Avviso ai naviganti, e intendo i forumisti e il pubblico, e intendo le Orchestre Filarmonica della Scala e Santa Cecilia, e non solo.
Il direttore americano Case Scaglione, 42 anni, stabile alla Wurttembergishes Kammerorchester ed all'Orchestre de l'Ile de France, è tecnicamente un fenomeno (una sorta di Sokhiev americano per bellezza di gesto), le nostre massime orchestre ed istituzioni devono tenerlo d'occhio, e l'esecuzione della Sinfonia nr 11 di Sostakovic con l'Orchestra Sinfonica di Milano, in replica domenica all'Auditorium milanese di Largo Mahler, è sensazionale, uno dei concerti dell'anno in Italia.
La presenza di Scaglione sul podio della Sinfonica è un ulteriore merito, stavolta organizzativo, di Emmanuel Tjeknavorian, il giovane direttore musicale dell'orchestra, che è non solo bravissimo di suo ma non è geloso dei colleghi e sta interpretando il suo ruolo in maniera giusta e totale: ha impostato di persona l'attraente calendario 2024-25 della Sinfonica, è prudente su se stesso dovendo crescere insieme all'orchestra, e fa tesoro della sua esperienza di solista internazionale per invitare i direttori che ritiene più adatti al complesso che dirige. Un lavoro prezioso. L'orchestra e' in evidente stato di entusiasmo e grazia, con margini ulteriori. Speriamo sempre che i governi riconoscano il ruolo ed i meriti di una istituzione che a Milano svolge una attivita' intensa ed importante, seguita da un pubblico appassionato.
Ecco dunque Scaglione e la Sinfonica di Milano nella Sostakovic 11, capolavoro assoluto e sconvolgente del "nichilismo" del sommo compositore. E' un'esecuzione trascendentale, nel gesto del direttore e nella risposta dell'orchestra tutta. Dovrei nominare tutti, ma li faccio rappresentare dalla favolosa, ineguagliabile Viviana Mologni, la formidabile timpanista: vi suggerisco un posto nella sala dal quale vederla oltrechè ascoltarla, lassù in cima all'orchestra dove suona insieme a tutta la splendida squadra delle percussioni. E' uno spettacolo nello spettacolo. Ma lo è l'intera esecuzione di una musica che da un lato angoscia nel passaggio dal nichilismo quasi astratto del movimento iniziale alla violenza guerresca dei successivi. Dall'altro ha un fascino mostruoso. Scaglione governa e rende incandescente tutta la materia. Si ascolta con il fiato sospeso ed un nodo allo stomaco.
Il direttore, nativo di Houston, è l'ennesima conferma dello stato di grazia della professione nelle magnifiche generazioni direttoriali dei, diciamo, trenta-quaranta-quarantacinquenni di grande valore (alla Scala abbiamo fatto la conoscenza di Soddy, ma i nomi di spicco sono molti). Il che suscita soddisfazione e speranza.
L'Auditorium si è parzialmente riempito solo all'ultimo momento ieri sera, per l'incidenza dello sciopero dei mezzi pubblici che ha bloccato Milano e di manifestazioni sportive. Ma c'era il solito bel pubblico dei venerdì della Sinfonica, attento silenzioso e partecipe (l'emozione era palpabile) all'esecuzione, poi esploso in un'ovazione clamorosa ad applausi ritmati ad orchestra e direttore, con Scaglione visibilmente commosso.
Non perdetelo, domenica pomeriggio alle 16.
marco vizzardelli
Scaglione e Sinfonica di Milano, una favolosa Sostakovic 11
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