Purtroppo Salvatore Licitra non ce l’ha fatta e questa mattina è sopravvenuta la morte cerebrale.
I genitori hanno deciso di donare gli organi del figlio e la notizia è stata accompagnata dal toccante messaggio inviato dalla madre ai medici dell’ospedale Garibaldi di Catania: «Mio figlio ha avuto il dono del belcanto che lo ha fatto grande in tutto il mondo. Chi lo ha conosciuto sa bene quanto generoso sia stato sempre. Questo atto adesso lo rende testimone straordinario della sua umanità, che mette a disposizione di chi soffre».
L’incidente che ha portato a queste tragiche conseguenze è avvenuto alle 22,30 del 27 agosto. Licitra in sella ad una Vespa ha perso inspiegabilmente il controllo del mezzo e, anche in conseguenza della mancanza del casco, ha riportato gravissimi traumi. La fidanzata, che lo accompagnava sullo stesso mezzo, se l’è cavata fortunatamente con poche escoriazioni. Solo le analisi dei giorni successivi all’incidente avanzeranno il sospetto di un probabile malore improvviso – forse un ictus – incorso proprio mentre Salvatore Licitra era alla guida dello scooter e quindi causa del fatale incidente.
Licitra si trovava in compagnia dei parenti nel ragusano, sua terra di origine, ed avrebbe ricevuto il 3 settembre il premio “Ragusani nel mondo 2011”.
Salvatore Licitra, dopo aver studiato da Carlo Bergonzi, debuttò ufficialmente nel 1998 al Teatro Regio di Parma in “Un ballo in maschera”. Il successo ottenuto gli garantì la partecipazione ad alcune recite di Traviata, Un ballo in maschera e Aida all’Arena di Verona. Da Verona a Milano il passo fu breve, infatti Riccardo Muti dopo un’audizione lo volle per il ruolo di Alvaro in una nuova produzione de “La forza del destino”. La collaborazione con Muti proseguì intensamente tanto che nei due anni successivi canterà alla Scala, Tosca e Trovatore.
La consacrazione internazionale avvenne nel 2002 con la chiamata del Metropolitan di New York a sostituire l’indisposto Pavarotti. Fu proprio da questa chiamata che nacque “l’equivoco” di Licitra erede di Pavarotti; titolo di erede che la stampa nazionale e internazionale non abbandonò più ed anche in queste ore di dolore utilizza per enfatizzare la grandezza del tenore scomparso.
Evidentemente noi appassionati d’opera sappiamo benissimo che Licitra non è mai stato l’erede di Pavarotti e non abbiamo certamente intenzione di farlo diventare tale ora, postumo in un coccodrillo ipocrita: Salvatore Licitra non ha mai posseduto la perfetta tecnica di emissione che ha conservato la vocalità di Pavarotti pressoché integra sino alla soglia dei settant’anni , ed ha basato la sua carriera, sin dagli esordi, su un repertorio decisamente più drammatico rispetto a quello del tenore modenese.
Detto ciò non dimenticheremo facilmente lo stupendo colore vocale di Salvatore Licitra, la considerevole natura della sua voce, la generosità dell’interprete e la sua innata comunicativa.
Licitra poteva lasciare perplessi i puristi dell’ortodossia vocale ma nessuno poteva rimanere indifferente al suo lanciare sempre il cuore oltre l’ostacolo… al suo pubblico che lo amava soprattutto per questo.
Caro Salvatore, te ne sei andato troppo giovane e inaspettatamente… ci mancherai.
su youtube sono presenti parecchi video di Salvatore Licitra [2]
Danilo Boaretto