Teatro Lirico “GIUSEPPE VERDI” di Trieste
17 dicembre 2013 ore 20,30
18 dicembre 2013 ore 18
IL M° GIANLUIGI GELMETTI
CHIUDE LE CELEBRAZIONI DELL’ANNO VERDIANO
CON LA MESSA DI REQUIEM
Solisti:RACHELE STANISCI, LAURA POLVERELLI, GIANLUCA TERRANOVA E ENRICO IORI. M° del Coro: PAOLO VERO
Con la Messa di Requiem, in programma il prossimo martedì 17 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, primo teatro intestato al compositore di Busseto il giorno dopo la morte nel 1901, si accinge a chiudere l’anno delle celebrazioni verdiane; il direttore cui è affidata l’Orchestra e il Coro del Teatro, istruito da Paolo Vero, è lo stesso Maestro Gianluigi Gelmetti che in gennaio le aveva aperte con grande successo con “ll Corsaro”, l’opera giovanile triestina degli “anni di galera”.
E’ nota la grande attenzione che il M° Gianluigi Gelmetti nell’arco di tutta la sua attività ha dedicato all’opera di Verdi. Allievo di Sergiu Celibidache, di Franco Ferrara e di Hans Swarowsky, il debutto con i Berliner Philharmoniker ha segnato l’inizio della sua carriera internazionale che lo ha portato ad essere regolarmente invitato nei maggiori festival e ospite delle orchestre più prestigiose. Da allora, grande rilievo hanno avuto le sue presenze in moltissimi paesi dell’Europa, delle Americhe, in Australia, in Giappone e Hong Kong ed in Italia, ove ha diretto tutte le orchestre sinfoniche e in tutti i teatri lirici italiani. Storiche le esecuzioni delle opere di Rossini; particolare il rilievo che ha sempre riservato per il repertorio italiano e francese dell’Otto e del Novecento, anche quello meno frequentato. Non meno fecondo il suo frequente rapporto con Mozart, con Beethoven e con Ravel, di cui ha curato l’incisione dell’opera integrale. Numerose le esecuzioni da lui dirette della Messa di Requiem, delle quali, per l’intensità della prova del Maestro, si ricorda una per tutte, quella del 2005, in memoria di Giovanni Paolo II, tenutasi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli di Roma.
La Messa di Requiem che dirigererà con gli organici dell’Orchestra e del Coro del Teatro Verdi, fu composta da Giuseppe Verdi nel 1874 ed eseguita per la prima volta nella Chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874, in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Anzi, fu progettata da Giuseppe Verdi per onorare la scomparsa di due grandi personalità della cultura italiana del suo tempo: Alessandro Manzoni e Gioachino Rossini. La pubblicazione dei Promessi Sposi nel 1827 ebbe una enorme eco nel mondo della cultura poiché “trattava le storie modeste di povera gente vessata da un potere oscuro, arbitrario e arrogante, immersa suo malgrado nel gran flusso di una Storia di cui ignorava le ragioni e i fini”. Manzoni non aveva scritto soltanto un gran romanzo, che anche Goethe ammirava, ma aveva anche offerto agli italiani una lingua letteraria sobria ed efficace, lontana da ogni enfaticità retorica, che sarebbe diventata il tessuto dell’italiano colto moderno.Accanto ai meriti letterari,a Manzoni fu da sempre attribuito il ruolo di sostegno, sia pure solo ideale, della causa dell’indipendenza italiana e del Risorgimento. Alcune sue poesie, come ad esempio Marzo 1821, furono sempre “lette” infatti, in chiave patriottica. Per questo aspetto che lo interessava particolarmente, Verdi, profondamente colpito dalla sua morte scrisse alla contessa Maffei: “Con lui finisce la più pura, la più santa, la più alta delle glorie nostre! Molti giornali ho letto! Nessuno ne parla come dovrebbe. Molte parole, ma non profondamente sentite. Non mancano però i morsi. Persino a Lui! Oh la brutta razza che siamo!”. L’ammirazione per l’uomo e per lo scrittore, e la tristezza per gli articoli poco sentiti letti sui giornali italiani, fecero sorgere in Verdi il desiderio di dedicare personalmente un omaggio allo scrittore scomparso. Da qui nacque l’idea di una Messa di Requiem da eseguirsi nel primo anniversario della morte.La composizione che Verdi si apprestava a scrivere, veniva dunque a costituire un omaggio pubblico dell’intera cultura italiana ad uno dei protagonisti di quella vicenda risorgimentale che si era appena conclusa. In realtà, parte del lavoro era contenuto nella Messa collettiva in memoria di Gioachino Rossini, alla quale avrebbero dovuto partecipare tutti i maggiori compositori italiani, che però non fu mai realizzata, e per la quale gli era stata assegnato, e aveva composto, il brano conclusivo, Libera me Domine. Il Requiem però non venne eseguito. Ma Verdi era andato avanti per proprio conto nel lavoro, desiderando “scrivere la messa per intiero” perché le parti migliori del lavoro erano già state composte:Requiem, Dies Irae e Libera me: ultimi vennero il Sanctus, l’Agnus Dei, il Lux Aeterna e l’offertorio Domine Jesu.
La prima esecuzione dellaMessa di Requiema Milano, sotto la direzione dell’autore, ebbe come solisti Teresa Stolz, Maria Waldmann, Giuseppe Capponi e Ormondo Maini. Qualche tempo dopo fu proposta anche alla Scala, con grande successo di pubblico. La critica, invece bollò il lavoro come troppo poco “sacro” ed eccessivamente “teatrale”: obiettando che nella composizione è particolarmente accentuato il carattere umano, drammatico dell’opera, adatto più all’ambiente teatrale che a quello mistico.
Con la Messa di Requiem Verdi ha creato un’opera in cui l’uomo si confronta dolorosamente e senza illusioni con il mistero della morte e dell’aldilà, con domande che non avranno risposta. Ma, se risposta non può darsi, che almeno si abbia qualche consolazione: così la Messa di Requiem vive sul contrasto tra il turbinoso e terrificante Dies Irae iniziale e i successivi tentativi di attenuarne l’atrocità, nel segno di una religiosità “intimamente laica”, concentrandosi su una rilettura intensa dei testi della tradizione liturgica cattolica dell’Officium defunctorum, allo scopo di rendere il più possibile espressivo e comunicativo il senso delle parole latine della liturgia.
Il quartetto di canto a cui è affidata l’ interpretazione solistica della Messa di Requiem è composto dal soprano Rachele Stanisci, dal mezzosoprano Laura Polverelli, dal tenore Gianluca Terranova e dal basso Enrico Iori. Rachele Stanisci è un soprano la cui versatilità e grande tempra drammatica consente di spaziare dai ruoli belcantistici di Bellini e Donizetti a quelli delle eroine del primo Verdi e del Verdi maturo; dai drammi pucciniani al Verismo e Novecento musicale. Laura Polverelli, mezzosoprano, è ospite abituale della Fondazione lirica triestina dove di recente ha interpretato con successo Clemenza di Tito di Mozart che, accanto a Rossini e al repertorio barocco è uno dei compositori prediletti e nel cui repertorio è molto apprezzata.
Gianluca Terranova, l’interprete tenorile, è uno dei più stimati del panorama italiano per le sue interpretazioni verdiane ma anche belcantiste. Oltre a ciò è divenuto molto popolare presso il pubblico televisivo ed è stato molto apprezzato come protagonista del film RAI del 2012 “Caruso – La voce dell’amore”, seguito da milioni di spettatori e che ha evidenziato anche le sue doti attoriali. Completa il quartetto il basso Enrico Iori, nel cui repertorio, accanto al belcanto, c’è tanto Verdi, da Trovatore a La forza del destino, da Aida a Don Carlos a La battaglia di Legnano e Attila che ha interpretato con successo anche a Trieste nell’ambito della programmazione estiva 2013 del Teatro Verdi dedicata alle celebrazioni del compositore.
La MESSA DI REQUIEM, quarto e ultimo appuntamento sinfonico per l’anno 2013, si replica mercoledì 18 dicembre 2013 alle ore 18. La Stagione Sinfonica prosegue il 24 e 25 gennaio 2014 con il concerto diretto dal M° Oleg Caetani con la partecipazione del pianista Nikolay Khozyainov. In programma musiche di Čaijkovski e Šostakovič.
Trieste, 13 dicembre 2013
Comunicato Stampa