Dopo il debutto in “Macbeth” al Teatro Verdi di Trieste nel Marzo 2013 e il debutto in “Butterfly” nell'Ottobre 2014 al Teatro Grande di Brescia entrambi seguiti da vicino da OperaClick come testimoniato dalle due interviste rispettivamente a cura di Paolo Bullo e di Danilo Boaretto, un altro esordio importante attende il M° Giampaolo Bisanti: “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, al Teatro Carlo Felice di Genova (dal 21 febbraio al 1 marzo), in un nuovo allestimento con la regia di Dario Argento, il famoso maestro del cinema horror.
Lucia di Lammermoor è forse la più celebre fra le opere serie di Gaetano Donizetti. È un'opera particolare, dalle tinte fosche, almeno per quello che riguarda la parte visiva. Come la vedi invece dal punto di vista della partitura?
Lucia di Lammermoor è senza dubbio un’opera dai colori scuri, cupi, una musica costruita intorno ad una vicenda terribilmente tragica e dolorosa. Ecco. Penso che Donizetti sia riuscito, come forse nessun altro, a racchiudere nella sua partitura il dolore e la sofferenza di una donna vissute attraverso le sue paure, le sue debolezze, le sue ansie e le sue insicurezze.
Una donna che non riesce ad “emanciparsi” dalla realtà che la circonda e trova, come ultima ratio, la forza di “rompere” tutti i legami terreni e tutte le leggi umane per rifugiarsi in un mondo parallelo in cui crede e spera di trovare la felicità.
Sempre restando in tema di partitura, a quale versione farai riferimento? Sceglierai la versione del debutto al San Carlo di Napoli nel 1835, con la glassarmonica per intenderci, (alcuni la definiscono “quella vera”) oppure utilizzerai la versione più tradizionale?
Faremo la versione tradizionale con il flauto; è una scelta legata ad esigenze di ottimizzazione delle risorse ed oggi bisogna dare un occhio anche a quelle!
I due protagonisti principali canteranno le loro parti totalmente in tono?
Le parti verranno eseguite in tono secondo la versione tradizionale. Non ci sono le trasposizioni presenti nella versione critica basata sull’autografo.
Dopo tanto Verdi e tanto Puccini quale è il tuo approccio dal punto di vista dello studio della partitura con il Donizetti “serio”, visto che L' Elisir d'amore lo hai già affrontato in passato?
Ho diretto Lucia in forma di Concerto qualche mese fa; che dire? Sono molto emozionato perché questa musica è piena di drammaticità, del binomio amore/morte che è ciò che più mi sento di esprimere quando faccio musica…è un binomio presente nella vita reale, quella di tutti i giorni; amare la vita, le sue bellezze, le sue gioie, significa anche sapersi confrontare con i suoi problemi, superare le numerose sfide che ci vengono poste di fronte ed affrontare i dolori di cui è costellata.
Cosa pensi di scorgere dell' ”anima” del grande musicista tra le note dello spartito? Cosa pensi volesse trasmettere di sé stesso? Credi che ci sia una sorta di “preveggenza” per quanto riguarda il proprio destino insito nel personaggio di Lucia e nella sua “pazzia”?
Credo che Donizetti volesse trasmettere il suo amore; il suo amore per le voci, il suo amore per quei personaggi così fragili e melanconici, il suo amore per le atmosfere “old british style”, il suo desiderio di mettere a nudo il cuore delle persone con una musica di immediata e coinvolgente partecipazione. In ogni pagina si può leggere facilmente il grande amore che nutriva per questa sua “creatura”. La cura di ogni dettaglio, la capacità descrittiva dei legni e degli ottoni, la suggestione di determinate armonie…ogni pagina trasuda amore e questo amore io cerco di perseguire e rispettare.
Abbiamo detto che “Lucia di Lammermoor” è un'opera dalle tinte fosche e, dalla scelta di affidare la regia a Dario Argento, si evince la volontà di sottolineare questa atmosfera cupa.
Sicuramente Dario Argento sta lavorando sull’aspetto “gotico” e “spettrale” della vicenda…
Come riesci a conciliare la musica del musicista bergamasco con le atmosfere generalmente un po' splatter del mago dell'horror?
Non credo che lo spettacolo di Dario potrà definirsi “splatter”… è un uomo molto profondo e mi sembra che si stia rendendo perfettamente conto della differenza tra la pellicola cinematografica ed il Teatro d’opera. Sarà uno spettacolo a mio parere affascinante che anzi potrà dare qualche spunto originale per la messa in scena di questo tipo di titoli.
Quale è stata, secondo te, la più completa interprete di Lucia tra le cantanti di cui abbiamo testimonianza? Quale è la tua “scena della pazzia” di riferimento?
In questo repertorio io sono cresciuto a “pane e Sutherland” e “pane e Pavarotti”! Nel corso degli anni ho poi conosciuto ed amato molte altre interpreti che ancora oggi sono in attività e sono delle splendide Lucie, dalla Devia alla Gruberova, dalla Mosuc alla Pratt senza dimenticare naturalmente la meravigliosa Desirée Rancatore che qui a Genova ho l’onore di dirigere e che si è mostrata Artista di rara sensibilità, musicalità e intelligenza.
E invece per quanto riguarda la direzione, esiste un'edizione che ti ha colpito maggiormente tra tutte quelle che hai ascoltato e dalla quale pensi di trarre ispirazione?
Cerco di trarre ispirazione dalla partitura; sicuramente l’approccio dei grandi direttori della scuola italiana degli anni ’70 ed ’80 è una fonte di grande riferimento.
Come si lavora al Carlo Felice?
Al Carlo Felice si lavora benissimo! Sono sempre felice di tornare in questo grande, prestigioso e stupendo Teatro. Qui si può contare su un’Orchestra eccellente, tra le migliori d’Europa, con un suono nitido, pulito, corposo e molto ben amalgamato. Il Coro è una massa di riferimento straordinaria! Sono partecipi, pieni di volontà e con una compattezza di suono veramente notevolissima. Coloro che poi lavorano “dietro le quinte” sono di una disponibilità, gentilezza e presenza costante davvero encomiabili. Insomma….mi ci trovo bene bene bene!!!
Cosa pensi della situazione dei Teatri in Italia alla luce di quanto sta succedendo ora rispetto a qualche tempo fa? Hai sentore che si stia muovendo qualcosa oppure che la situazione ormai stia ristagnando da troppo tempo per poter recuperare velocemente?
Purtroppo non vedo grandi novità…il ristagno della situazione è molto grave e ormai si sta protraendo da troppi anni perché le cose si mettano a posto in un giorno o due. L’unica cosa che possiamo fare noi professionisti è continuare a metterci impegno, dedizione e amore. Tutto qui. Altre novità devono venire dall’alto, da chi ci governa, da chi fa determinate scelte politiche dimenticando che si sta depauperando il nostro patrimonio più grande, la nostra ricchezza ed il nostro vanto di fronte al mondo intero!
Conclusa questa esperienza donizettiana cosa ti aspetta nel futuro? Quali impegni e soprattutto quali debutti, se ve ne saranno, tra i tuoi programmi? È contemplata anche una vacanza o la tua vacanza è sempre pensare a nuove sfide?
Subito dopo questa Lucia andrò a Mosca per Elisir d’amore, poi incomincerò una lunga produzione di Traviata a Stoccolma e questa prossima estate sarò tra Torino con Barbiere e Firenze con Madama Butterfly; in Autunno tante recite di Boheme tra il Circuito Lombardo, il Petruzzelli di Bari e Reggio Emilia.
Avrò dei bellissimi debutti il prossimo anno a Muscat in Oman con la Tournee del Carlo Felice di Genova proprio con Lucia di Lammermoor, Dresda per la prima volta con La Boheme, a Berlino con il Rigoletto alla Deutsche Oper, a Nizza con Barbiere fino al debutto al Liceu di Barcelona con Macbeth ed a Tokyo al New National Theatre nuovamente con Lucia di Lammermoor.
Una vacanza... uhm... la mia vita mi piace così tanto che non sento il bisogno di una vacanza nel senso stretto del temine; un bel giro in moto e poi di nuovo in “sella” al podio.
Grazie per la disponibilità e auguri per questo interessante debutto che naturalmente OperaClick seguirà con attenzione.
Grazie a voi ed un saluto a tutti gli amici di OperaClick
Susanna Toffaloni