Ho letto con grande piacere la recensione del disco che due interpreti italiani hanno dedicato alle mélodies di questo compositore francese. Come nota molto giustamente Alessandro Cammarano, si tratta d'un repertorio poco noto in Italia (e non molto noto anche in ambito austrotredesco, dove lo scorso agosto fu salutato con una certa sopresa il récital della Christiane Karg al Mozarteum, che abbinava appunto Wolf ad alcuni autori francesi e americani).
Ancor meno noto in Italia sembra fosse Duparc nel 1992, quando un mio amico (musicista validissimo, ma non tale di professione...) preparò un soprano inglese che concorreva per entrare nel coro dell Scala. L'aveva convinta a non cedere alla prevedibilità d'un paio d'arie di Händel come "pezzi liberi" e a portare, invece, proprio qualche mélodie di Duparc: dapprima la commissione esaminatrice cadde dalle nuvole, poi fu impressionata molto positivamente.
Henry Duparc
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Re: Henry Duparc
Perfetto, in un Liederabend, il connubio Wolf-Duparc. Diversi nella forma, ma simillimi nei contenuti e nella visione della vocalità da camera.
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