Nel foyer del Gran Teatro Puccini di Torre del Lago è stato presentato il programma del 70° Festival dedicato al compositore lucchese, un’edizione particolarmente significativa perché cade nel centesimo anniversario della sua scomparsa.
Il nuovo direttore artistico è Pier Luigi Pizzi, un nome importante al quale il Festival già deve la Tosca del 2022 e la trionfante Madama Butterfly che ha segnato positivamente l’edizione appena conclusa.
Luigi Ficacci, presidente della Fondazione Festival Pucciniano, dopo un’appassionata introduzione annuncia anche la futura stretta collaborazione tra Jan Latham Koenig, direttore principale ospite, e l’orchestra stabile della manifestazione.
Durante il suo intervento, che tra aneddoti e considerazioni sullo spettacolo lirico diventa qualcosa di più della semplice presentazione di un cartellone, Pizzi domina gli ascoltatori: “la musica è sempre in primo piano” e non deve essere trattata come una colonna sonora. A questo è giunto, dice con un sorriso ironico, “superando l’età della ragione e ritrovando l’età dell’innocenza”. Anche i libretti, spesso “maltrattati”, meritano dal regista un’attenzione e un trattamento particolari: “se il musicista ci ha creduto, perché non devo crederci io?”. E si appassiona nel parlare del tempo speso nella preparazione a tavolino con i cantanti “perché si impegnino a restituire il testo nella sua totalità”, a dare il giusto peso alla parola, a tutte le sue sillabe: “dopo anni di teatro bistrattato la vera avanguardia, oggi, è la filologia”.
Contro le “regie narcisistiche” dice di lavorare per sottrazione, per arrivare all’essenza del teatro, con immediatezza e chiarezza.
Tra 12 luglio e il 24 agosto 2024 al Gran Teatro saranno presentati sei titoli in ordine cronologico: i primi cinque, per delineare la crescita compositiva dell’autore, e l’ultimo per sottolinearne il compimento.
Il Festival si aprirà con Le Villi e Edgar, presentati come dittico, seguiti da Manon Lescaut, la Bohème, Tosca e Turandot.
Manon sarà eseguita in forma di concerto; la Bohème avrà la regia di Massimo Gasparon. Regia, scene e costumi delle altre opere saranno a cura di Pier Luigi Pizzi, in un progetto unitario caratterizzato da allestimenti “agili”; sei titoli all’interno di un dispositivo scenico che, pur con varianti, permetterà di passare da uno spettacolo all’altro con facilità ed evitare le fastidiose attese per i cambi di scena. Solo questo ci dice: “non tutto deve essere svelato, il senso del teatro è anche lo stupore dello spettatore”.
Turandot terminerà con il compianto sulla morte di Liù, l’unica conclusione ritenuta possibile dal regista, la sola in grado di lasciarci addosso “la grandissima emozione per questa creatura che se ne va”; la sola capace di mettere la parola “fine” al teatro e alla musica di Puccini, aggiungiamo noi.
Proprio parlando di Turandot Pizzi dice di avere accettato questo incarico con umiltà, con la consapevolezza del grande lavoro (non disgiunto dalla necessità di “far quadrare i conti”) che attende lui e Massimo Gasparon, uniti “in quest’avventura”. E aggiunge “non sono qui per fare il direttore artistico a vita, ma per fare questo Festival e farlo nella sua totalità”.
Alla domanda “e i cast?” Pizzi risponde con chiarezza che si è in attesa di tante conferme e non si vogliono anticipare dei nomi che potrebbero poi non essere disponibili. Non si sta puntando al “nome di richiamo” e pur mirando a livelli alti si stanno valutando cantanti che devono corrispondere alla credibilità dei personaggi e soprattutto “che stiano bene insieme”, poiché all’interno di ogni opera si deve creare un’alchimia precisa. Questa è per lui un’operazione molto delicata: un cast deve essere pensato globalmente in funzione del risultato e non fatto dalle agenzie.
Ci sarà, quindi, un’altra tornata di informazioni sia per i nomi degli interpreti che per gli eventi collaterali, che ormai da anni caratterizzano il Festival.
Crediamo nelle scelte fatte dalla Fondazione e la sensazione – forte – è che si stia finalmente voltando pagina. Crediamo anche che sia giusto voler onorare il nome di Puccini in questo importante anniversario “semplicemente” rappresentando nel miglior modo possibile le sue opere, senza cercare astruserie; e ci auguriamo anche che i primi cinque titoli in cartellone quest’anno preludano al completamento dell’integrale pucciniana … magari già nel corso del Festival 2025.
Per le informazione dettagliate rimandiamo al sito del Festival Puccini.
Marilisa Lazzari