritroso nel tempo ma francamente, non siamo riusciti ad effettuare una ricerca sufficientemente approfondita che ci consentisse di ricavare con ragionevole certezza questo interessante dato.
Giovedì e venerdì sera Coin du Roi ha portato in scena la versione integrale di Serse della durata complessiva di circa tre ore e dieci minuti di musica e lo ha fatto in un paradiso barocco qual è il teatrino nobiliare di Palazzo Litta. Pensate che nel 1738 quando a Londra si dava la prima rappresentazione di Serse con Caffarelli nel ruolo del titolo, Palazzo Litta subiva gli ampliamenti che trasformavano la cappella di famiglia nell'attuale Teatro Litta; una sala di dimensioni contenute e particolarmente adatte alla rappresentazioni di composizioni di musica barocca. Dunque, poteva questo capolavoro händeliano trovare a Milano un luogo maggiormente deputato alla sua ripresa? Certamente no.
E voi vi chiederete: ma di fronte ad un evento di questa portata cosa ha fatto il Comune di Milano? Avrà riempito orgogliosamente il teatro di delegazioni straniere in visita all'Expo? Avrà curato personalmente la promozione? Avrà presenziato con assessore alla cultura, sindaco e compagnia briscola? Ma ovvio, siamo in Italia e quindi, nulla di tutto questo. Però, lo stesso giovedì sera, qualcosa il Comune ha fatto: ha concesso piazza del Duomo per un mega concerto di musica pop seguito da orde di barbari che al termine della serata hanno lasciato qualche quintale di immondizia sul sagrato, oltre ad aver costretto a chiudere la stazione della MM1 Duomo, per ragioni di ordine pubblico. Complimenti! Alla faccia della cultura... di questo passo diventeremo un popolo di minus habens. A questo punto auguriamoci che i veneziani siano un po' più lungimiranti e non si lascino sfuggire l'occasione di seguire la recita di Serse che sarà rappresentata il prossimo 2 giugno al Teatro Goldoni di Venezia. Il Comune di Milano è invece rimandato agli esami di riparazione che si terranno ad ottobre sempre al Litta con due recite de “Il re pastore” di W.A.Mozart. Che qualcuno avverta gli abitanti di Palazzo Marino.
L'allestimento di Serse a cui abbiamo assistito giovedì 28 maggio può essere sintetizzato in due parole: intelligente e raffinato.
Intelligente è l'idea registica del giovane Valentino Klose (direttore artistico di Con du Roi) che ha pensato di far rivivere Serse nel 1971, durante la giornata che vide le celebrazioni organizzate a Persepoli in occasione dei 2500 anni dell'impero persiano. Lo stesso regista spiega nelle sue note di regia: “La vicenda ha luogo nel lasso di tempo di una giornata. Il primo atto si svolge all'interno di un palazzo, entro il quale fervono i preparativi per il gala che avrà luogo alla sera. Segue il secondo atto, tra le rovine di Persepoli, per finire con il terzo, a tarda sera, nella sala in cui i festeggiamenti volgono al termine.” La trama molto semplice basata sostanzialmente su una serie di intrighi amorosi, risulta perfettamente attuale e quindi migrabile facilmente in epoche diverse da quella prevista dal libretto.
Dal punto di vista registico abbiamo trovato particolarmente riuscite le caratterizzazioni buffe affidate ai ruoli di Elviro e in parte ad Atalanta. Di ottimo effetto la silenziosa presenza in scena di Amastre, seduta su una poltrona, durante le ultime due scene, in attesa di svelarsi a Serse.
Sobrie ed al contempo raffinate le scene create da Alessandra Boffelli Serbolisca, efficacissime nel supportare le idee registiche. Eleganti i costumi firmati dalla stessa scenografa.
Ben utilizzate e suggestive le luci.
Curatissima la parte musicale a partire dall'ottima orchestra Coin du Roi costituita da strumenti antichi filologici accordati secondo il diapason barocco a 415 Hz.
La direzione di Christian Frattima è risultata molto precisa, varia nei colori e condivisibile nella scelta di tempi piuttosto rapidi; centratissima la lettura musicale dal punto di vista stilistico e buona l'attenzione posta costantemente verso le esigenze dei cantanti. Bellissimi gli interventi delle trombe e del coro posizionati sopra la balconata superiore che si sporge sino a metà platea.
Vilija Mikštaitė, giovane mezzosoprano lituano impegnato nel difficile ruolo di Serse si è reso protagonista di una recita in crescendo. La voce di bel colore è emessa con morbidezza salvo sfocarsi un tantino man mano che il pentagramma costringe il ruolo verso le note più acute. Ben cantata “Ombra mai fu”, certamente scritta su una tessitura adatta alla vocalità di questa artista. Approcciata con grinta ed eseguita più che dignitosamente la ben più difficile aria del III atto “Per rendermi conto”. In virtù della figura snella e dal portamento elegante la Mikštaitė ha saputo impersonare con buona credibilità il ruolo di Serse.
Arsamene fratello di Serse, innamorato di Romilda e ricambiato dalla stessa, era Jud Perry, controtenore che recentemente abbiamo visto impegnato al Regio di Torino nel ruolo di Tolomeo nel Giulio Cesare. In questa occasione ha fatto valere il carisma di artista di rango, muovendosi con disinvoltura e sottolineando bene i cambi di umore. Vocalmente si è disimpegnato onorevolmente e, a parte qualche momento di intonazione non impeccabilissima, ha superato con successo le notevoli difficoltà presenti nel suo ruolo.
Amastre, principessa promessa a Serse, era Alessandra Visentin contralto dalla vocalità calda, morbida e di buon spessore la quale è risultata convincente sotto l'aspetto vocale e un po' meno dal punto di vista scenico.
Buona tecnica di emissione ha evidenziato il soprano lituano Viktorija Bakan nel ruolo di Romilda. Precisa dal punto di vista musicale anche se a volte un po' mancante di incisività, si è resa sufficientemente credibile nel ruolo di super desiderata dell'opera, anche in virtù di un'ottima presenza.
Spigliata e simpaticissima dal punto di vista attoriale Arianna Stornello impegnata nel ruolo di Atalanta. Dotata di una voce di bel timbro usata discretamente, seppure con qualche occasionale suono acuto non perfettamente girato.
Decisamente buona la prova di Stefano Cianci nel ruolo di Ariodate, padre di Romilda. Questo giovane artista ci ha convinto per la buona disinvoltura scenica ed anche per la sicurezza vocale.
Claudio Ottino nel ruolo caratterista di Elviro ha evidenziato una voce robusta, un'emissione tecnicamente inappuntabile e una simpatia contagiosa. Per lui un meritatissimo successo personale.
Tre ore e passa di splendida musica sono letteralmente volate.
Ci auguriamo vivamente che l'associazione Coin du Roi trovi la forza e i mezzi per resistere e crescere... Milano ha bisogno di lei.
Serse | Vilija Mikštaitė |
Arsamene | Jud Perry |
Amastre | Alessandra Visentin |
Romilda | Viktorija Bakan |
Atalanta | Arianna Stornello |
Ariodate | Stefano Cianci |
Elviro | Claudio Ottino |
Maestro concertatore e direttore | Christian Frattima |
Maestro del coro | Marco Berrini |
Regia | Valentino Klose |
Scene e costumi | Alessandra Boffelli Serbolisca |
Orchestra Coin du Roi | |
Ars Cantica Choir | |
Nuova produzione Coin du Roi |
Danilo Boaretto