Sono stati in 5 ad aggiudicarsi la 14ma edizione del Concorso Internazionale “Tito Schipa” per giovani cantanti lirici, organizzata e promossa dall’Associazione Amici della Lirica Tito Schipa di Lecce con la direzione artistica di Maurilio Manca, in collaborazione l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento e finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Programma Straordinario Spettacolo 2017.
In palio c’erano i ruoli di “Carmen” e “Rigoletto”, opere inserite nel cartellone 2019 della Stagione Lirica “Opera in Puglia”. Questi i nomi dei vincitori usciti dalla finale che si è svolta lo scorso 29 giugno nell’Auditorium del Conservatorio “Schipa”: il soprano Giulia Della Peruta (per il ruolo di Gilda), il basso Giuseppe De Luca (per il ruolo di Monterone), i soprani Giulia De Blasis e Min Jung An(per il ruolo di Micaela), il soprano Alessia Thais Berardi (per il ruolo di Frasquita).
La giuria era composta dal soprano Chiara Taigi, dal mezzosoprano Francesca Provvisionato, dal pianista Francesco Nicolosi, dai direttori d’orchestra Roberto Gianola e Massimo Taddia, da Giandomenico Vaccari e Maurilio Manca (rispettivamente Presidente e vice presidente di OLES), dal critico musicale Eraldo Martucci e da Elvira Romano, presidente dell’Associazione Amici della Lirica di Lecce.
I vincitori, assieme a due finalisti (Giulia Bolcato e Ylenia Longo), tutti accompagnati al pianoforte da Otello Visconti, hanno poi tenuto il giorno successivo il concerto finale nella Chiesa di San Francesco della Scarpa, sempre a Lecce. Una bellissima serata durante la quale, come cammeo, Chiara Taigi e Francesca Provvisionato hanno “regalato” due splendide interpretazioni dell’“Ave Maria” di Schubert e di “’A vucchella” di D’Annunzio-Tosti.
E non poteva esserci un luogo migliore per questo concerto, che si svolto nel contenitore dove pochi giorni prima si era inaugurata la mostra “Tito Schipa – L’usignolo di Lecce”, organizzata dalla Provincia di Lecce in collaborazione con Agorasophia Edutaiment e curata da Tito Schipa jr e Giovanni Della Ducata. .«Benvenuti all’ascolto! Incontrate “l’uomo che cantava da tenore” e che un mondo innamorato dell’ascolto ha definito il più grande “tenore di grazia” d’ogni tempo»: sono le parole che i visitatori leggono subito entrando a vedere una ricca esposizione antologica di costumi di scena, oggetti personali e documenti fotografici di ogni momento della carriera (prestati dalla famiglia Schipa e dall’Archivio Schipa – Carluccio) dedicata a Gianni Carluccio ed al suo preziosissimo ed incommensurabile lavoro su Tito Schipa compiuto per 17 anni quale creatore e responsabile dell’archivio.
Un allestimento suggestivo diviso in diverse sezioni che ripercorrono la vita e la carriera di uno tra i cantanti più famosi di tutti i tempi la cui statura artistica, caso più unico che raro, rimarrebbe comunque immutata ascoltandolo nei tanghi argentini e spagnoli e nelle arie da salotto. Arie e canzoni che peraltro fanno da sottofondo durante la visita.
Molto significativa la sezione dedicata ai costumi di scena, sistemata sull’altare maggiore attorno al ritratto di Tito nel ruolo di Werther. E’ un dipinto ad olio a grandezza naturale (restaurato recentemente dall’associazione “Cosimo e Rachele Della Ducata”), realizzato negli anni ’20 dal pittore Gennarino Curci e custodito per tantissimi anni dall’Associazione Amici della lirica “Tito Schipa”. A destra e a sinistra del quadro ci sono alcuni dei costumi che il tenore leccese utilizzava nelle opere più importanti affrontate durante la sua lunghissima carriera, quali “Elisir d’amore”, “Manon”, “Werther”, “Lucia di “Lammermoor” ed “Arlesiana”.
Un tocco di suggestiva modernità è data da 4 short in graphic movie animata che raccontano 4 fasi della sua vita, e l’intervista virtuale fatta da Titino.
Redazione OperaClick