Dieci concerti alla Scala, più una tournée internazionale, più attività per il sociale come le prove aperte e concerti nelle scuole e nei quartieri di Milano; senza contare partecipazioni speciali, come il concerto in piazza Duomo, Festival MiTo, Festival Mahler (insieme ad altre grandi orchestre italiane), una rassegna al Reggio Parma Festival in occasione del centenario di Luigi Nono: sono più di cinquanta le occasioni da qui a tutto il 2024 per ascoltare la Filarmonica della Scala. Ed è con una punta di orgoglio che lo stesso sindaco Giuseppe Sala introduce la conferenza stampa di presentazione nel foyer Toscanini del Teatro alla Scala.
Si tratta della stagione numero quarantadue per la Filarmonica, un numero importante per l'istituzione voluta da Claudio Abbado.
«Ci sono due cose che, da sindaco, mi preme sottolineare: la Filarmonica sa da sempre associare musicisti e direttori affermati e giovani talenti, una cosa fondamentale per una Milano che vuole e deve essere protagonista della cultura. In secondo luogo è l'attitudine internazionale della Filarmonica, anch'esso fondamentale per Milano: una tournée all'estero, ma anche ospitando qui in teatro orchestre straniere». Sono considerazioni, quelle di Sala, che vanno a braccetto con l'ottimo andamento economico del teatro, e non solo grazie ai turisti, ma anche per merito di sponsor e dell'elevata proposta culturale, i concerti sul territorio che coinvolgono direttamente la cittadinanza.
Apertura dunque della stagione al 15 gennaio, con Riccardo Chailly a dirigere un cartellone tutto francese e carico di significati: «Il piccolo lavoro di Ravel, Une barque sur l'ocean, è l'immagine di una barca dominata dal vento nella vastità dell'oceano: ma è spesso interpretata come un'allegoria della volatilità della vita umana, con il suo senso di insicurezza, di dipendenza dagli eventi che ci circondano». Ma è soprattutto il capolavoro di Messiaen Et expecto resurrectionem mortuorum, raramente eseguito alla Scala, che sta particolarmente a cuore al direttore principale: «Commissionato nel 1964 per commemorare le vittime delle due guerre mondiali, ritengo che in questo momento, in cui la guerra e la morte ci coinvolgono quotidianamente, la Filarmonica deve tornare ad eseguire quest'opera». A concludere il programma del primo concerto le due suite da Daphnis et Cloé, anch'esse di Ravel, anch'esse raramente eseguite insieme.
Il prosieguo della stagione vede graditi ritorni, come quello di Barenboim (sinfonie n. 6 e n. 7 di Beethoven) e di Myung-Whun Chung, fresco direttore emerito della Filarmonica (Schubert e Bruckner previsti sui leggii); Fabio Luisi per l'inizio di un nuovo percorso tutto dedicato a Richard Strauss; Philippe Jordan con un programma impressionista (Debussy, Ravel e Quadri di Musorgskij, ovviamente orchestrati da Ravel). Tra gli interpreti si segnalano Alexander Malofeev, ex bambino prodigio oramai affermato a livello mondiale nel primo concerto di Čajkovskij in un programma russo che prosegue anche un'idea di Chailly, ossia un ciclo dedicato a Prokof'ev: «dopo la riscoperta di Mahler negli anni '60, la riscoperta più recente di Šostakóvič negli ultimi trent'anni, mi sembra che Prokof'ev sia un po' caduto nel dimenticatoio; eppure ha scritto pagine di musica fondamentali per il Novecento»). Altra grande pianista presente in cartellone è la specialista mozartiana Imogen Cooper, insieme a Fabio Luisi nel concerto per pianoforte n. 20; e il virtuoso del violino Leonidas Kavakos, nel poco noto Concerto per violino di Karol Szymanowski, con la direzione di Tarmo Peltokoski, al suo esordio sul podio del Piermarini, e che a soli 23 anni viene descritto dagli addetti ai lavori come capace di cose mirabilanti. Un altro esordio è quello di Giovanni Sollima, nella triplice veste di direttore, solista e compositore, tutto in una sera; non meno illustre il debutto di Matthias Pintscher, anche nelle vesti di compositore con il suo concerto per violino (sarà affiancato da Ilya Gringolts come solista); tra gli ospiti, a conferma del “respiro internazionale” tanto caro al sindaco, ci sarà Gianandrea Noseda con l'americana National Symphony Orchestra.
Insomma, una stagione ricchissima alle porte, mentre c'è ancora da terminare l'annata 2023, con ospiti altrettanto illustri: Andrés Orozco-Estrada in un programma tutto Berlioz (1 ottobre) e Vasily Petrenko con Isabelle Faust (20 novembre) con musiche di Adams, Bartòk e Rachmaninov.
Il cartellone completo è visibile sul sito della Filarmonica della Scala: https://www.filarmonica.it/
Emiliano Michelon