Incontriamo Francesco Daniel Donati, tenace direttore artistico del Concorso Lirico Internazionale di Portofino che, anche quest'anno tra mille difficoltà, ha confermato la sua sesta edizione che si terrà nel pittoresto e storico borgo ligure dal 21 al 24 luglio.
Prima di entrare nello specifico del Concorso, desidereremmo toglierci immediatamente una curiosità. Apprendiamo dalla pagina del concorso che sei nato a Innsbruck ma da poco avresti iniziato lo studio del tedesco: come si spiega questa apparente incongruenza?
Era estate e avevo uno zio che era medico alla clinica universitaria di Innsbruck. Per questo motivo mia madre decise di darmi alla luce tra le verdeggianti montagne austriache. Subito dopo rientrammo in Italia e a Innsbruck tornai solo ogni tanto in vacanza. Purtroppo non ho appreso il tedesco da bambino ma, vista la mia passione per le lingue, ho finalmente deciso di lavare quest'onta con lo studio. Prima o dopo ce la farò.
Se non andiamo errati vivi a Crema, piccola cittadina dove nel 2009 hai fondato l'Associazione Bottesini dedicata al grande musicista locale. Come mai hai pensato a Portofino per la costituzione di un concorso lirico? inoltre, quando e come ti nacque l'idea di questa importante iniziativa?
Crema è una cittadina che amo molto, è ricca di arte, bellezza e storia. Le mie radici sono ben radicate qui ma ho sempre sentito l'esigenza di uscire e allargare i miei orizzonti. Ho avuto la possibilità in passato di frequentare in veste di accompagnatore numerosissimi concorsi lirici, in Italia e all'estero. Essendo appassionato degli aspetti organizzativi, in questo pellegrinaggio mi sono sempre annotato le cose che mi piacevano e soprattutto quelle che non mi piacevano. Negli anni ha preso quindi forma nella mia testa un concorso "ideale", che rispettasse il cantante e che desse reali opportunità lavorative. Così, quando ho terminato i miei studi in management dello spettacolo e sono rientrato dalla mia prima esperienza lavorativa all'Opéra di Parigi, ho deciso di realizzarlo.
Ho sempre vissuto nella convinzione che la bellezza e l'armonia non fossero degli optional ma la chiave per vivere in maniera più appagante ogni tipo di esperienza, per questo ho scelto Portofino. Inoltre Portofino è un borgo che conoscevo fin da bambino e che non aveva un evento culturale continuativo.
Poi devo confessarti che questa scelta mi ha dato un aiuto non da poco per convincere i membri della giuria ad accettare il mio invito.
Sin dalla sua prima edizione il Concorso Lirico Internazionale di Portofino si è distinto per il prestigio delle giurie che è riuscito a proporre. Qual è la filosofia che sta alla base della costituzione delle tue giurie?
Ero consapevole che il livello della giuria fosse l'elemento determinante per il successo dell'iniziativa. Desideravo una giuria che fosse composta da soli direttori di teatro o casting directors, ovvero quelle figure in grado di firmare dei contratti. Questo da un lato avrebbe garantito una maggiore trasparenza, in quanto il solo interesse di queste figure è quello di trovare nuovi nomi da inserire nei loro cartelloni, e nello stesso tempo avrebbe fatto del concorso un ponte diretto tra le audizioni e il mondo del lavoro. Quando parlai con Dominique Meyer la prima volta scoprii che aveva la stessa idea e lavorammo insieme per realizzarla. I risultati furono molto incoraggianti perché tanti dei nostri concorrenti stanno intraprendendo brillanti carriere.
Notiamo con piacere che anche quest'anno sarà Presidente di giuria Dominique Meyer, ora Sovrintendente del Teatro alla Scala ma già presente nelle passate edizioni quand'era Sovrintendente dell'Opera di Vienna. Immaginiamo che la collaborazione con Meyer, da sempre attento alla selezione dei giovani artisti, ti sia stata di grande aiuto in questi anni.
La collaborazione con Dominique Meyer è straordinariamente importante per me e per il progetto. Meyer è una persona di grande professionalità, umanità e simpatia, l'ho capito fin dal primo incontro. Nel 2015 mi ha accolto a Vienna senza alcuna difficoltà. Si è mostrato gentile e interessato e dopo circa 40 minuti mi disse "il progetto mi piace, io ci sono", non me lo dimenticherò mai. Da quel momento abbiamo collaborato ad ogni edizione del concorso e siamo diventati amici. Per me stare al suo fianco è una scuola professionale e di vita. Mi sento fortunato a poter condividere questa esperienza con lui e con altri Maestri come Peter De Caluwe, Fortunato Ortombina o Gianni Tangucci. Inoltre rimango sempre colpito dalla grande passione che mostrano sempre per il loro lavoro, mi riempie di energia ed entusiasmo.
Tu hai una formazione specifica nel Management dello spettacolo. La tua passione per la musica e nello specifico per l'opera è conseguenza di questa formazione che ti ha avvicinato al mondo teatrale oppure era già presente prima?
La musica mi è sempre piaciuta ma la vera passione è arrivata quando ho conosciuto casualmente mia moglie, un soprano. Ho iniziato a seguirla in tutti i concorsi e mi divertivo ad osservare tutti gli aspetti organizzativi. Studiavo per diventare notaio e avvocato all'epoca ma nel 2014 decisi di dedicarmi interamente alla promozione della cultura e della musica. Così mi iscrissi al master in Management delle Spettacolo organizzato dalla Sda Bocconi, in collaborazione con l'Accademia del Teatro alla Scala e il Piccolo Teatro. Veramente una bella esperienza.
Venendo alla prossima edizione del Concorso che si svolgerà dal 21 al 24 luglio, ci racconteresti quali sono le difficoltà dovute alle vigenti regole anti covid-19 che dal punto di vista organizzativo stai cercando di risolvere? Dovrete apportare delle modifiche rispetto alle precedenti edizioni?
La difficoltà principale è stata quella di mantenere viva in tutti la speranza di riuscire a farlo. Gli ostacoli più grandi erano dati dalla normativa italiana e dall'impossibilità di viaggiare. Ora questi due ostacoli sono stati in gran parte superati e sono arrivate più di 200 iscrizioni da 46 paesi. Abbiamo però deciso di rinunciare per quest'anno al concerto in piazza dei finalisti, in quanto era troppo difficile garantire il distanziamento degli orchestrali e del pubblico. La finale però avrà luogo nel bellissimo Teatro Sociale di Camogli.
Un'altra collaborazione costante per il Concorso Lirico Internazionale di Portofino è quella con il direttore d'orchestra Aldo Salvagno: vuoi dirci qualcosa al riguardo?
Con Aldo Salvagno è nato tutto. Dopo aver organizzato il mio primo concerto nel 2008 avevo deciso di riportare sulle scene l'opera di Bottesini "Ero e Leandro". Non veniva eseguita dalla fine dell'ottocento e non riuscivo a trovare il manoscritto. Un amico mi presentò Aldo Salvagno e lui trovò la partitura autografa e fece la trascrizione. Nel 2009 "Ero e Leandro" andò in scena a Crema. Fu un'esperienza incredibile per me e nacque una straordinaria amicizia e collaborazione con Aldo, che ha una conoscenza del repertorio e una capacità di lavoro che raramente ho visto nel mio percorso. Per CLIP dirige il concerto dei finalisti in Piazza a Portofino e ha preparato le parti di circa 300 arie d'opera. Un lavoro immenso, che ci permette di non indicare delle arie imposte ai concorrenti. Siamo tra i pochissimi concorsi ad offrire questa libertà.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai ottenuto in questi primi cinque anni di CLIP?
Le soddisfazioni sono tante. La più grande è vedere i nostri concorrenti ottenere dei contratti con i teatri coinvolti e prendere il volo. Inoltre mi colpisce percepire come il concorso susciti un grande affetto da parte dei giudici, dei cantanti, degli sponsor, del pubblico e degli amici portofinesi. Già dal terzo anno sono nati gli "Amici di CLIP", un'associazione di privati che si occupa dell'ospitalità dei giudici e dei finalisti in case private e sostiene l'iniziativa. Tra questo gruppo di straordinarie persone c'è anche Monique Pudel, che quest'anno è diventata anche Presidente Onorario del Concorso e offre un aiuto veramente prezioso. Tutti si lasciano coinvolgere e si adoperano affinché CLIP continui a crescere ma preservando quell'atmosfera informale e quell'armonia, che sono i nostri ingredienti segreti. Tutto questo amore per CLIP mi tocca molto.
Cosa ti auguri per la prossima edizione del Concorso e cosa vorresti dire ai prossimi giovani artisti che decideranno di iscriversi?
Mi auguro come sempre di trovare dei nuovi talenti e che tutti possano vivere una settimana bella e appagante. Spero che sia un'occasione per rigenerarsi dal periodo buio che abbiamo vissuto. Ai giovani cantanti vorrei dire loro di studiare tanto e con intelligenza. La scelta del repertorio è fondamentale e deve essere coerente. È importante capire cosa si può fare e non quello che si vorrebbe fare, essere credibili. I nostri giudici, quando ascoltano i concorrenti, devono immaginarseli sul palco del proprio teatro, solo in questo modo avranno la possibilità di ricevere delle proposte contrattuali.
Danilo Boaretto