Dopo qualche mese di felice riposo conseguente alla nascita del suo primo figlio, Mihaela Marcu, uno fra i più interessanti soprani che si sono presentati alla ribalta nell'ulimo decennio, è pronta per tornare alle scene nella "Bohème" che andrà in scena al Teatro Petruzzelli di Bari a partire dal prossimo 18 dicembre.
Buongiorno Mihaela. Se ci consenti di andare un po' sul privato, ti chiederei di iniziare la nostra chiacchierata dalla tua recente maternità. Raccontaci qualcosa di questa tua importante esperienza, magari partendo col dirci come si chiama il tuo bimbo.
Buongiorno a voi e a chi ci legge.
Il mio piccolino si chiama Cassian. Ho dei ricordi bellissimi del periodo di gravidanza. Non esistono parole per esprimere il significato di questo miracolo. Desideravo da tempo un figlio, nonostante la maggior parte delle persone mi dicessero che la mia maternità dovesse essere unicamente il palcoscenico. Io credo che con un po’ di sforzo, passione e amore si possano far entrambe le cose: essere madri e portare avanti una carriera artistica. Ho scoperto che ero incinta durante le prime prove di Rigoletto a Toulon. Ero già alla quinta settimana di gravidanza e non riuscivo a crederci. Ero la donna più felice del mondo! Ho cantato in quel Rigoletto fluttuando letteralmente nella felicità assoluta.
La nascita di un bimbo è una cosa stupenda ma anche un grande stravolgimento per la vita di una coppia. Già dai primi mesi, se si vuole tornare al proprio lavoro, bisogna trovare il modo d'organizzarsi: è così anche per te e tuo marito?
È una responsabilità enorme ma è anche uno straordinario regalo della vita. L’infanzia dovrebbe essere festeggiata ogni giorno, perché è piena di sentimenti ed esperienze pure, positive, costruttive che emanano innocenza ed amore profondo. D'altro canto le persone coinvolte nella formazione dei bambini (non solo i genitori) non si limitano a far crescere dei figli (nipoti, ecc.) ma stanno anche predisponendo la società di domani, quella che vorremmo più responsabile, più coinvolta, che sappia rispettare e venga rispettata. Sicuramente c’è bisogno di organizzarsi, e non solo nel caso delle cantanti, ma anche nel caso di tutte le mamme con un’attività che presuppone un intenso coinvolgimento. Ma la ricompensa di un sorriso è enorme e la gioia di un abbraccio è divina!
Che impatti ha una gravidanza sulla voce di un soprano?
Personalmente vi confesso che ho ricominciato lo studio vocale appena il mio stato fisico me lo ha permesso e non posso dire di aver sentito un cambiamento della voce, forse la trovo solamente un po' più penetrante e più facile da gestire. È vero anche che ci sono testimonianze diverse dalla mia. Alcune colleghe mi hanno confidato che con la gravidanza hanno notato uno sviluppo inaspettato della loro voce, rimanendo entusiaste di questa loro trasformazione. Altre si lamentavano dell'impatto negativo che la gestazione aveva avuto sulla loro voce. Nel mio caso non ho riscontrato cambiamenti così importanti, però ogni voce e diversa, ogni organismo è unico con le proprie particolarità e, in quanto tale, subisce trasformazioni differenti legate alla propria specifica anatomia e spesso influenzate anche da fattori esterni.
Hai già iniziato ad avvicinare tuo figlio all'opera lirica?
Assolutamente si. E non perché sono un soprano, bensì per gli effetti benefici sullo sviluppo del nascituro e poi del bambino. Durante la gravidanza ho sempre ascoltato musica sinfonica e opera. Sono stata molto attenta alle sue reazioni e ho scoperto che adora la musica classica. Per di più, alla quinta settimana di gravidanza, il mio piccolino era già con la sua mamma sul palcoscenico nella produzione di "Rigoletto". Poi ho continuato cantare: a tre mesi sono stata Mimì in "Bohème" e a quattro mesi e mezzo ci siamo divertiti con la Rosalinde del "Pipistrello" durante la serata di Capodanno. Tra queste recite abbiamo fatto insieme anche due concerti, quindi direi che non è estraneo al palcoscenico e all'opera.
Che fortuna avere una mamma soprano... immaginiamo che gli avrai già canticchiato qualcosa e lui avrà già le sue preferenze.
(ride) Speriamo che lui sia d’accordo su questo. Non so se sia una fortuna o meno. Però sì, gli ho canticchiato diverse arie e ho scoperto che è molto ma molto sensibile. Ragion per cui devo scegliere sempre un repertorio divertente e allegro. Devo confessare che mi trovo molto bene nel repertorio tenorile, come per esempio l’aria La donna è mobile... (ride di gusto).
Il tuo piccolo verrà con te a Bari?
Assolutamente si! Non possiamo vivere separati! Lui, ora, per ovvie ragioni, mentre da parte mia sono impensabili lunghi momenti senza di lui!
Che futuro sogni per il tuo bimbo?
Prima di tutto penso di doverlo educare come una persona responsabile che rispetti il prossimo, le professioni e l'ambiente. Poi mi interesserà identificare il suo talento e le sue preoccupazioni; le cose che gli faranno piacere. Penso che nella vita quando si riesce a far diventare ciò che ci piace la propria professione, aiuti ad affrontare il lavoro con passione e quindi si venga rispettati anche per questo; situazione che porta sicuramente ad essere felici!
Negli ultimi mesi hai vissuto tante belle emozioni ma questo dicembre tornerai in scena a Bari con il ruolo di Mimì. In questi mesi ti è mancato il palcoscenico?
Il palcoscenico è un posto molto speciale, che porta ad avere uno stato d’animo particolare, direi addirittura che è un luogo sacro. Mi è mancato molto. È una parte di me e del mio modo di essere. Un artista ha bisogno di esprimersi, ha bisogno del pubblico, vive per condividere l’emozione. Poi ci sono anche dei momenti in cui i nostri sforzi vengono riconosciuti dal pubblico, dalla critica e anche dalle più importanti istituzioni, così come mi è successo il 29 novembre di quest’anno, quando il Presidente della Romania mi ha conferito la carica di Cavaliere della Repubblica per merito culturale in grado di ufficiale. Queste sono grandi soddisfazioni.
In questa prossima "Bohème" sarai diretta da Giampaolo Bisanti uno dei direttori più apprezzati. Hai già lavorato con lui?
Sono estremamente felice di avere l’opportunità di ricominciare a cantare dopo un po’ di assenza, con un Maestro di così grande valore sul podio. Io apprezzo tantissimo il M° Bisanti! È uno dei pochissimi direttori d’orchestra empatici che amano le voci, che ascoltano il cantante e che aiutano il cantante a tirare fuori il meglio di sé. Uno dei pochissimi che sa lavorare in un’atmosfera bellissima, rilassata ma anche professionale, portando tutti a fare gruppo così da avere come risultato uno spettacolo eccezionale. Ho avuto già il privilegio di lavorare con il Maestro nella produzione di "I Capuleti e i Montecchi" a Lisbona e sono molto felice di avere questa nuova opportunità.
Hai una vocalità piuttosto duttile che sino ad oggi ti ha consentito di accostarti a ruoli da lirico-leggero ad altri da lirico puro, ad esempio Mimì. In quale repertorio ti senti più a tuo agio?
Devo confessarvi che è un punto di discussione anche con le mie insegnanti, colleghi, direttori d’orchestra, ecc. In conclusione dovrei essere un soprano lirico con facilità nel registro acuto e sovracuto, caratteristica questa che mi permette l’approccio anche verso il repertorio lirico-leggero.
Personalmente mi sento benissimo in qualsiasi repertorio che mi dia la possibilità di esprimermi emozionalmente e trasmettere al pubblico la vibrazione e le emozioni che ricevo dalla musica e dal personaggio che interpreto.
Quali sono i ruoli in cui ti piacerebbe calarti nel breve periodo; quelli per cui ti sentiresti pronta.
Un ruolo che adoro e che sogno di debuttare è Manon di Massenet. Lo amo perché è un ruolo complesso e particolarmente ricco, sia dal punto di vista musicale quanto dal punto di vista interpretativo del personaggio. Penso che sia un ruolo che dona la possibilità di mettersi alla prova dal punto di vista attoriale, perché non è facile sviluppare un personaggio così complesso rimanendo credibili, costruendo ed interpretando tutti i suoi cambiamenti nel modo più naturale possibile.
Se non ricordo male tu sei stata una fra le ultime cantanti ad aver goduto dei consigli della mai abbastanza compianta Daniela Dessì. Che ricordo ti è rimasto di quegli incontri?
L'incontro con Daniela rimarrà sempre un punto cardinale nella mia vita! Sono tantissimi i ricordi di un'artista ed un essere umano immenso! Ho il ricordo di lunghe conversazioni telefoniche nelle quali lei mi regalava il suo tempo e la fiducia per questioni di lavoro o personali. Una generosità enorme! Mi ricordo tutto come fosse ieri: il cane, la casa, il pianoforte o il suo splendido sorriso... Mi ricordo la sua presenza al mio debutto nel ruolo di Gilda a Verona, quando venne per sostenermi ed il suo caldo sorriso nella porta del camerino alla fine della recita. Un essere umano grande quanto tutta l’umanità! Un’artista immensa e unica, e una Maestra che era come una mamma!
Quando si è già in carriera da anni vi è ancora l'esigenza di andare ogni tanto da un maestro di canto per fare una “messa a punto” ?
A maggior ragione vi è sempre questa necessità. Da questo punto di vista assomigliamo tanto agli sportivi. Da un'altra parte penso sia sbagliato valutarsi da soli perché non possiamo avere il giusto senso del nostro valore. Abbiamo bisogno di un termometro esterno perfettamente regolato, di cui potersi fidare, in grado di misurare correttamente il nostro livello di funzionamento.
Dopo la produzione di Bohème di cui abbiamo parlato quali saranno i tuoi impegni?
Il prossimo impegno sarà ad aprile con la "Lucia di Lammermoor". Appuntamento di cui sono felicissima, ma anche molto emozionata perché sarà il mio debutto in un teatro molto importante, qual è la Deutsche Oper di Berlino, in un ruolo che debutterò prima in Romania all’Opera di Cluj. Dopo Lucia avrò l’opportunità di cantare per la prima volta nel bellissimo Teatro San Carlo di Napoli il ruolo di Micaela.
La tua carriera ti ha già portato a cantare in importanti teatri in Italia e all'estero e questo ti avrà consentito di scegliere in maniera più consapevole dove andare a vivere. In quale città avete deciso di far nascere e crescere vostro figlio e per quali ragioni?
Visto che i cantanti d’opera non possono mai dire di vivere in un solo posto, perché ogni produzione ci porta in un luogo diverso e perché siamo comunque sempre in viaggio, abbiamo deciso di rimanere nella mia città natale, Timişoara. Del resto l'ottimo sviluppo che ha conosciuto la ma città negli ultimi anni e i buoni collegamenti aerei mi consentono di viaggiare tranquillamente e rapidamente in tutto il mondo.
Cosa ami fare nel tempo libero?
Mi piaceva tantissimo leggere ma ora ho pochissimo tempo libero. Però devo dire che per il momento adoro guardare mio figlio in ogni momento della giornata. È proprio incredibile vedere il suo sviluppo giorno dopo giorno. Va beh, sono innamorata persa, cosa volete che dica. (ride)
In bocca al lupo per il tuo prossimo impegno a Bari e per quanto verrà in futuro.
Graze, crepi il lupo e un grande saluto ai lettori di OperaClick
Danilo Boaretto