Quando me l'hanno segnalata ieri, la cosa m'ha molto divertito perché ricordavo un articolo di rivista intitolato "Sogna di essere Rivera l'erede di Toscanini". Ed ecco che mezzo secolo dopo la sua passione calcistica diventa l'argomento d'un convegno!
Incuriosito, sono poi riuscito a trovare, facilmente, che l'articolo in questione era stato pubblicato sulla «Domenica del Corriere« del 9 maggio 1972, con il titolo esatto «L'erede di Arturo Toscanini, il maestro Claudio Abbado, sogna di essere Rivera» (direi che nel ricordo avevo abbellito il titolo: esempio d'economia della memoria congiunta a una faccenda oggi di moda detta "eterogenesi dei fini" — in realtà, col senno di poi avevo considerato superflua un'informazione a quel tempo ancora necessaria). La pagina di copertina del settimanale anticipava però tutt'altri contenuti, d'immediata attualità tranne uno che si potrebbe dire "profetico".
Fu un periodo movimentato: da poco avevano assassinato a Segrate Giangiacomo Feltrinelli, e in quei giorni in Vaticano un tizio fece a pezzi la
Pietà di Michelangelo (sùbito restaurata a tempo di record). Personalmente ero "impegnato" in un comodissimo servizio di leva a Terni e sentii a Roma la
Giovanna d'Arco diretta da Bartoletti con Flaviano Labò e la giovane Ricciarelli: fu la mia prima volta al Costanzi (e anche la mia prima volta d'un Verdi per me impossibile da ricordare).